Supertest Sony Bravia 9 KD-85XR90 4K HDR
Il TV QLED top di gamma del marchio nipponico raggiunge i 3.000 nit in HDR e li abbina ad un local dimming equilibrato con ben 2808 zone e un nuovo sistema chiamato XR Backlight Master Drive: il risultato è un'esperienza di forte impatto con i contenuti in elevata gamma dinamica.
Sony ha recentemente lanciato la nuova gamma TV Bravia 2024. I modelli arrivati sul mercato sono tre: Bravia 9, Bravia 8 e Bravia 7. Come si può notare si è optato per una drastica semplificazione alla nomenclatura, un cambiamento che possiamo solo apprezzare: capita fin troppo spesso che i nomi attribuiti ai prodotti somiglino a codici fiscali praticamente impossibili da ricordare e pronunciare.
Ho potuto testare le prestazioni dei nuovi Bravia grzie a Sony, che mi ha invitato presso la sede italiana per una prova di tutti i televisori. Le mie attenzioni si sono concentrate soprattutto sul Bravia 9, il top di gamma nella sua versione migliore possibile, cioè l’85” che corrisponde anche al taglio più grnde. Ho provato più velocemente Bravia 7 mentre ho quasi tralasciato Bravia 8 per un motivo molto semplice: la serie OLED sarà oggetto di una recensione dedicata.
In questo articolo mi concentrerò su Bravia 9 con diagonale da 85", il prodotto più prestante e quello su cui ho speso più tempo, disponibile sia come prodotto consumer, con sigla KD-85XR90, sia per installatori con sigla FWD-85XR90: sono identici ma il prodotto FWD costa poco più del 10% in più e include il "Prime Support", un pacchetto di assistenza di tre anni con sostituzione in caso di guasto, estensibile - sempre a pagamento - per altri due anni. Anticipo che i motivi di interesse sono molteplici, primo tra tutti la nuova tecnologia Mini LED che promette importanti passi avanti sia nel controllo del local dimming sia nel picco di luminanza, che dalle premesse si preannuncia molto importante e teoricamente capace di offrire una resa dal forte impatto in HDR.
SOMMARIO
BRAVIA 9: CARATTERISTICHE E DESIGN
Bravia 9 è la nuova serie top di gamma che si affianca, non sostituendola, ai QD-OLED A95L: il nostro test con misure e consigli di calibrazione è a questo indirizzo. Sony ha optato per la tecnologia LCD con Quantum Dot e Mini LED. Parliamo perciò di un QLED, la cui particolarità risiede nella retroilluminazione molto sofisticata.
La base di partenza è simile a quella di altri Mini LED: parliamo sempre di Full LED array con local dimming, il controllo a zone della retroilluminazione. A cambiare sono i circuiti integrati utilizzati per controllare i gruppi di Mini LED. Il marchio nipponico è riuscito a renderli molto più piccoli e questo ha permesso di facilitare l’integrazione tra i piccoli diodi che illuminano lo schermo.
Tutti questi cambiamenti hanno portato a miglioramenti sostanziali: i Bravia 9 dispongono di molte più zone di controllo indipendenti e promettono anche una gestione più accurata dei Mini LED. Chi vuole approfondire può leggere lo speciale dedicato, che scende più in dettaglio su tutte le novità introdotte.
Questo pacchetto prende il nome di XR Backlight Master Drive e dispone di un numero di zone sensibilmente più alto rispetto agli X95L del 2023. Parliamo per la precisione di 1.920 zone sul 75” e di 2.808 sul’85”. A questi importanti miglioramenti si accompagna poi un picco di luminanza che, come vedremo parlando delle misure, è assolutamente molto elevato.
La serie Bravia 9 è composta da due modelli da 75” e 85”. In altri Paesi viene commercializzato anche il 65” che però arriverà in Italia solo a novembre 2024. I due tagli condividono tutte le specifiche tranne il numero di zone. Entrambi montano pannelli Ultra HD a 120 Hz, una frequenza di aggiornamento che viene supportata anche con Dolby Vision attivo.
Il merito è da attribuire al SoC MediaTek MT5897, un alias del Pentonic 1000, uno dei chip più aggiornati tra quelli disponibili per Smart TV. Abbiamo poi la compatibilità con HDR10, HLG e ovviamente Dolby Vision, Dolby Atmos e anche DTS:X. Il sistema si affida alla tecnologia Acoustic Multi-Audio+, un sistema a 2.2.2 canali che introduce i “Beam Tweeter posti sul retro nella parte alta, in modo da espandere ulteriormente il campo sonoro.
