TV OLED LG G3: prime impressioni e misure
LG ci ha mostrato in anteprima il TV OLED G3, il primo provvisto di tecnologia MLA che promette di incrementare significativamente la luminanza. In questo articolo raccontiamo le nostre prime impressioni corredate dalle misure in SDR e HDR.
Lo scorso giovedì 30 marzo, poco prima dell'avvio del Milano hi-fidelity, LG ci ha dato l’occasione di vedere in anteprima un esemplare di pre-produzione di un TV OLED serie G3 con diagonale da 65": l’ammiraglia Ultra HD della gamma 2023 che introduce i pannelli OLED di terza generazione, quelli che succedono agli OLED.EX, di cui vi abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo. Che succedono a loro volta alle novità della tecnologia OLED EVO che abbiamo analizzato in questo articolo. La grande novità portata con questa nuova tipologia di schermi è la tecnologia MLA, acronimo di Micro Lens Array, un espediente che, come vedremo in questo articolo, fa davvero la differenza.
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Spettrometri, colorimetro, generatore e lettore con l'immancabile 'Sicario'
Il nostro primo contatto, durato purtroppo soltanto 3 ore, ci ha consentito comunque di effettuare le prime rilevazioni con la nostra strumentazione portatile e di apprezzare i notevoli cambiamenti in molti settori del TV e non soltanto nelle prestazioni fotometriche: abbiamo infatti ottimizzazioni al menu, novità per il Game Optimizer e un’interfaccia migliorata per la Smart TV, basata sull’ultima versione della piattaforma webOS. Ci sono poi novità anche per quanto riguarda il processore video, che con il nuovo Alpha 9 arriva alla sesta generazione e può contare, come negli ultimi anni, sul contributo apportato dall’intelligenza artificiale.
SOMMARIO
- CARATTERISTICHE, MENU E SMART TV
- LE MISURE
- PROCESSORE VIDEO E NUOVE FUNZIONI
- LA PROVA DI VISIONE
- CONCLUSIONI
CARATTERISTICHE, MENU E SMART TV
L’esemplare che abbiamo potuto testare è uno dei primi ad arrivare in Italia. Non si tratta ancora di un prodotto pronto per la vendita ma le prestazioni dovrebbero rispecchiare abbastanza fedelmente quelle dei modelli che verranno distribuiti ai negozi tra un paio di settimane. Il taglio che LG ci ha messo a disposizione è il 65” serie G3 dotato di un pannello OLED Ultra HD a 120 Hz con struttura WRGB o WOLED che dir si voglia. La disposizione e la conformazione dei pixel non è cambiata rispetto al 2022: abbiamo scattato una foto in macro e non abbiamo notato differenze apprezzabili.
Non ripeteremo qui tutte le specifiche in dettaglio: per un approfondimento rimandiamo i lettori a questo articolo, che contiene tutte le informazioni utili. La novità più importante, come abbiamo accennato in apertura, è l’introduzione dei pannelli di terza generazione con MLA e tecnologia META. L’implementazione della MLA all’interno dei G3 si traduce nella presenza di miliardi di micro lenti: non abbiamo numeri specifici per il 65” ma sappiamo che sono 42,4 miliardi sul 77”, cioè migliaia per ogni pixel. Le micro lenti incrementano significativamente l’efficienza luminosa dei TV: LG parla di pannelli OLED evo con Brightness Booster Max, caratteristiche che si traducono in una luminanza superiore fino al 70% sul 55”, 65” e 77”.
C’è poi un nuovo filtro anti-riflesso, il Super Anti Reflectivity Coating, che promette di abbattere i rilessi del 25% circa rispetto alla serie C2 del 2022. Per l’audio troviamo un sistema a 4.2 canali con una potenza di 60 W complessivi e la possibilità di ricreare un effetto surround virtuale fino a 9.1.2 canali, 2 in più rispetto ai 7.1.2 canali della serie G2. A livello di design non è cambiato quasi niente: la serie G3 ha sempre un profilo molto sottile e uniforme perché è pensata per l’installazione a filo della parete, con incavi ricavati appositamente per far passare i cavi.
In dotazione si trova la staffa da muro e non la base, che si può acquistare come opzione; LG ci ha confermato che si possono usare anche le basi dei G2, avendo però cura di procurarsi quella corrispondente alla diagonale del televisore: sul 55” non si può ad esempio usare la base del 65” e viceversa. La nuova base inclina leggermente lo schermo all’indietro e permette anche la rotazione dello schermo verso destra e verso sinistra, più o meno come la base dei C2 del 2022.
