Test TV Mini LED TCL C935
TCL C935 è l'attuale ammiraglia del produttore cinese, un modello dotato di Quantum Dot e retroilluminazione Full LED Array con local dimming. La dotazione comprende anche Google TV e sofisticati algoritmi sviluppati per eliminare gli aloni di luce, il cosiddetto effetto blooming.
TCL è stata una delle principali fautrici della tecnologia Mini LED, che sostituisce i diodi convenzionali con LED molto più piccoli in modo da aumentarne sensibilmente il numero. Con la serie C935 del 2022 si arriva alla terza generazione, dopo gli X10 lanciati alla fine del 2019 (qui la nostra prova), le serie C825, X925 e i gli X925 Pro con tecnologia OD Zero, annunciata per la prima volta al CES 2021.
In attesa dei modelli 2023, ormai in dirittura di arrivo (qui tutte le novità), proponiamo ai lettori la recensione del C935, l’attuale ammiraglia Mini LED che promette prestazioni molto interessanti grazie ad una retroilluminazione ben più sofisticata della media, anche prendendo come termini di paragone solo i televisori di fascia più alta. Non troviamo la tecnologia OD Zero, per molti versi estrema e decisamente costosa, ma la sua variante più vicina, la OD 5.
La dotazione comprende poi la Smart TV basata su Google TV e un sistema audio tutt’altro che convenzionale, sviluppato grazie all’apporto di Onkyo e capace di supportare varie tipologie di tracce, non solo quelle Dolby come ormai accade sulla maggior parte dei prodotti in commercio. Non mancano poi le funzioni dedicate ai videogiochi che, come vedremo, si spingono fino ad abbracciare soluzioni non esattamente convenzionali.
SOMMARIO
CARATTERISTICHE TECNICHE E DESIGN
Il modello che abbiamo ricevuto in prova è il 65”, quello più piccolo tra i due proposti (l’altro è il 75”). Il design è pulito ed elegante: TCL ha scelto linee minimaliste, seguendo così i dettami del mercato che da qualche anno punta a realizzare televisori con cornici sempre più sottili, in modo da concentrare tutta l’attenzione sullo schermo. La finitura in nero/grigio scuro è abbinata ad un profilo in metallo spazzolato sui lati, ben curata esattamente come l’assemblaggio delle cornici.
La volontà di minimizzare al massimo l’impatto di tutti gli elementi estranei al display è resa evidente dalla sezione audio, contenuta dietro la griglia grigia posta lungo il lato inferiore del display. L’ingombro è davvero ridotto al minimo e l’attenzione dello spettatore resta così concentrata sulle immagini. Il TV è sorretto da una base in metallo a forma di 'L', sufficientemente pesante da garantire una buona stabilità al prodotto. La porzione che si aggancia al corpo del televisore non è però altrettanto convincente: questa parte è realizzata in plastica ed è abbinata a due elementi in metallo che mantengono la necessaria rigidità strutturale e che servono anche per fissare le viti.
Il retro della base presenta un vano vuoto all’interno per far passare i cavi e convogliarli verso il fondo del mobile per mantenerli in ordine. C’è però una lacuna che salta all’occhio: manca un sistema che porti tutti i fili verso la base raccogliendoli e magari occultandoli. Il vano che contiene tutti gli ingressi e quello dove si collega l’alimentazione si possono coprire con uno sportello fornito in dotazione, ma da qui i cavi escono liberi restando in piena vista. Occorre quindi dotarsi di fascette per non avere fili che penzolano dove capita.
C’è quindi spazio per migliorare ancora e salire ulteriormente di livello, anche se complessivamente si percepisce sicuramente una buona sensazione di robustezza e cura, a testimonianza del buon lavoro svolto da TCL. Nella dotazione sono inclusi due telecomandi: c’è l’unità che potremmo definire più tradizionale e quella pensata per un uso più 'smart'. Il telecomando tradizionale è più lungo e comprende il tastierino numerico mentre quello 'smart' è semplificato nel numero di tasti ed è pertanto più corto, oltre ad includere un microfono per l’interazione vocale e i pulsanti per accedere ad alcuni servizi streaming.
Il pannello montato sul C935 è un LCD Ultra HD dotato di retroilluminazione con Mini LED che compongono una configurazione Full LED array con local dimming. Il sistema usato da TCL comprende 6.480 Mini LED suddivisi in 1.080 zone (suddivise in 36 x 30) in cui la retroilluminazione si può controllare, e spegnere, in maniera indipendente. Su questo TV è presente anche la tecnologia OD5, acronimo di Optical Distance 5 cioè distanza ottica 5. La distanza ottica è quella che separa il modulo che ospita la retroilluminazione con Mini LED e lo strato che diffonde la luce proveniente da essi su tutto lo schermo. OD5 indica che la distanza ottica è di 5 millimetri.