La riproduzione del suono è ora disposta in questo modo:
- 2 midrange e 2 subwoofer lungo il lato inferiore
- 2 Frame Tweeter sui due lati, capaci di emettere suoni tramite vibrazioni dello chassi
- 2 Beam Tweeter
Ogni canale è affidato a un amplificatore dedicato. La potenza complessiva è di 70 W. I Bravia 9 dispongono poi del filtro anti-riflesso X-Anti Reflection e del trattamento X-Wide Angle per ampliare l’angolo di visione. Tutte le elaborazioni sono gestite da XR Processor. Per quanto riguarda le connessioni non è cambiato nulla rispetto ad A95L: troviamo sempre quattro ingressi HDMI, due dei quali sono HDMI 2.1. Su queste due porte si possono usare segnali a piena risoluzione fino a 120 Hz, Auto Low Latency Mode e Variable Refresh Rate. Uno degli ingressi è anche compatibile con eARC. Ci sono poi il Game Menu per tutte le funzioni relative ai videogiochi e la Smart TV basata su Google TV.
Il design è caratterizzato da linee molto pulite, essenziali ed eleganti. Non c’è nessun elemento she sporchi il frontale, anche al logo Sony viene dato ben poco risalto: è collocato nell’angolo in basso a sinistra. La cornice è in metallo spazzolato e lo spessore è sottile ma non ridotto all’osso: la retroilluminazione evoluta richiede i suoi spazi, motivo per cui nessun Mini LED di fascia alta primeggia da questo punto di vista. Il retro è caratterizzato dalla finitura a scacchiera che ormai è un altro dei tratti distintivi dei televisori Sony. Il lato posteriore presenta anche vari sportelli che permettono di occultare i cavi e di incanalarli poi verso il basso, dove si possono far passare in apposite appendici che li mantengono in ordine.
Il supporto da tavolo è costituito da due piedi in metallo che si estendono sia sul frontale sia sulla parte posteriore, conferendo un’ottima stabilità. Le possibilità di installazione sono quattro: i piedi si possono infatti montare vicino ai lati, in prossimità del centro, in posizione più alta per ospitare una soundbar senza coprire lo schermo oppure con il display molto vicino al piano di appoggio. Il telecomando è lo stesso che accompagna A95L: è realizzato in parte con plastica riciclata (come i TV del resto), integra una batteria ricaricabile ed è provvisto di microfono e retroilluminazione gestita dall’apposito sensore. Da segnalare infine che i Mini LED Sony sono Calman Ready, IMAX Enhanced e dispongono di modalità calibrate per Netflix, Sony Pictures Core e da quest’anno anche per Prime Video.
Caratteristiche dichiarate
- Modello: KD-85XR90 / FWD-85XR90
- Diagonale: 85"
- Risoluzione: Ultra HD, 3840 x 2160 pixel
- Pannello: LCD di tipo VA con Quantum Dot
- Frequenza di aggiornamento: fino a 120 Hz
- Retroilluminazione: Mini LED con local dimming a 2.808 zone
- Picco di luminanza: 3.000 nit
- Tipo HDR: HLG, HDR10, Dolby Vision
- Tipo audio: Dolby Atmos, DTS:X, 70 W totali (2.2.2 canali)
- SoC: MediaTek MT5897 alias Pentonic 1000
- Processore: XR Processor
- Ricevitore: DVB-T2, DVB-S2, HEVC 60p
- App: Netflix, Prime Video, Disney+, Paramount+, Apple TV+, YouTube, Rakuten, RaiPlay, DAZN, Chili
- Ingressi: 2x HDMI 2.0b, 2x HDMI 2.1 (1 con eARC), 1 CVBS/component su jack da 3,5 mm
- Uscite: 1x audio digitale ottica combinata con ingresso speaker S-Center
- Uscita cuffie: No
- Calibrazione bianco: 2 punti + 10 o 20 punti
- Calibrazione gamma: No
- Calibrazione colore: 6 assi (saturazione, tinta, luminosità per primari e secondari)
- USB: 2x (1x 2.0 + 1x 3.0)
- Wi-Fi: Sì (Wi-Fi 6)
- LAN / Bluetooth: Sì / Sì
- Telecomando: Sì
- Consumo: 200 W
- Dimensioni: 1.888 (L) × 457 (P) × 1.097 (A) mm con base, 1.888 (L) × 49 (P) × 1.085 (A) mm senza base
- Peso: 55,7 kg
- Prezzo suggerito: 4.999 euro (KD) / N.D. (FWD)
MISURE E CALIBRAZIONE
Scala dei grigi e gamut in modalità Standard SDR
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Alla prima accensione la modalità video proposta è la Standard, come da tradizione per i prodotti Sony. Le misure che abbiamo effettuato con il software Calman evidenziano la solita tendenza al blu con un errore evidente: il DeltaE medio di 8,2 è ben superiore alla soglia critica di 3, anche se in effetti come modalità pre-impostata non è nemmeno così tanto imprecisa (non mancano i prodotti che vanno ben oltre il 10). Il gamma è a “S”, con basse luci più chiuse e alte luci più aperte.