Passando ai menu, la home riprende i cambiamenti introdotti con webOS 22 ma aggiunge vari cambiamenti. L’interfaccia si presenta sempre a tutto schermo ma ha un approccio più razionale. Con webOS 2023 si è cercato di ridurre la necessità di scorrere ripetutamente lo schermo verso il basso per trovare i contenuti desiderati. In alto a destra sono sempre presenti le icone che permettono tra gli altri di accedere al menu, eseguire ricerche eccetera.
Subito sotto c’è una fascia molto ampia che occupa la parte prevalente dello schermo. Qui vengono mostrati i contenuti sponsorizzati dai partner di LG. Volendo si può anche disattivare questa opzione ma non c’è la possibilità di eliminare questa sezione: cambia semplicemente il contenuto che invece di mostrare pubblicità promuove l’installazione delle applicazioni dallo store di LG.
Subito sotto troviamo la principale novità introdotta sulla gamma 2023 a livello di interfaccia: le Quick Cards. Dietro questo nome si cela un carosello che racchiude applicazioni, ingressi e funzioni all’interno di alcune macro-categorie, sempre con l’intento di evitare il più possibile tediosi spostamenti all’interno di menu sterminati. La disposizione si può modificare a piacimento: di base da sinistra a destra troviamo l’ingresso in uso al momento o la trasmissione televisiva in onda sul canale selezionato, Home Office, Videogame, Musica, Home Hub, Sport e Modifica.
Home Office contiene tutto quello che può servire per lavorare da casa: c’è Office 365 di Microsoft, la possibilità di effettuare il mirroring del proprio computer e anche l’accesso remoto al PC. Videogame racchiude tutti i servizi cloud gaming attualmente disponibili: spicca sicuramente GeForce NOW di NVIDIA ma ci sono anche Utomik e Blacknut. Sempre in ottica ‘gaming’, LG ha inserito le app per YouTube e Twitch, che gli utenti possono usare per seguire le live a sfondo video-ludico o per consultare rapidamente qualche guida in video.
Musica offre tutti i servizi streaming: abbiamo tra gli altri Spotify, Tidal, Amazon Music, Apple Music eccetera. Quando si ascolta un brano si aggiunge una voce al menu ad accesso rapido che compare sulla sinistra: viene data la possibilità di disattivare lo schermo, solitamente assente, in modo da avere solo l’accompagnamento musicale.
Home Hub offre invece il controllo su tutti i dispositivi smart home compatibili. C’è anche il supporto a Matter, il nuovo standard che permette di unificare la gestione senza la necessità di ricorrere necessariamente all’applicazione realizzata dal produttore. I dispositivi Matter vanno prima registrati tramite l’app ThinQ per dispositivi mobili: in questo modo compaiono poi all’interno della card Home Hub e si possono gestire dal telecomando.
Nella card Sport troviamo infine tutte le informazioni relative agli eventi sportivi che l’utente sceglie di seguire. Oltre alle informazioni racchiuse in quest’area, si possono anche ricevere notifiche che avvertono per esempio quando inizia una partita. Sotto le Quick Cards sono riportate tutte le applicazioni installate: muovendosi verso destra si può vedere l’elenco completo. Scorrendo verso il basso ci sono poi i contenuti più rilevanti e la una sezione che racchiude i consigli per i principali servizi streaming, tutti raggruppati all’interno di un’unica scheda: basta selezionare il servizio per visualizzarne l’offerta, senza dover più navigare all’interno di schede separate per ogni app, un cambiamento che semplifica notevolmente l’uso.
Volendo si può anche modificare l’ordine delle sezioni che abbiamo citato, spostandole più in alto o più in basso a seconda della priorità che si attribuisce a ciascuna. Il già citato menu ad accesso rapido è cambiato notevolmente rispetto a quello presente su webOS 22: LG ha abbandonato l’interfaccia con piccole icone a sviluppo verticale, qui sostituita da un menu molto più completo e versatile. Lo sviluppo è sempre verticale, con la grafica in sovrimpressione che occupa circa 1/4 dello schermo.