Accorciare la distanza ottica permette di ridurre lo spessore dei TV e di concentrare con più precisione la luce su una zona ben precisa ed è una delle soluzioni adottate da TCL per ridurre il cosiddetto 'blooming', gli aloni luminosi che si possono creare intorno a oggetti luminosi circondati dal nero. A questo si aggiungono altri sistemi studiati per pilotare con maggiore precisione i Mini LED. La luminanza viene gestita con un’elaborazione a 16-bit mentre il controllo dei diodi è a 12-bit, che tradotto in termini più semplici significa una maggiore precisione nel modulare la luminanza nelle varie zone, per un totale di 4.096 livelli.
Sul C935 si aggiungono altre due tecnologie direttamente collegate: Mini LED Direct Drive e Backlight De-Mura. Mini LED Direct Drive riduce i tempo di risposta dei Mini LED mentre il Backlight De-Mura serve invece per eliminare il 'mura effect', cioè le imperfezioni, a livello di uniformità, che si possono palesare sugli LCD Full LED specialmente durante i movimenti rapidi su sfondi uniformi, ad esempio durante le partite di calcio. La riduzione del blooming è favorita anche dal sistema di pilotaggio dei Mini LED che TCL definisce 'Circles'. I diodi diffondono luce con una forma circolare anziché squadrata, come accade su altri prodotti con dotazione analoga. Questa forma permetter di rappresentare meglio i contorni degli oggetti luminosi e favorisce una transizione più morbida tra i LED accesi e il nero.
Il passaggio non è netto ma graduale e tiene in considerazione il rapporto di contrasto statico e il modo in cui l’occhio umano percepisce la luce. Tradotto in parole più semplici, il local dimming del C935 pilota i Mini LED ad alta luminosità in corrispondenza degli elementi più luminosi, sfumando poi una prima volta verso i bordi e poi una seconda volta prima di spegnere completamente la retroilluminazione. Questa gestione evita un salto netto dal picco di luminanza al nero e di conseguenza limita notevolmente l’insorgenza degli aloni.
Il pannello LCD è di tipo VA a 8 domini con il miglior rapporto di contrasto nativo della categoria: ogni sub-pixel è suddiviso in 8 zone, dette anche domini, che diffondono luce in varie direzioni, ampliando così l’angolo di visione senza ricorrere a filtri che hanno lo svantaggio di peggiorare il livello del nero. Abbiamo poi una frequenza di aggiornamento a 100 / 120 Hz che può raggiungere i 144 Hz quando si collega un PC da gioco. Gli ingressi HDMI sono 4, 2 dei quali in versione 2.1 a 48 Gbps. Sono supportati segnali Ultra HD fino a 144 Hz su HDMI 1, fino a 120 Hz su HDMI 2, Auto Low Latency Mode e Variable Refresh Rate anche sotto forma di FreeSync Premium. Va sottolineato che TCL ha intelligentemente separato la gestione di eARC dagli ingressi HDMI 2.1: il canale di ritorno audio evoluto è disponibile su HDMI 4, uno degli ingressi limitati a 60 Hz. Rispetto ad altri prodotti, qui gli ingressi HDMI 2.1 effettivamente utilizzabili sono sempre 2.
L’elaborazione del segnale è affidata ad algoritmi che fanno capo del deep learning, una forma evoluta di reti neurali, quelle che vengono comunemente definite intelligenza artificiale. TCL ha raggruppato tutte queste ottimizzazioni sotto il cappello denominato AiPQ Engine di seconda generazione. Il TV è capace di riconoscere la tipologia dei contenuti, cioè il contesto all’interno del quale deve operare per migliorare le immagini. Tra le elaborazioni applicate troviamo l’upscaling con Super Resolution (incremento della nitidezza), gli interventi su riduzione del rumore, saturazione, luminosità e contrasto, un filtro per rendere più graduale la transizione tra le sfumature di colore e il tone mapping dinamico, del quale parleremo più in dettaglio nel capitolo sulla prova di visione.
Il sistema audio di C935 è curato da Onkyo ed è più evoluto della media: troviamo una configurazione a 2.1.2 canali con i frontali inseriti sotto la griglia che percorre il lato inferiore, due canali altezza posti dietro in prossimità del bordo superiore e un woofer posteriore. Gli altoparlanti hanno tutti una potenza di 15 W ciascuno ai quali si aggiungono i 30 W del woofer. Il TV è compatibile con Dolby Atmos e anche con DTS, non a caso troviamo anche la certificazione IMAX Enhanced. Per quanto riguarda HDR c’è la compatibilità con HDR10, HDR10+, HLG, Dolby Vision (fino a 60 Hz) e Dolby Vision IQ. Ovviamente non mancano si sintonizzatori TV che qui includono DVB-T2 e DVB-S2, quindi digitale terrestre e satellite con anche HbbTV.