Scala dei grigi e gamut in modalità Professionale SDR
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Il consiglio ovvio è di passare rapidamente ad un’altra delle modalità disponibili, fortunatamente c’è ben di meglio:
SDR e HDR
- Ambiente luminoso: Cinema
- Ambiente oscurato: Professionale
Dolby Vision
- Ambiente luminoso: Dolby Vision Chiaro
- Ambiente oscurato: Dolby Vision Scuro
Color checker e saturazioni in modalità Professionale SDR
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Se si dispone di una licenza Calman Home per TV Sony, si può scaricare sul TV l’applicazione "Calman for Bravia": collegando il televisore al PC si sbloccano le modalità Personale per Professionisti 1 e 2, una specie di copie della modalità Professionale che offrono ulteriori possibilità di personalizzare le regolazioni partendo da una base molto precisa. C’è poi anche IMAX Enhanced che però è più vicina alla modalità Cinema e perciò più adatta per la visione diurna.
Scala dei grigi in modalità Standard e Professionale HDR
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La massima fedeltà si ottiene in ogni caso con la modalità Professionale che di fabbrica è già molto precisa (seppur perfettibile): il DeltaE medio è 1,6 e il massimo è intorno a 2. La linearità è buona: solo al 5% il gamma scende più verso 2.2, schiarendo le basse luci. Sui colori si conferma la bontà della taratura di base: Color Checherk e saturazioni intermedie hanno un errore medio ben sotto la soglia critica: si oscilla tra 1,33 e 1,56. Il massimo si raggiunge invece sul blu (DeltaE 3,56).
Color match e color checker in modalità Professionale HDR
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La luminanza raggiunge livelli davvero molto alti: con il bianco a pieno schermo si passano di poco i 790 nit in modalità Professionale (2.700 nit al 10%) e si arriva a circa 890 nit in Brillante, che però è molto meno fedele. Bravia 9 è sicuramente un TV che non teme nemmeno gli ambienti fortemente illuminati. Naturalmente parliamo di gamma dinamica standard, è bene ribadirlo perché con numeri di questo tipo si potrebbe pensare all’HDR. In HDR troviamo pre-impostata sempre la modalità Standard e il comportamento non cambia: tendenza al blu, DeltaE alto (sia arriva a circa 14) e la tendenza a schiarire tutta l’immagine, deviando dalla curva EOTF di riferimento.
Saturazioni BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale HDR
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Selezionando la modalità Professionale si cambia totalmente registro: il DeltaE massimo è 2,6 e la linearità è sensibilmente migliore, anche se c’è la tendenza a scurire in basso e a schiarire verso le alte luci (molto meno pronunciata dalla modalità Standard). Molto buona la regolazione dei colori: Il DeltaE medio varia da poco sopra l’1 a circa 2 mentre il massimo è poco sotto il 7. Se però si escludono i colori più saturi nello spazio colore BT.2020, che semplicemente Bravia 9 non può coprire (come tutti i TV), allora il massimo scende a circa 4. La calibrazione del Mini LED Sony parte dagli stessi presupposti che il marchio giapponese adotta da anni: si esegue la taratura in SDR, con gamma impostato a 2.2 e gli aggiustamenti apportati vengono usati anche per l’HDR.
Copertura BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale HDR
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Volendo si possono realizzare due tarature separate ma bisogna ricordarsi di cambiare la temperatura colore selezionando Esperto 1 ed Esperto 2 per SDR e HDR (o viceversa). Per la taratura ho usato la modalità Personale per Professionisti sbloccando anche il bilanciamento a 20 punti tramite Calman. Tramite il software di Portrait Displays è disponibile anche l'Autocal, la calibrazione automatica. Attenzione però: nel momento in cui scrivo c’è ancora un bug che seleziona automaticamente HLG invece di disattivare in toto l’HDR. Bisogna quindi selezionare manualmente “HDR off” e a quel punto si può procedere. Nel mio caso non ho utilizzato Autocal per Bravia 9 ma l'ho fatto su altri TV Sony 2024 di cui parleremo presto.