La fruibilità è però completamente diversa e molto migliorata. In alto sono presenti quattro icone che portano al menu completo, alla gestione degli account, alle impostazioni per il collegamento alla rete e alle modifiche si possono apportare al menu stesso. Ci sono infatti tutta una serie di voci selezionate di default, alcune delle quali contestuali, come abbiamo visto parlando della Musica. L’utente ha però la piena libertà di personalizzare questa pagina ad accesso rapido come meglio crede, inserendo anche regolazioni molto avanzate, ad esempio il bilanciamento del bianco.
La grafica sviluppata da LG suddivide tutte le voci all’interno di due colonne affiancate, sormontate da una sezione più grande, larga il doppio, che riprende l’ultima selezione effettuata. Questa riorganizzazione rende molto più semplice la gestione di tante operazioni senza passare dal menu completo. Di base si può cambiare la modalità video, regolare la luminosità, la modalità audio, attivare il Game Optimizer o il Multi View.
Anche qui troviamo delle novità: sulla gamma 2023 si possono anche affiancare due sorgenti collegate tramite HDMI, quindi entrambe esterne. L’accesso al menu avanzato è disponibile all’interno di tutte le regolazioni che includono strutture ramificate. In alternativa si può anche tenere schiacciato il pulsante che fa comparire il menu rapido, quello con l’icona dell’ingranaggio.
Segnaliamo infine che Google Assistant non è più supportato nativamente (ma si può ovviare abbinando uno speaker), come testimoniato dall'assenza del pulsante dedicato sul telecomando. Si può invece richiamare Alexa senza collegare uno speaker esterno. Complessivamente webOS 2023 offre un’esperienza più gradevole e ci è sembrato anche un po’ più rapido del predecessore: la versione 2022 era, a nostro avvisto, meno reattiva rispetto alle precedenti prive di interfaccia a tutto schermo, probabilmente anche per via delle molteplici pagine che dovevano essere caricate ad ogni passaggio sulla home, per mostrare tutti i contenuti consigliati, quelli più rilevanti eccetera. Qui, grazie alla razionalizzazione dell’interfaccia, si risparmia anche qualcosa sui caricamenti e il processore probabilmente ringrazia.
LE MISURE
Bilanciamento e gamut SDR modalità Standard
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Come di consueto abbiamo misurato il comportamento del TV con il software Calman, disponibile anche in versione consumer, con generatore VideoForge PRO, selezionando alcune delle modalità più rappresentative sia in SDR sia in HDR. In gamma dinamica standard, con la modalità di fabbrica, cioè Standard, abbiamo registrato la classica temperatura colore fredda associata che troviamo praticamente su tutti i prodotti con questo tipo di preset.
Saturazioni e color checker SDR modalità Standard
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Fortunatamente ci sono molte altre alternative decisamente migliori, a partire da Cinema, che è caratterizzata da un gamma un po’ basso, probabilmente pensato per una visione in ambienti ben illuminati. Le scelte migliori sono comunque Filmmaker, ISF Esperto (stanza luminosa) e ISF Esperto (stanza buia). La prima e la terza sono molto simili, se si escludono alcune elaborazioni a carico dell’elettronica che su Filmmaker sono spente.
Bilanciamento e gamut SDR modalità Filmmaker
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Con Filmmaker le prestazioni che abbiamo misurato sono eccellenti: il DeltaE, che misura l’errore rispetto al riferimento, arriva a circa 1,3 - 1,4 sia per quanto riguarda la scala dei grigi sia per la fedeltà cromatica. In pratica non c’è una struggente esigenza di eseguire una taratura, con la quale si possono sicuramente limare alcune imperfezioni ma con effetti trascurabili o direttamente nulli ad occhio.
Saturazioni e color checker SDR modalità Filmmaker
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Ricordiamo che la soglia critica è fissata a 3. La resa sugli incarnati è particolarmente accurata, con scostamenti ben al di sotto di 1, segno che i tecnici LG hanno riposto grande attenzione su questo aspetto, che del resto è molto importante perché una resa innaturale dei toni della pelle balza molto più all’occhio rispetto ad altri colori.
Bilanciamento e saturazioni HDR modalità Standard
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Il pannello di terza generazione con micro-lenti mostra tutte le sue potenzialità anche in SDR: con le impostazioni di fabbrica, che fissano il parametro Luce OLED a 80, si raggiungono circa 230 nit su una schermata con il bianco a pieno schermo. Se si porta il valore al massimo, cioè 100, si superano i 280 nit, un valore molto elevato che non solo si apprezza a occhio ma che può aiutare molto in ambienti ben illuminati. Da notare poi che questo livello di luminanza si mantiene per periodi molto prolungati: solo dopo due minuti circa il TV ha iniziato lentamente a diminuire la quantità di luce emessa, portandosi progressivamente sotto i 280 nit.