A completare il pacchetto è la Smart TV basata sulla versione più recente del sistema operativo sviluppato da Google, cioè Google TV. C935 è stato lanciato con un listino indicativamente fissato a 2.499 euro e attualmente si può acquistare con prezzi a partire da 1.700 euro circa.
MISURE E CALIBRAZIONE
Bilanciamento e gamut in modalità Standard
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Come di consueto abbiamo misurato il comportamento del TV con il software Calman, disponibile anche in versione consumer. La modalità video selezionata di base è quella Standard, che però non è molto corretta perché, come praticamente tutte le impostazioni di partenza proposti sui televisori di tutte le marchi, tende eccessivamente al blu e satura troppo i colori per via dello spazio colore impostato su “Nativo”. In queste condizioni il TCL spinge praticamente al massimo per offrire la più ampia copertura sul gamut. I problemi che ne derivano sono due: il primo è che tutti i colori sono troppo carichi, anche gli incarnati e questo si nota senza difficoltà. Il secondo è che in gamma dinamica standard si va ben oltre il riferimento del Rec.709 e si sacrifica così qualsiasi velleità di riprodurre fedelmente le immagini.
Bilanciamento e gamut in modalità Standard con temperatura colore e spazio colore modificati
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Fortunatamente si possono ottenere importanti miglioramenti con solo due modifiche molto semplici: è sufficiente impostare la temperatura colore su 'Caldo' e lo spazio colore su 'Auto'. Con queste piccole modifiche, sulla scala dei grigi si passa da un DeltaE di circa 12, quindi decisamente alto, a circa 4, dunque abbastanza buono. Sui colori va ancora meglio perché in media l’errore è sotto a 2, quindi completamente invisibile a occhio e solo su alcune tinte arriva intorno al 4. Tra queste non rientrano fortunatamente gli incarnati che appaio infatti naturali e non eccessivamente carichi. La modalità Standard si può perciò usare come alternativa a quelle più corrette, ad esempio per la visione diurna in ambienti illuminati, dato che l’impostazione del gamma, circa 2,1, è assolutamente adatta per questo scopo.
Bilanciamento e gamut in modalità Cinema
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Le migliori modalità video sono le seguenti:
SDR e HDR
- Ambiente luminoso: Standard (con le modifiche sopra elencate)
- Ambiente oscurato: Cinema o IMAX (HDR)
Dolby Vision
- Ambiente luminoso: Dolby Vision Luminoso o Dolby Vision IQ
- Ambiente oscurato: Dolby Vision Scuro
Saturazioni e color checker in modalità Cinema
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Dolby Vision IQ funziona piuttosto bene e probabilmente in molti ambienti è adatto per qualsiasi tipo di visione. Consigliamo comunque la modalità 'Scuro' per la visione con poca luce perché il sensore di illuminanza può comunque alterare un po’ l’immagine quando percepisce una variazione nella quantità di luce in ambiente, e in alcuni casi basta che qualcuno si frapponga tra una fonte di luce e il sensore stesso per far cambiare un po’ i parametri. Con 'Scuro' si va invece sul sicuro anche perché con la stanza oscurata non servono interventi che cambino le impostazioni in tempo reale.
Saturazioni e color checker in modalità Cinema calibrata
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La taratura di fabbrica della modalità 'Cinema' offre buone prestazioni: sulla scala dei grigi il DeltaE medio è 2,3 e solo tra il 75% e l’85% si arriva a circa 3,5, quindi ad una soglia di errore effettivamente percepibile ad occhio. Il gamma ha un andamento abbastanza lineare ma tende in alcuni punti ad alzarsi un po’ troppo: lo si nota specialmente nelle scene più scure dove alcuni particolari si perdono. I grafici del gamut, del color checker e delle saturazioni confermano il buon lavoro svolto in fabbrica: il DeltaE medio è circa 1,4 mentre al massimo si arriva intorno a 3,6 quindi con scostamento visibile a occhio ma con una fedeltà più che buona.
Saturazioni e color checker in modalità Cinema calibrata
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In HDR abbiamo misurato una temperatura colore che tende al freddo sulle alte luci, anche se l’errore è comunque compreso in un intervallo pari al 4% quindi non eccessivamente pronunciato. La linearità è ottima: il TV segue la curva EOTF in modo praticamente perfetto. Il tone mapping esegue il 'roll off' appena prima di raggiungere il picco di luminanza. Il roll-off segna il punto in cui uno schermo scurisce l’immagine per riprodurre una gamma dinamica che eccede le proprie capacità.