Scala dei grigi e gamut in modalità Professionale SDR calibrata
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Per quello che ho visto la calibrazione manuale è preferibile perché porta a risultati più accurati. Ovviamente la situazione potrebbe cambiare in futuro con nuovi aggiornamenti software. Suggerisco in linea di massima di effettuare magari entrambe le tarature e di confrontare i risultati, scegliendo naturalmente il migliore. In SDR i controlli del bilanciamento a 20 punti funzionano perfettamente, c'è solo un pochino di interazione tra un paio di livelli contigui nella scala dei grigi (25% e 30% ad esempio) ma si risolve rapidamente.
Color checker e saturazioni in modalità Professionale SDR calibrata
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In poco tempo si ottiene una fedeltà eccellente: il DeltaE medio sulla scala dei grigi scende a 0,2 e la linearità è perfettamente aderente al gamma 2,2. A taratura eseguita si può anche riportare il gamma a 2,4 (o per meglio dire BT.1886) e bastano poche modifiche per arrivare ad un’incollatura dalla perfezione. Per motivi di tempo mi sono limitato a rialzare il gamma senza fare altre correzioni, come si può vedere nei grafici allegati alla recensione è comunque un ottimo risultato.
Scala dei grigi in modalità Professionale SDR calibrata con gamma 2.4
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La fedeltà cromatica non è da meno: sul Color Checher e sulle saturazioni il DeltaE medio è molto basso, tra 0,45 e 1,03 mentre il massimo è 2,22 e corrisponde al blu. Volendo si potrebbe limare un po’ questo scostamento ma a mio parere non conviene farlo: per migliorare il blu al 100% si peggiorano tutti gli altri livelli intermedi.
Scala dei grigi in modalità Professionale HDR calibrata
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Passando a HDR la sostanza non cambia: la linearità è ottima, permane una lievissima tendenza a scurire l’immagine in basso e a schiarirla in alto ma la differenza è davvero pochissima, tanto che, probabilmente, si potrebbe sistemare del tutto con più tempo a disposizione. Anche così siamo comunque a livelli vicinissimi al riferimento, con DeltaE ridotto a un massimo di 1,4. La riproduzione dei colori è di pari livello: il grafico del Color Match, probabilmente il più ostico in assoluto, riporta un DeltaE medio di 0,88 e un massimo di 3,91 contando anche gli errori di luminanza, una precisione che si vede raramente.
Color match e color checker in modalità Professionale HDR calibrata
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Il resto delle misure è ancora migliore: il Color Checker è praticamente perfetto con la media di 0,52 e un massimo di 1,36. Lo stesso vale per le saturazioni negli spazi colore DCI-P3 e BT.2020. Solo per quest’ultimo troviamo una soglia di errore sopra il 3 (5,94 massimo) ma vale lo stesso discorso che ho fatto in precedenza: la soglia sale perché il TV non copre completamente lo spazio colore, non perché la taratura sia imprecisa.
Saturazioni BT.2020 e DCI in modalità Professionale HDR calibrata
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I picchi di luminanza a TV tarato sono i seguenti:
- Schermata all’1%: circa 2.270 nit
- Schermata al 2%: circa 2.570 nit
- Schermata al 5%: circa 2.860 nit
- Schermata al 10%: circa 2.990 nit
- Schermata al 25%: circa 2.388 nit
- Schermata al 50%: circa 1.340 nit
- Schermata al 75%: circa 947 nit
- Schermata al 100%: circa 759 nit
Copertura BT-2020 e DCI in modalità Professionale HDR calibrata
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Si arrivano quindi a circa 3.000 nit, un valore che si mantiene anche per periodi prolungati: dopo 2 minuti si scende poco sotto i 2.900 nit. Su scacchiera ANSI 4 x 4 il nero nativo è 0,04 nit, quindi un po’ più alto di altri pannelli di tipo VA. Il motivo è legato all’uso del filtro per ampliare l’angolo di visione. Il rapporto di contrasto nativo è poco superiore a 4.000:1. Con local dimming su Alto il nero scende a 0,006 nit circa con un rapporto di contrasto pari a 22.000:1.