Bilanciamento e saturazioni HDR modalità Filmmaker
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Passando all’HDR i risultati non cambiano: G3 segue la curva EOTF in modo praticamente perfetto, con una soglia di errore sempre molto bassa, mediamente intorno a 1, sia sulla scala dei grigi sia per gamut e saturazioni. Perfino il color checker, una delle misure più difficili per qualsiasi televisore, ha restituito un quadro a dir poco ottimo. In modalità Vivace, quella più spinta, si arriva a quasi 1.800 nit sul bianco all’1% o 2% dello schermo.
Colock checker e Color match HDR modalità Filmmaker
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Ovviamente il dato fa scena ma è poco rappresentativo, perché le condizioni in cui si ottiene sono tutt’altro che accurate. Molto più interessante è invece il picco in modalità Filmmaker, che arriva a circa 1.400 nit con il bianco al 10%.
BT.2020 e DCI-P3 HDR modalità Filmmaker
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Il miglioramento non è comunque limitato alla sola finestra del 10% ma si estende più o meno su tutta la scala, come del resto si apprezza anche a occhio senza l’ausilio di strumenti di misura. L’uniformità ci è sembrata buona, anche se non abbiamo avuto il tempo di effettuare misurazioni approfondite e ci siamo basati principalmente sul nostro occhio.
Picchi di luminanza in modalità Vivace (sinistra) e Filmmaker (destra)
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Si conferma ottima l’azione del dissipatore inserito per smaltire il calore generato dal pannello: la poca ritenzione che inevitabilmente si genera visualizzando le schermate di test in HDR, molto luminose e concentrate in zone ridotte, sparisce in breve tempo.
PROCESSORE VIDEO E NUOVE FUNZIONI
Il processore Alpha 9 Gen6 4K AI aggiunge nuove funzioni che si vanno a sommare ad altre novità presenti ad esempio all’interno del Game Optimizer e nelle opzioni per gli ingressi HDMI. L’Alpha 9 di ultima generazione migliora anzitutto il tone mapping dinamico, quello che prende qui il nome di Dynamic Tone Mapping Pro. Il tone mapping, o mappatura dinamica dei toni, è l’adattamento che ogni TV deve compiere per riportare la gamma dinamica dei contenuti all’interno dell’intervallo che lo schermo è effettivamente in gradi di rappresentare. Di base l’OLED G3 in modalità Filmmaker non ha attivo il tone mapping dinamico: la motivazione è basata sulla ragione d’essere della modalità Filmmaker, cioè garantire una visione fedele alla volontà artistica del regista.
Il Dynamic Tone Mapping Pro non si basa sui metadati contenuti nella sorgente: l’adattamento è affidato alle informazioni che il processore ricava dall’analisi in tempo reale delle immagini. Rispetto agli Alpha 9 di sesta generazione, qui l’intervento è molto più raffinato: il processore suddivide il quadro in 20.000 zone ed esegue la mappatura dinamica dei toni su ciascuna di esse, singolarmente, ottimizzando i contenuti in HDR (non quelli in Dolby Vision) scena per scena. Per dare un’idea dei numeri in gioco, basti pensare che la quinta generazione degli Alpha 9 disponeva di 5.184 zone mentre sulla quarta erano 576.
Dai test che abbiamo effettuato, usando il disco Spears & Munsil e sequenze reali da film come ‘Oblivion’, la nuova mappatura dinamica dei toni si basa sempre sugli stessi criteri che ne guidavano l’azione lo scorso anno. In pratica interviene sui due estremi: sulle alte luci comprime un po’ la dinamica, riducendo il contrasto, mentre sulle basse luci tende a schiarire per recuperare dettaglio ed evitare chiusure che appiattiscono l’immagine.
L’impatto varia a seconda della scena ed evidenzia quello che sembra concretamente un passo in avanti rispetto alla gamma 2022. In generale l’intervento sembra effettivamente più mirato dove realmente serve, con il resto del quadro che viene lasciato il più possibile intonso. In alcuni casi i cambiamenti apportati sono però più evidenti: in attesa di poter provare con più calma il G3, ci sentiamo di affermare che per ottenere la massima fedeltà è probabilmente necessario disattivare questa funzione, non a caso è questa l’impostazione di fabbrica in modalità Filmmaker.