Bilanciamento in modalità Cinema calibrata con segnale al 10% e APL costante al 25%
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Sui colori abbiamo invece registrato una minore fedeltà rispetto alla taratura in SDR, un fatto che del resto non capita raramente dato che ottenere una precisione altrettanto alta è più difficile. Il picco di luminanza supera abbondantemente i 2.000 nit su finestre tra il 2% e il 5% mentre al 10%, dopo aver eseguito la taratura, ci si attesta a circa 1.300-1.400 nit. Sul picco abbiamo però notato la tendenza a calare dopo che il prodotto è stato utilizzato per un po’ di tempo. Quando si guardano contenuti in HDR per un certo periodo, il picco di luminanza cala e tende a stabilizzarsi intorno a 1.200 nit sul bianco al 10%. Ovviamente anche su aree più ridotte o ampie si nota un comportamento simile in proporzione.
Bilanciamento in modalità Gioco
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A seguire tutti i valori registrati per il picco di luminanza:
- Schermata all’1%: circa 1.070 nit
- Schermata al 2%: circa 2.300 nit
- Schermata al 5%: circa 2.300 nit
- Schermata al 10%: circa 1.700 nit
- Schermata al 25%: circa 1.200 nit
- Schermata al 50%: circa 1.100 nit
- Schermata al 75%: circa 880 nit
- Schermata al 100%: circa 680 nit
I ben oltre 600 nit sul bianco al 100% si mantengono a tempo indefinito e rendono il C935 ottimo per ambienti con forte presenza di luce.
Bilanciamento in modalità IMAX (HDR)
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Nei menu c’è tutto l’occorrente per eseguire una taratura accurata. Sul funzionamento degli strumenti ci sono però alcune considerazioni da fare. I controlli non sono infatti sempre precisi e non rispondono sempre come ci si aspetterebbe. Il bilanciamento del bianco a 2 punti in gamma dinamica standard va usato con attenzione per quanto riguarda le basse luci: si può infatti alzare il livello del nero con effetti negativi sul local dimming.
Bilanciamento e saturazioni nella modalità Cinema in HDR
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Generalmente il nero si attesta intorno a 0,027 nit con un rapporto di contrasto nativo (senza local dimming) di 5.000 - 6.000:1 che è al vertice della categoria (superiore anche ai migliori TV LCD più blasinati). Il bilanciamento del bianco a 2 punti può portare il nero a circa 0,031. Può sembrare poco ma è sufficiente per non far entrare più in funzione il local dimming in varie situazioni. In alcuni casi lo schermo quindi non si spegne più completamente e il rapporto di contrasto peggiora notevolmente. Serve quindi prudenza perché anche se i grafici possono sembrare ottimi, alla prova dei fatti l’immagine ne risulta decisamente penalizzata.
ColorChecker e ColorMatch nella modalità Cinema in HDR
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Con i controlli a 20 punti non abbiamo riscontrato le stesse problematiche ma c’è comunque qualcosa da migliorare: i valori presenti nel menu non corrispondono esattamente con passi del 5% della scala dei grigi. Ciò significa che a volte quando si regola il bilanciamento del bianco su un punto in realtà si modifica anche quello immediatamente adiacente. Succede tra il 40% e il 45% e tra il 95% e il 100%. Con pazienza si riescono ad ottenere ottimi risultati ma c’è margine per migliorare e semplificare il lavoro di chi si vuole cimentare con la taratura del proprio televisore.
Copertura spazio colore BT.2020 e DCI-P3 nella modalità Cinema in HDR
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Con il local dimming attivo su Alto il TV gestisce la retroilluminazione variandone il comportamento a seconda delle immagini da visualizzare: il rapporto tra zone nere con Mini LED spenti e zone luminose con Mini LED accesi modifica anche la curva del gamma. L’algoritmo è un po’ più aggressivo e tende a schiarire alcuni particolari mentre in altri casi può capitare l’opposto, ovvero che li scurisca più del necessario. Non c’è pertanto un comportamento assolutamente fedele alla volontà artistica del regista, alla quale si avvicina di più l’impostazione basso del local dimming. Consigliamo però l’impostazione Alto perché la differenza nel rapporto di contrasto è molto importante: su schermata ANSI, quindi con rettangoli neri e bianchi che si alternano, abbiamo misurato circa 50.000:1, un valore assolutamente non raggiungibile con attenuazione locale su basso perché non solo il nero si alza ma sono molte di più le occasioni in cui lo schermo non si spegne completamente se non in presenza di schermate molto scure e tendenzialmente uniformi.