Picchi di luminanza in HDR
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Con altri tipi di schermate, anche scacchiere ma con rettangoli più piccoli, il nero diventa non più misurabile con local dimming su Alto. Chiudiamo con gli spazi colore: Bravia 9 copre BT.2020 al 73,22% xy e al 79,17% uv, mentre per il DCI-P3 si arriva al 96,41% xy e al 96,29% uv.
LA PROVA DI VISIONE
Il primo impatto con Bravia 9 conferma l’ottima qualità costruttiva che da anni caratterizza i prodotti Sony di fascia alta. Il prodotto trasmette solidità e mette in mostra finiture con un livello sopra la media. Ho iniziato i miei test con materiale a risoluzione standard e con lo streaming in qualità più bassa. Dilungarsi molto su questi aspetti non sarebbe di alcuna utilità quindi arrivo immediatamente al punto: l’elaborazione dei segnali video è più o meno la stessa che troviamo sugli OLED A95L. L’unica differenza la fanno le novità introdotte nella gamma 2024, con ulteriori ottimizzazioni implementate da Sony.
L’upscaling è ai vertici della categoria per ricostruzione del dettaglio e contenimento degli artefatti, merito degli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale e di funzioni come il Reality Creation. Filtri come “Gradazione uniforme” offrono poi un ulteriore contributo e rendono il quadro molto pulito anche sulle basse luci, dove la presenza di “color banding” (le strisce di colore causate da transizioni troppo nette tra le sfumature di colore) sono molto ben contenute o totalmente eliminate, se la qualità della sorgente è buona.
Foto scattata volutamente da posizione angolata per dimostrare la scarsa presenza di blooming
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A questi pregi di aggiunge poi l’azione del Motionflow, cioè la funzione che si occupa di gestire i movimenti. Su Bravia 9 sono disponibili impostazioni separate per i video a 24p (Fluidità film) e per quelli a 50/60p (Fluidità fotocamera). In questo modo si possono separare gli interventi, evitando ad esempio di introdurre nuovi fotogrammi nei film. Per il resto non ci sono novità particolari da segnalare: a mio avviso Motionflow è tuttora il paradigma di quello che dovrebbero essere tutte le elaborazioni per la compensazione del moto, specialmente per quanto riguarda l’introduzione di artefatti, molto pochi se non si esagera con le impostazioni.
Sulla fedeltà dell'immagine non ho molto da aggiungere rispetto a quanto scritto nel capitolo sulle misure: i dati parlano del resto da soli e descrivono un quadro di eccellenza per linearità, bilanciamento complessivo e fedeltà cromatica. Tutte queste qualità non restano confinate ai grafici ma si traducono in pregi che si possono tranquillamente vedere coi propri occhi.
L’aspetto più importante da valutare è sicuramente il comportamento del local dimming, lo spartiacque che può definire se Bravia 9 è un prodotto riuscito o meno. Fin da subito si nota il “DNA” Sony: il controllo dei Mini LED si inserisce infatti nel solco della tradizione. Il TV non tende a privilegiare sempre il nero cercando di spegnere i diodi in ogni situazione dove ci sono abbondanti porzioni scure dell’immagine. Come su altri local dimming realizzati in passato da Sony, l’approccio è spesso graduale e volto a cercare il miglior equilibrio possibile.
Intendiamoci: ci sono situazioni in cui il nero è il più basso possibile e lo è talmente tanto da risultare non più misurabile o quasi. Non è però quello l’obiettivo primario che si sono prefissati gli ingegneri Sony: lo si può raggiungere ma solo nelle giuste circostanze. Potremmo definirlo un approccio più conservativo che a mio parere è anche il migliore possibile: oltre ad assicurare un maggior equilibrio permette infatti di conservare i dettagli più brillanti, anche in scene molto buie e di ridurre al minimo il “blooming”, cioè gli aloni di luce che si generano intorno ad oggetti luminosi circondati dal nero.
Per quanto riguarda gli aloni, la loro incidenza è davvero molto bassa: si possono scorgere a volte con sottotitoli, specialmente se su sfondo nero, oppure in prossimità delle bande nere se vicino ci sono forti fonti di luce su schermo ma solitamente è davvero difficile notarli, anche andandoli a cercare. Come sempre, trattandosi di LCD, l’incidenza aumenta quando ci si sposta in posizioni più angolate ed è quindi bene tenerlo presente. Il filtro X-Wide Angle funziona e rende l’angolo di visione di Bravia 9 più ampio rispetto ad un LCD di tipo VA convenzionale (senza filtri ad hoc); i limiti però non sono superati: l’asticella è posizionata più in alto ma non siamo di fronte all’angolo di visione di un OLED, tanto per capirci.