Se invece spostiamo il discorso dalla fedeltà al beneficio che ne può trarre, l’uso dl Dynamic Tone Mapping Pro può effettivamente risultare utile in più occasioni. Sul disco di Spears & Munsil è presente una sequenza dove si vedono dei cavalli in primo piano e delle montagne sullo sfondo, con la neve che scende copiosa. Si tratta di un banco di prova decisamente impegnativo perché miscela una notevole dinamica (con molto bianco), forti contrasti (il manto dei cavalli) e un fondale che molto facilmente rischia di finire ‘bruciato’ nel bianco, senza più dettagli o quasi. Il G3 riesce a gestire la visione ottimamente a 1.000 nit, perde qualcosa a 4.000 nit e conserva ancora i dettagli a 10.000 nit, pur mangiandone più di qualcuno. Se si attiva la mappatura dei toni dinamica, il risultato è ottimo fino a 10.000 nit, con un fondale molto più visibile e una maggior profondità anche in primo piano, grazie alle correzioni che il processore Alpha 9 introduce non solo sul bianco, ma anche nelle parti più scure, cioè il manto dei cavalli.
Con gli Alpha 9 di sesta generazione debutta invece HDR Expression Enhancer, una funzione che ha lo scopo di aumentare la profondità di campo intervenendo sui soggetti in primo piano e sugli sfondi. In questo caso il processore utilizza algoritmi legati all’intelligenza artificiale per creare una mappatura degli elementi all’interno della scena, applicando poi un tone mapping mirato per incrementare la sensazione di tridimensionalità. A differenza del tone mapping dinamico, qui la scelta non si limita ad ‘attivo’ e ‘spento’ ma coinvolge due parametri: ‘luminosità’ e ‘dettaglio’. Analizzare in dettaglio l’impatto in tempi così ridotti non è semplice: l’impressione che abbiamo tratto è che luminosità incrementi la luminanza del soggetto in primo piano mentre dettaglio comprime la dinamica dello sfondo per far risaltare l’oggetto su cui si concentra l’attenzione dello spettatore.
Questo in linea generale perché, con scene reali, l’azione di HDR Expression Enhancer non è così lineare e semplice da descrivere. In Oblivion, ad esempio, abbiamo testato il funzionamento con un fermo immagine sul volto di Tom Cruise, una sequenza piuttosto difficile per via della dinamica piuttosto compressa, con il divario tra alte luci e basse luci contenuto in circa 300 nit. Selezionando dettaglio l’azione si concentra più sullo sfondo, con un risultato apprezzabile a occhio che però impattava sulla luminosità complessiva, che si percepiva come più spenta rispetto alla sorgente intonsa.
Luminosità si concentra invece sul soggetto in primo piano: nello specifico abbiamo notato che il cappello di Tom Cruise era più ricco di particolari, schiariti dall’elettronica e lo stesso valeva per la fronte che spunta sotto la tesa, che da molto scura e con pochi particolari diventa più visibile e con più elementi che si possono distinguere senza fatica. La funzione mantiene quindi le premesse: l’immagine è più incisiva anche se non necessariamente naturale o bilanciata. Quando riceveremo un esemplare per la recensione approfondita torneremo su questo punto, ma sembra già piuttosto probabile che l’attivazione di HDR Expression Enhancer possa risultare utile in alcuni casi e molto impattante, forse fin troppo, in altri, almeno per i puristi. L’effetto ‘wow’ sembra invece assicurato.
Da notare poi che Dynamic Tone Mapping Pro e HDR Expression Enhancer si possono azionare anche in coppia, a testimonianza della complessità delle elaborazioni apportate dall’intelligenza artificiale. Anche il Game Optimizer offre qualcosa in più rispetto al 2022: oltre a tutte le informazioni relative al Variable Refresh Rate e alle altre regolazioni più importanti per i videogiochi, da quest’anno c’è anche la possibilità di intervenire sull’audio tramite un equalizzatore a 10 bande. Va sottolineato che solo con Game Optimizer attivo si può personalizzare la resa sonora a questi livelli: se si esce dal contesto ‘gaming’ un equalizzatore è comunque presente, se la modalità audio è su Standard, ma solo a 5 bande. Per il resto non ci sono cambiamenti: G3 supporta il Variable Refresh Rate in ogni sua forma, da HDMI Forum VRR a FreeSync Premium passando per G-Sync. C’è ovviamente anche il Dolby Vision a 120 Hz.