Bilanciamento e saturazioni nella modalità Cinema in HDR calibrata
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Per una visione confortevole in ambienti poco illuminati consigliamo di impostare la luminosità tra 23 e 26. Di fabbrica la retroilluminazione è troppo esuberante anche nella modalità Cinema, dove supera comunque i 200 nit. Suggeriamo anche di disattivare la funzione 'Luminosità adattiva', quella che regola la retroilluminazione tramite il sensore che rileva la luminosità in ambiente. Per farlo è sufficiente aprire il menu impostazioni, poi display e audio, impostazioni intelligenti e immagine intelligente. Il sensore tende a diminuire troppo la luminanza massima quando in ambiente c’è poca luce, molto più del necessario e con un impatto negativo sull’immagine.
ColorChecker e ColorMatch nella modalità Cinema in HDR calibrata
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Dopo la calibrazione il C935 raggiunge risultati eccellenti in SDR: il DeltaE medio sulla scala dei grigi scende a 0,2 con un’ottima linearità, ad eccezione di due punti dove il gamma scende leggermente proprio per via dei controlli su 20 punti non proprio precisissimi. Si tratta comunque di imperfezioni del tutto trascurabili. Sui colori la precisione cala un po’ ma rimane comunque ottima: su gamut, color checker e saturazioni il DeltaE non supera mai 3,2 e in media è poco sotto al 2. In HDR è ancora più facile ottimizzare il bilanciamento del bianco riportando la temperatura colore su 6.500K. Migliora visibilmente anche la fedeltà cromatica che resta però inferiore a quella che abbiamo misurato in gamma dinamica standard. Complessivamente il quadro è comunque molto buono anche con l’elevata gamma dinamica.
Copertura spazio colore BT.2020 e DCI-P3 nella modalità Cinema in HDR calibrata
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Prima della calibrazione il TV ha evidenziato una copertura dello spazio colore DCI-P3 pari al 95,46% xy e del 96,96% uv, mentre per il BT.2020 abbiamo il 72,89% xy e il 77,68% uv. Dopo la taratura il DCI-P3 si attesta al 95,43% xy e al 97,01 uv con il BT.2020 che passa al 73,19% xy e al 77,82% uv.
Concludiamo con l’uniformità: l’esemplare che abbiamo ricevuto era piuttosto buono ma non perfetto. Con schermate uniformi, soprattutto di colore grigio molto scuro, era possibile notare alcune imperfezioni concentrate soprattutto nell’angolo in basso a destra. Nulla che possa distrarre lo spettatore durante la visione ma i più pignoli potrebbe notarle di tanto in tanto.
LA SMART TV
Come molti altri prodotti presenti sul mercato, anche il TCL C935 è provvisto di un SoC realizzato da MediaTek: parliamo per la precisione di un MT5889, un quad-core a 64-bit con CPU basata su architettura ARM Cortex-A73 a 1.300 GHz, una GPU Mali-G52, 3 GB di RAM e 22 GB di memoria interna dei quali circa 20 effettivamente disponibili. Durante l’uso non abbiamo generalmente riscontrato problematiche relative alla fluidità e alla reattività del sistema. Ci sono però alcune eccezioni: si può infatti verificare qualche scatto o perdita di frame quando si aprono i menu durante la riproduzione di video in streaming alla massima qualità. Fortunatamente queste incertezze non sembrano verificarsi quando si naviga tra le app o all’interno delle stesse e ci sentiamo perciò di affermare che l’esperienza d’uso non viene compromessa.
Per quanto riguarda le applicazioni disponibili, su Google TV si trovano la maggior parte dei principali servizio, come ad esempio Netflix, Prime Video, Apple TV+, Paramount+, RaiPlay e tanti altri. L’assenza più rilevante è NOW, il servizio di Sky che sulla piattaforma Google non è presente se non tramite accordi tra i singoli marchi e la pay TV. Tutte le tecnologie supportate dal TV sono correttamente presenti all’interno dei vari servizi streaming: abbiamo perciò Dolby Vision e Dolby Atmos, HDR10+ (lo abbiamo provato su Prime Video) e anche IMAX Enhanced su Disney+.
Il media-player integrato ha riprodotto tutte le tipologie di file che gli abbiamo dato in pasto, anche le versioni qualitativamente più impegnative estratte da dischi Ultra HD Blu-ray ad alto bitrate. Ottima la compatibilità con le tracce audio in DTS: il TV supporta anche il DTS-HD Master Audio e non mostra la minima incertezza, a differenza di altri modelli, teoricamente compatibili, che in fase di recensione avevano evidenziato buchi o fastidiosi salti nell’audio con formati analoghi.
