Test OLED Sony KD65A1

Emidio Frattaroli 22 Settembre 2017 4K e 8K

Il "primo" OLED di Sony si distingue dalla nuova ondata di nuovi schermi "organici" con un'estetica a cui è difficile resistere, con un sistema audio innovativo e la promessa di prestazioni video che rasentano l'eccellenza e in alcuni casi potrebbero addirittura a superarla. Sarà tutto vero?

Misure e calibrazione in Rec BT.2100 (HLG e PQ)

 
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Prima di andare avanti sappiate che sto preparando un paio di guide, la prima sull'HDR e la seconda sulle misure relative allo standard BT.2100. Purtroppo ho bisogno ancora di qualche settimana, quindi per il momendo ho cercato di inserire più elementi possibile a commento delle misure. Iniziamo dall'HLG. Per la riproduzione di contenuti HDR, soprattutto di tipo televisivo, da quest'anno sarà indispensabile la compatibilità con la curva del gamma HLG (Hybrid Log Gamma) già inserita nelle raccomandazioni BT.2100 e messa a punto da NHK e BBC.  La curva HLG ha numerosi vantaggi. Prima di tutto è definita "ibrida" poiché consente una qualità di visione più che accettabile anche per chi non è dotato di un display compatibile. Questa specie di "retro-compatibilità" evita di trasmettere un doppio segnale (con e senza HDR), con immaginabili risparmi per i broadcaster. Il coefficiente del gamma non è costante ma è direttamente proporzionale all'intensità del segnale in ingresso, come la curva PQ dell'HDR10 e Dolby Vision. Nel caso dell'HLG però il gamma è più basso e i valori di luminanza sono ancora "relativi", come per il REC BT.709; inoltre non sono necessari picchi di luminanza di 1.000 NIT e bastano anche valori di 300 NIT, anche se si consigliano valori di circa 500 NIT. In questo senso le prestazioni del Sony A1 sono ottime in default ed addirittura quasi esemplari con una veloce calibrazione, avendo cura di diminuire di due punti il valore del gamma di riferimento. Vi ricordo che nel grafico la linea verde è il riferimento mentre quella gialla unisce i valori misurati. Per le prestazioni sui colori fanno fede quelle in REC BT.709, quindi ottime.

 
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Veniamo ora alle prestazioni in HDR10 con curva del gamma PQ, simile a quella HLG ma nettamente più estrema come valori del gamma. Così estrema che se non si ha un TV compatibile la qualità di riproduzione sarà inadeguata. Un'altra caratteristica della curva PQ è che questa sia legata a valori di luminanza assoluti. In altre parole ad un certo livello del segnale in ingresso c'è bisogno di un valore di luminanza ben preciso. La curva PQ prevede il suo massimo (100% del segnale in ingresso) a 10.000 NIT. Oggi però, visto che in post produzione vengono usati monitor che possono esprimere al massimo 1.000 NIT (e in alcuni casi eccezionali 4.000 NIT), la maggior parte dei contenuti prevede un picco di luminanza di 1.000 NIT e, più raramente, di 2.000 NIT e 4.000 NIT. Le informazioni su quali siano le caratteristiche del monitor usato per la post-produzione sono inserite nel segnale video all'interno dei "metadati" che possono essere di tipo statico o dinamico (maggiori informazioni in questo articolo). Per questo motivo, per la misura della rampa di luminanza, scala dei grigi e "curva del gamma", procediamo col somministrare al TV un segnale test a 10 bit per componente e con tre diversi tipi di info-frame: con picco di luminanza a 1.000, 2.000 e 4.000 NIT, analizzando quindi come si comporta il TV e in che modo modula i valori di luminanza e in che modo comprime la dinamica (il cosiddetto "tone mapping") per tentare di riprodurre tutte le sfumature. A sinistra potete osservare i valori del gamma; a destra la curva di luminanza tra il 50% e l'86% del segnale in ingresso. Vi ricordiamo che il clipping dei 1.000 NIT dovrebbe essere a circa il 76% mentre dei 4.000 NIT a circa il 90%. In questo caso il "tone mapping" del Sony A1 è fin troppo "genoroso" e l'immagine tende ad essere leggermente più luminosa del necessario, specialmente al di sotto del 50% del segnale in ingresso. Per risolvere basta una veloce calibrazione, con risultati eccellenti, a dispetto del traguardo dei 1.000 NIT ancora lontano.


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Per capire meglio quali siano le capacità dinamiche del TV, il dimensionamento dell'unità di alimentazione e la modalità di intervento dell'ABL (Auto Brightness Limiter), abbiamo inserito anche un grafico con i valori massimi di luminanza in relazione all'area del bianco al 100% visualizzata sullo schermo. In questo caso usiamo l'area in luogo dell'APL poiché, quando è in gioco la curva del gamma PQ, i valori di luminanza sono molto diversi da quelli dell'alta definizione. Per essere più chiari, un APL del 50% in REC BT.709 corrisponde a circa il 20% di luminanza (oppure al 20% dell'area se riferito al bianco al 100%); In modalità HDR si scende a meno di 100 NIT: ergo un APL al 50% equivale a riprodurre un'area del bianco del 10% su fondo completamente nero. C'è da dire che tra i contenuti in HDR è improbabile che si superi un APL del 60%: in termini di potenza sarebbe come riprodurre una luminanza di circa 240 NIT sull'intera superficie dello schermo; i migliori TV OLED (come il Sony A1), con l'intera superficie impegnata dal "bianco", al momento vanno poco oltre le 130 candele su metro quadrato.

 
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Il bilanciamento del bianco, al netto della calibrazione, è quasi da riferimento ed è molto semplice arrivare a questi risultati. D'altronde bisogna ricordarsi che i controlli RGB a 10 punti presenti nel menu del TV Sony non si riferiscono ai vari gradini della scala dei grigi al 10% ma a valori molto più "raccolti" sulle basse luci e meno su quelle più alte. Il primo punto di calibrazione, ad esempio, è vicino al 5%.

 
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Gamut è colori sono buoni ma l'eccellenza è ancora lontana. I motivi sono principalmente due. Prima di tutto c'è il limite legato alla tecnologia W-AMOLED che non riesce a spingere la luminanza dei colori come dovrebbe; in questo senso la potenza dei colori alla massima saturazione è più indietro rispetto al riferimento, in media di un 30% circa. Il secondo motivo è la cronica mancanza nei TV Sony di un CMS (Color Management System) che permetta di calibrare i colori per tinta, saturazione e luminanza separatamente, esattamente come invece è possibile fare nei videoproiettori Sony oppure, ormai da anni, nei TV di tutti gli altri principali costruttori (LG, Panasonic e Samsung). Le prestazioni dopo la calibrazione effettuata con il software Calman (anche con i pochi strumenti a disposizione nel menu del TV Sony) è comunque molto buona.

 

 

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