Concludiamo questo capitolo con l’ultima novità: il Quick Media Switching (QMS), che qui debutta per la prima volta nel mercato TV grazie ai chip che LG realizza specificamente per i suoi prodotti. Questa funzione, introdotta con HDMI 2.1, è diventata un argomento caldo per via delle dichiarazioni di Jeff Park, CTO di HDMI Licensing. Park ha spiegato che le specifiche pubblicate nel 2017 da HDMI Forum non dichiaravano apertamente la necessità di gestire il QMS tramite il Variable Refresh Rate. Solo con la revisione HDMI 2.1a si è posto rimedio a questa ambiguità ribattezzando la funzione QMS-VRR, ma senza dare una reale visibilità ai cambiamenti apportati. In pratica per garantire il funzionamento di QMS è necessario che i prodotti siano certificati e la gamma OLED LG 2023 è la prima, insieme ad alcuni QNED, a poter dichiarare ufficialmente la compatibilità. La funzione QMS, che per ora si può sfruttare in combinazione con una Apple TV 4K di terza generazione, ha un suo spazio all’interno del menu che gestisce gli ingressi HDMI e si può attivare o disattivare con un selettore.
LA PROVA DI VISIONE
Il primo contatto con il G3 ha messo immediatamente in evidenza una delle sue caratteristiche: l’efficacia del nuovo filtro anti-riflesso. L’ambiente scelto da LG per mostrarci il prodotto era sì completamente oscurabile, ma con una generosa finestra molto vicina al lato sinistro del TV. Solitamente in queste condizioni lo schermo diventa quasi uno specchio ed è qui che abbiamo avuto la prima sorpresa: il trattamento usato per il G3 riduce notevolmente i riflessi, molto più di quanto abbiamo visto in tutte le generazioni di OLED precedenti di qualsiasi marca.
Naturalmente sarà nostra cura effettuare test più approfonditi quando riceveremo un esemplare per la recensione, tuttavia possiamo già dire che sia con luce naturale che arriva dai lati, sia con luci artificiali poste in alto, il risultato è notevole. Persone e oggetti si riflettono molto meno, anche su schermo completamente nero. La nostra prova di visione è iniziata dal materiale di più bassa qualità: streaming a risoluzione SD (definizione standard) e DVD, nello specifico la serie ‘Monk’ su Infinity+ e il film ‘Il Gladiatore’. In entrambi i casi non abbiamo usato particolari funzioni ma ci siamo affidati all’elettronica del G3 per eseguire upscaling e, nel caso del DVD, anche il deinterlacing, impostando la risoluzione in uscita dal lettore a 576i (720 x 576 pixel interlacciata).
La ricostruzione del dettaglio ci è sembrata buona: in modalità Filmmaker, che ricordiamo esclude praticamente tutte le ottimizzazioni più invasive, il quadro è bilanciato e privo di artefatti creati dal processore. Sicuramente si può spingere molto di più per ottenere una resa più incisiva: le funzioni a disposizione dell’utente sono molte e le testeremo non appena riceveremo un esemplare per la recensione. Va però precisato che l’uso delle tante voci presenti, tra riduzione del rumore, aumento della nitidezza eccetera, possono facilmente peggiorare il quadro invece di migliorarlo. Su Monk, ad esempio, si può scorgere un lieve accenno di ‘edge enhancement’, cioè di ispessimento dei bordi, causato dalla qualità decisamente bassa del materiale di partenza. In questo caso una leggere riduzione della nitidezz, che di base è impostata a 10, è consigliabile mentre qualsiasi impostazione che va ad aumentare il dettaglio rischia di enfatizzare i difetti, primo tra tutti il rumore video che troviamo in varie scene.