Chiudiamo questo capitolo parlando dell’interazione vocale, che si può sfruttare in due modi: usando il microfono integrato nel telecomando oppure quelli presenti nel televisore. In entrambi i casi ci si appoggia a Google Assistant ma c’è la possibilità di usare anche Alexa, anche se per quest’ultima è necessario abbinare uno speaker esterno. I comandi vocali funzionano bene e vengono recepiti senza alcun problema, sia che si ricorra al telecomando sia che ci si appoggi ai controlli 'hands free', cioè parlando direttamente verso il C935. L’unica accortezza è quella di non avere troppo rumore di fondo quando non si parla direttamente al telecomando.
LA PROVA DI VISIONE
I nostri test sono partiti come di consueto con il materiale a risoluzione standard (SD). L’elaborazione video lavora abbastanza bene ma senza brillare particolarmente: l’upscaling tende a restituire immagini più morbide e di conseguenza il livello di dettaglio non è elevatissimo. I difetti di compressione eventualmente presenti, come rumore video o artefatti di vario genere, non vengono mascherati più di tanto e va quindi messo in conto qualche compromesso quando la qualità della sorgente è di basso livello, specialmente nelle parti più scure, dove le imperfezioni emergono anche nella rappresentazione delle sfumature di colore. Diciamo quindi che la gestione del segnale non è un punto particolarmente forte e che c’è ancora da lavorare per arrivare al livello dei migliori.
Quanto descritto si applica, con le dovute proporzioni, anche ai segnali HD: la ricostruzione del dettaglio tende comunque al morbido e bisogna sempre fare i conti con difetti nel segnale di partenza. Ovviamente con materiale di alta qualità, per esempio un Blu-ray, il processore lavora meglio grazie alla maggior quantità di informazioni già presenti di base e il risultato è più soddisfacente. In tutti i casi, quindi con materiale più o meno compresso, SD o HD, si apprezza una resa naturale ed equilibrata, frutto della buona fedeltà che il C935 riesce ad esprimere anche con le impostazioni di fabbrica, a patto di selezionare le modalità video più corrette.
La gestione del moto è molto buona: si può attivare o disattivare completamente agendo sulla voce 'Nitidezza movimento', che comprende altri tre livelli di funzionamento. Si può agire separatamente sulla riduzione della sfocatura per aumentare il dettaglio ('Riduzione sfuocatura') e per aumentare la fluidità ('Riduzione tremolio'). Come sempre non bisogna farsi prendere la mano dall’entusiasmo: il recupero del dettaglio c’è ed emerge in modo evidente tanto che alzando gli appositi selettori si arriva tranquillamente a risolvere anche più di 1080 linee.
Consigliamo però di procedere gradualmente e di non avvicinarsi nemmeno al massimo dell’intensità per due motivi: il principale è che l’elaborazione del moto più esasperata crea inevitabilmente artefatti fastidiosi, ben visibili in varie circostanze quando le immagini che scorrono sono più complesse. Un esempio classico sono i soggetti in movimento su sfondi anch’essi in movimento: in queste situazioni i contorni si scompongono e i difetti visivi tendono a distrarre lo spettatore.
Il secondo motivo è legato al rispetto del materiale originale: chi vuole preservare la naturale e scarsa fluidità del materiale cinematografico deve ridurre al minimo, o ancora meglio azzerare, la Riduzione tremolio. Il cosiddetto effetto 'soap opera', che rende i film simili a produzioni televisive, è letteralmente dietro l’angolo e si palesa fin da subito per chi ha l’occhio allenato. Fortunatamente non serve nessun ausilio per poter vedere i film a 24p senza microscatti causati da una non corretta sincronia con la frequenza di aggiornamento dello schermo.
Chi non apprezza gli interventi sul moto può lasciare Nitidezza movimento spenta e godersi i film così come li ha pensati il regista. Consigliamo di evitare assolutamente la funzione 'LED per nitidezza movimenti', che sfrutta la retroilluminazione per ridurre la sfocatura. Il risultato effettivamente c’è ma il prezzo da pagare è troppo alto: la luminosità cala drasticamente e le immagini sfarfallano (“flickerano”) in modo molto fastidioso, praticamente come se si stesse guardando una luce intermittente (e del resto il principio alla base è proprio quello), rendendo la visione davvero poco piacevole.
In HDR si apprezza immediatamente la capacità di offrire immagini di forte impatto, grazie ad un picco di luminanza importante che rende il tone mapping marginale in molti casi. Non c’è la necessità di adattare i contenuti alle capacità dello schermo se non in presenza di picchi molto elevati. C935 si fa apprezzare anche per la capacità di mantenere la corretta saturazione anche in quando la luminanza su schermo sale considerevolmente.
Il volume colore è perciò molto ampio, un altro aspetto che colpisce l’occhio dello spettatore e ha un grande effetto sull’appagamento visivo. Parlando di HDR è impossibile non approfondire il funzionamento del local diming. Il controllo locale della retroilluminazione è del resto fondamentale per un LCD Mini LED, dato che senza il suo contributo sarebbe impossibile ottenere un rapporto di contrasto soddisfacente.
Tutti gli accorgimenti messi in campo da TCL si sono dimostrati molto efficaci nel contenere il blooming. Da questo punto di vista il TCL è il probabilmente il miglior LCD che abbiamo provato, in attesa di mettere le mani sui nuovi prodotti della gamma 2023. Qualche alone si può ancora scorgere in situazioni molto al limite, ad esempio con alcuni sottotitoli in sovrimpressione nei titoli in HDR in corrispondenza di scene molto scure.
Si tratta però di casi davvero sporadici che per quantità e incidenza riteniamo marginali e ben lungi dal poter distrarre lo spettatore durante la visione. Come abbiamo riportato nel capitolo dedicato alle misure, il funzionamento del local dimming varia in funzione de rapporto tra chiari e scuri e quindi delle immagini su schermo; può quindi capitare che alcuni particolari vengano ad esempio persi nelle parti più buie, per via degli algoritmi che danno priorità alla riduzione del blooming.
La retroilluminazione è capace di raggiungere picchi di luminanza elevati non solo su finestre ridotte ma anche su porzioni ampie dello schermo. Per questo motivo non abbiamo mai notato fluttuazioni apprezzabili nel livello della luminanza, nemmeno quando le parti brillanti vanno a coprire gran parte del quadro. C935 applica un tone mapping che tende a rispettare la fedeltà dell’immagine. Il tone mapping è quell’elaborazione che serve per far rientrare la gamma dinamica presente nei contenuti all’interno delle effettive capacità del televisore. Volendo si può abilitare anche “Mappatura tono dinamica”, che esegue quanto appena descritto analizzando le scene in tempo reale e modificando i valori in modo simile ai formati con metadati dinamici, cioè Dolby Vision e HDR10+.
L’attivazione di questa funzione va a schiarire l’immagine che appare così più luminosa di quanto dovrebbe. Può essere utile in ambienti ben illuminati per compensare l’effetto della luce presente ma non rispetta la volontà del regista: ciò che l’utente vede non è una rappresentazione fedele. Non è però solo una questione che interessa ai puristi: questa tendenza a far apparire le scene più luminose del necessario può alterare in modo evidente alcuni aspetti tutt’altro che secondari, come gli incarnati (è evidente in alcuni primi piani) e i cosiddetti “specular highlights”, cioè i particolari più brillanti, quelli su cui si registrano i picchi di luminanza.
Quando i picchi si trovano in corrispondenza di elementi che si avvicinano al limite coperto dal TV, ecco che l’attivazione del tone mapping dinamico li porta oltre schiarendoli ancora e finendo così per bruciarli nel bianco, non più visibili a occhio. Per questi motivi consigliamo di usarla solo per controbilanciare gli effetti di una stanza molto luminosa: è vero che l’effetto non è sempre così netto ma in generale abbiamo trovato più appagante la visione senza tone mapping dinamico.
In presenza di forti fonti di luce bisogna prestare un po’ di attenzione al posizionamento del TV: il filtro anti-riflesso non si è dimostrato particolarmente efficace. Con Dolby Vision e HDR10+ si confermano le ottime impressioni che abbiamo riportato con il materiale in HDR10, con la differenza che in questi casi ci sono già i metadati dinamici a bilanciare ancora meglio la gamma dinamica, senza bisogno di elaborazioni aggiuntive e con la sicurezza di preservare sempre la fedeltà dal punto di vista artistico.
I miglioramenti rispetto a HDR10 non sono sempre particolarmente evidenti ma contribuiscono comunque a spostare le prestazioni verso l’alto, vuoi per un maggior dettaglio sulle alte luci o per una superiore precisione nel mettere su schermo le sfumature di colore anche in prossimità del nero. Questo discorso vale anche per il Dolby Vision IQ che si è dimostrato efficace nell’adattare le impostazioni alle condizioni di luce.
L’impianto audio messo a punto con il contributo di Onkyo garantisce prestazioni decisamente superiori alla media. Non è facile trovare un televisore con bassi convincenti e il C935 è tra questi. Gli speaker posti in alto riescono ad ampliare il coinvolgimento espandendo effettivamente il fronte sonoro, ovviamente nei limiti di un sistema che non è un proiettore sonoro e non può quindi posizionare gli effetti virtuali tutto intorno allo spettatore.