Con il DVD di Il Gladiatore l’asticella si alza per via di una compressione molto meno impattante. L’unica imperfezione che abbiamo notato è relativa alla presenza di aliasing su alcuni elementi. L’aliasing, cioè le scalettature su linee che dovrebbero invece essere perfettamente dritte, si può scorgere ad esempio sui peli delle pellicce che gli attori indossano in alcuni primi piani. Non è un vero e proprio difetto perché per notarlo si deve stare molto vicini allo schermo. In sede di recensione vedremo se si può mitigare o eliminare con il giusto mix di regolazioni. Abbiamo poi visionato alcuni contenuti su Netflix, tra cui il cortometraggio ‘Sol Levante’ e la serie ‘The Night Agent’, che ci hanno anche permesso di apprezzare la resa dei contenuti in Dolby Vision. La caratteristica che più spicca è la migliore gestione del ‘color banding’, cioè strisce che si formano sulle sfumature dei colori a causa della compressione. Questo difetto, molto legato alla compressione del segnale effettuata da Netflix per ridurre la banda richiesta, è meglio gestito con il Dolby Vision, come del resto avveniva già con le precedenti generazioni di OLED LG.
Il vero banco di prova è come sempre rappresentato dal materiale di maggiore qualità, cioè spezzoni tratti da Ultra HD Blu-ray. Tra i titoli che abbiamo utilizzato c’è il già citato Oblivion, un film che contiene sequenze molto utili per valutare l’HDR: il titolo contiene infatti sequenze con picchi tutt’altro che alti (il bianco sulle nuvole è circa 300 nit) affiancati a parti più scure in penombra. Per riprodurle in modo soddisfacente non serve perciò una grande quantità di luce ma è invece imperativo un controllo ottimale: se il TV si concentra sul picco rischia di perdersi qualcosa più in basso, sulle rocce più scure presenti nei panorami. In pratica la gamma dinamica è sì più alta rispetto al corrispettivo in gamma dinamica standard, ma si concentra comunque all’interno di un intervallo tutt’altro che ampio e questo significa che qualsiasi chiusura sui due estremi porta ad appiattire visibilmente l’immagine. G3 ha superato la prova con ottimi risultati: l’equilibrio tra alte e basse luci è ottimo e la gamma dinamica presente nella sorgente si ritrova anche sul TV.
Come abbiamo scritto nel capitolo incentrato sulle nuove funzioni, si possono poi attivare alcune elaborazioni che hanno un impatto più o meno rilevante sull’equilibrio tra chiari e scuri, ma questo è un argomento che tratteremo più dettagliatamente in sede di recensione, dato che il tempo a disposizione non ci ha permesso di determinare con esattezza il perimetro di questi interventi. Quello che ci preme sottolineare è che il G3 non ha sicuramente bisogno di queste ottimizzazioni per garantire un’esperienza appagante e coinvolgente.
Gli altri film che abbiamo usato per testare il nuovo OLED hanno confermato i giudizi sopra espressi: con ‘Il giustiziere della notte - Death Wish’ e ‘Matrix Resurrections’ abbiamo verificato ancora una volta l’ottima gestione della gamma dinamica, ad esempio nella scena di Death Wish ambientata in strada, con una parte in penombra e l’altra in piena luce, dove i riflessi vanno a colpire le cromature delle auto in modo da creare elementi particolarmente brillanti. Su schermo c’è tutto quello che si deve vedere: lo spettatore percepisce così un’immagine naturale e mai appiattita sui particolari più luminosi o su quelli più scuri.
CONCLUSIONI
Questo primo contatto con il TV G3 da 65” ci ha favorevolmente impressionato: il balzo in avanti, in termini di prestazioni, è evidente, anche senza tirare in ballo gli strumenti di misura. Basta osservare il nuovo OLED per pochi minuti per notare un sostanzioso incremento nella luminanza, sia a livello di picco sia su tutto lo schermo, un miglioramento che può tornare decisamente utile in ambienti fortemente illuminati. Non va poi dimenticato l’apporto dato dal filtro anti-riflesso, molto più efficace nel contrastare gli effetti delle luci naturali o artificiali che colpiscono il pannello.
Abbiamo poi una dotazione ancora più ricca che sicuramente non stravolge l’esperienza utente ma la arricchisce con aggiunte che rendono il prodotto ancora più completo, probabilmente il più completo tra quelli annunciati ad oggi nella gamma 2023. Pensiamo ad esempio al Quick Media Switching, QMS-VRR, che al netto delle problematiche che stanno emergendo in relazione alla sua implementazione, non è per ora presente nelle specifiche di altri televisori in arrivo entro l’anno.