La stessa immagine con e senza Mappatura tono dinamica
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Possiamo dire che l’espansione verso l’alto c’è e se la stanza lo permette, qualcosa si avverte anche verso i lati. La potenza è più che sufficiente anche per ambienti di dimensioni medio-grandi grazie alla capacità di non perdere chiarezza anche a volumi sostenuti. Il limite è sui medi che sono un po’ più arretrati rispetto ai medio-alti.
Chiudiamo con i videogiochi: l’input lag, il tempo di risposta ai comandi, si attesta a circa 14 ms con local dimming attivo e segnali a 60 Hz, motivo per cui non si deve rinunciare al contrasto per ottenere un’esperienza soddisfacente. Con segnali a 120 Hz l’input lag scende a circa 5 ms. C935 è capace di risolvere segnali con campionamento del colore in 4:4:4 ma solo fino a 60 Hz; quando si passa ai 120 Hz si è limitati al campionamento in 4:2:2. Segnaliamo che come su molti altri prodotti anche qui si possono verificare alcune fluttuazioni della luminosità quando è attivo il Variable Refresh Rate.
CONCLUSIONI
Il C935 si è rivelato un prodotto capace di offrire prestazioni molto buone: è provvisto di un ottimo pannello LCD e grazie alla sofisticata retroilluminazione offre un rapporto di contrasto molto elevato. Il picco di luminanza è ottimo sia su schermata piena in SDR sia in HDR e questo lo rende un modello di sicuro impatto con i contenuti in elevata gamma dinamica nonché una scelta eccellente per chi ha bisogno di un TV per ambienti molto ben illuminati.
La Smart TV è completa e solitamente fluida e reattiva, anche se qualche inciampo quando si eseguono più azioni simultaneamente è da mettere in conto. Ottime le prestazioni con i videogiochi: la risposta ai comandi è rapida e non bisogna nemmeno rinunciare al local dimming, che va elogiato per la capacità di abbattere drasticamente gli aloni di luce, ponendosi ai vertici della categoria sotto questo punto di vista.
Come per ogni prodotto non ci sono solo pregi: i punti deboli coinvolgono il software del TV e l’elaborazione video. A livello software abbiamo riscontrato alcuni aspetti da sistemare, ad esempio controlli per la calibrazione che non rispondono sempre come dovrebbero e complicano la vita a chi ricerca la massima fedeltà possibile. Non si tratta di ostacoli insormontabili ma ci sono comportamenti incongruenti che non risultano chiarissimi se non si presta molta attenzione.
L’elaborazione video è migliorabile sotto vari aspetti: l’upscaling tende a non recuperare moltissimo dettaglio e non nasconde più di tanto i difetti presenti nelle sorgenti. Anche il tone mapping dinamico non ci ha convinto: tende a schiarire fin troppo le immagini e finisce col perdere dettagli sui particolari più brillanti, sacrificando anche la fedeltà dell’immagine che disattivando la funzione è invece assicurata.
La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 8,0
Costruzione | ![]() |
8,0 |
Versatilità | ![]() |
8,5 |
Menu e taratura | ![]() |
7,5 |
Prestazioni in SDR | ![]() |
8,5 |
Prestazioni in HDR | ![]() |
8,0 |
Riproduzione audio | ![]() |
7,5 |
Rapporto Q/P | ![]() |
7,5 |
Per maggiori informazioni: sito ufficiale TCL
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Commenti (2)
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Mi pare di rilevare che, nonostante la base hardware di tutto rispetto, manifesti le solite problematiche software di altri TCL (a proposito avete potuto rilevare anche su questo modello il ritardo del cambio retroilluminazione nella transizione chiaro/scuro lamentata su altri modelli?). Ad un prezzo attuale di mercato di circa 1600/1700 EUR per il 65 che senso ha rispetto ad un OLED (tipo un LG CS6 a 1500)?
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Ha senso soprattutto in ambienti luminosi dove un OLED non arriva a offrire le stesse prestazioni, dato che lì conta non il picco in HDR su aree ridotte ma la luminanza su schermata piena e costante.
Nel confronto con gli OLED andrebbe poi considerato anche il picco in HDR perché, sebbene la dinamica degli OLED in qualche modo compensi, i modelli che si fermano prima di 1.000 nit hanno sicuramente un impatto diverso quando i contenuti spingono forte su immagini brillanti (e di nuovo in ambienti molto luminosi si compensa meglio).
La retroilluminazione generalmente non si aziona con ritardi degni di nota, piuttosto può fluttuare un po' però non è tanto un difetto del prodotto ma il funzionamento del local dimming, gli algoritmi non sono mai perfetti in ogni situazione.
Diciamo che di base la retroilluminazione non si comporta in modo da distrarre lo spettatore.