La Smart TV non è stata rivoluzionata ma ottimizzata, con diverse limature, più o meno evidenti, che sono sicuramente le benvenute: l’introduzione dell’interfaccia a tutto schermo su webOS 2022 aveva infatti portato qualche problematica sia a livello di usabilità sia per quanto riguarda la reattività. LG ha lavorato su entrambe e anche se non possiamo dare un giudizio definitivo (servirebbero test più approfonditi), ci sembra che il colosso coreano si sia mosso nella giusta direzione, semplificando la ricerca dei contenuti sulla home page e rendendo più reattivo tutto il sistema, che per le circa 4 ore che abbiamo avuto a disposizione ha sempre risposto prontamente a qualsiasi comando.
In attesa di ricevere un esemplare definitivo per la recensione, possiamo dire senza timore di smentita che il G3 si candida a diventare uno dei TV OLED più interessanti in assoluto, capace di alzare ulteriormente l’asticella della qualità rispetto a tutti i prodotti commercializzati fino ad oggi.
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Commenti (14)
-
Buongiorno Nicola, innanzitutto complimenti per la bella recensione che nonostante il poco tempo sembra mancare di poche cose. Tra queste volevo sapere se hai avuto modo di valutare il near black - black crush di cui si parlava per le generazioni precedenti di oled LG..
P.s. ma Panasonic quest’anno non fa neanche più una presentazione completa della nuova gamma? -
Ciao Ryusei.
C'ero anche io in quella bella stanza al VIU Hotel e non c'è stato tempo per una indagine così accurata. Con così poco tempo a disposizione, bisogna fare delle scelte...
Per quello che chiedi e per tutto il resto ci sono i test approfonditi in cui avremo a disposizione il TV per un bel rodaggio e per approfondire vari aspetti. E in quel caso si aspetta anche un TV di produzione. -
Originariamente inviato da: Ryusei;5237682P.s. ma Panasonic quest’anno non fa neanche più una presentazione completa della nuova gamma?[CUT]
Lo scorso anno Panasonic ci ha mostrato la nuova gamma a luglio:
https://www.avmagazine.it/articoli/...-980_index.html
Secondo me quest'anno succederà prima. -
WebOS
Vedere le foto di webos con il 70% dello schermo dedicato a roba sostanzialmente inutile (pubblicità o raccomandazioni), mi fa veramente incavolare...
AppleTV mi sa che è una delle poche soluzioni per avere una home pulita, priva di pubblicità o consigli non desiderati, perchè pure le firetv ormai hanno abbracciato questa scelta...
Per il resto sembra un gran bel TV... io sono fermo alla serie E del 2016 di LG OLED, per i primi 4 o 5 anni non ho sentito alcuna necessità di aggiornarla, ora i pannelli iniziano ad essere decisamente migliori, e la questione dei riflessi in alcuni casi è molto fastidiosa...
Peccato per la piega che ha preso webOS... -
Ricordiamo che la soglia critica è fissata a 3.
Se posso chiedere, per quale formula di differenza dei colori la soglia (JND?) è stata fissata a 3? Grazie. -
Originariamente inviato da: gg74;5237695Come dice Nicola nell'articolo, la pubblicità dei contenuti può essere disattivata ma la zona rimane, con la pubblicità solo delle app dello store ufficiale.Vedere le foto di webos con il 70% dello schermo dedicato a roba sostanzialmente inutile (pubblicità o raccomandazioni), mi fa veramente incavolare...
..[CUT] -
Originariamente inviato da: Anger.Miki;5237699Credo che con il '3', Nicola si riferisca al Delta E ITP. In effetti servirebbe un bell'approfondimento sui vari Delta E, sui rispettivi valori di soglia, per adeguare le misure pubblicate su avmagazine a parametri più stringenti che possano sottolineare le giuste differenze tra un display e l'altro.Se posso chiedere, per quale formula di differenza dei colori la soglia (JND?) è stata fissata a 3? Grazie.
Emidio -
Ti sei salvato
Il JND per dEITP è 1 ma viene considerato tollerabile fino a 3. Tutti i dE partono con un JND di 1, alcuni vengono poi adeguati in base alle prestazioni nel tempo. Il JND di CIE dE1976, per esempio, è stato portato a 2,3. -
Il color Gamut rimane comunque nettamente inferiore a quello dei Qd Oled
Ad ogni modo un bel passo in avanti -
Si sulle altissime luci è così però come ben si sa la cosa che colpisce di più gli acquirenti che guardano i TV in esposizione è la luminosità massima, non per nulla gli LCD che sparano luce a mille, sono i più venduti ancora.