Ciò che rende il local dimming del Bravia 9 diverso dalla maggior parte dei Mini LED è però la capacità di generare picchi di luminanza molto elevati anche su porzioni piccolissime dello schermo. Lo abbiamo visto parlando delle misure: i valori sono altissimi anche su finestre che coprono l’1% o il 2%. Perché è così importante e raro? Avere picchi elevatissimi su zone molto piccole permette di preservare i dettagli più brillanti, quelli che generalmente si chiamano “specular highlights”. In HDR o Dolby Vision si ottiene un quadro di notevole impatto: alcuni dettagli sembrano bucare letteralmente lo schermo.
Se a quanto descritto aggiungiamo un buon bilanciamento degli scuri, con un nero molto convincente e un blooming ridotto all’osso, otteniamo immagini con una resa difficilissima da replicare. Il nero non è sicuramente quello di un OLED, anche se in diverse circostanze il divario non è poi così netto. A fare la differenza sono però tutti quei particolari che devono spiccare, risultando molto più brillanti del resto per andare a ricreare quella gamma dinamica così espansa che è l’essenza dell’HDR. Bravia 9 porta questo tipo di esperienza ad un livello superiore rispetto alla quasi totalità dei prodotti sul mercato (mi riservo il condizionale perché devo ancora testare alcuni potenziali rivali).
Faccio qualche esempio concreto: in film come “Mad Max: Fury Road” possono essere i riflessi sulle carrozzerie delle auto, in “Shark - Il primo squalo” il sole che si riflette sull’oceano. In linea di massima sono tutte quelle informazioni ai più alti livelli di luminanza che troviamo soprattutto nei contenuti realizzati oltre i 1.000 nit e magari a 4.000 nit. Sony stessa ha del resto dichiarato che nel futuro vedremo sempre più sorgenti di questo tipo, grazie alla diffusione di monitor professionali Sony per il color grading proprio a 4.000 nit, in precedenza esclusivo appannaggio di uno specifico modello Dolby non più in produzione.
Rispetto agli OLED c’è anche un secondo vantaggio: i picchi di luminanza si raggiungono anche quando cresce l’APL (Average Picture Level), cioè quando le porzioni luminose all’interno di un’immagine superano progressivamente quelle scure. In pratica scene globalmente luminose mantengono il corretto livello di luminanza e lo stesso vale per i picchi presenti in alcune piccole zone. Ci tengo comunque a sottolineare che non bisogna aspettarsi sempre una differenza lampante: dipende molto anche dai contenuti, non tutti hanno scene ad alto APL con all’interno picchi di luminanza rilevanti, così come non tutti i particolari brillanti di un’immagine raggiungono valori da qualche migliaio di nit. È un discorso simile a quello del volume colore nei QD-OLED: la differenza c'è, si può vedere a occhio ma non è sempre evidente perché la sorgente video non contiene informazioni tali da poter sfruttare a pieno le doti del pannello.
Quando però ci sono le condizioni giuste la visione acquista una marcia in più e l’esperienza è davvero molto appagante. Se consideriamo altri LCD Mini LED presenti sul mercato, il divario è invece generalmente molto più ampio. Lo si vede anzitutto dal micro-contrasto: se si confrontano le scene di “Mad Max: Fury Road” dove il chitarrista rilascia fiammate mentre suona, rispetto a un OLED di fascia alta o a un QD-OLED le informazioni ad alta luminanza non spiccano così tanto. A fare la differenza è il contrasto all’interno della scena: Bravia 9 non garantisce solo picchi molto alti ma mantiene un ottimo livello del nero, qualità che molti Mini LED non riescono sempre ad offrire contemporaneamente.
Un’ulteriore conferma arriva da scene molto complesse come gli scorci dello spazio costellato da stelle. Bravia 9 non spegne completamente i LED ma li pilota in modo da conservare tutti i i dettagli delle stelle, che restano ben visibili e anzi, possono arrivare ad essere molto luminosi se c’è di mezzo HDR. Come ho già scritto in precedenza, questo è frutto di una gestione più precisa che assicura un miglior equilibrio. Tutte queste qualità sono messe a frutto da un’elettronica dotata di una robusta capacità di calcolo e infatti la retroilluminazione mantiene un controllo puntuale anche nei movimenti molto repentini. Tra i segnali test che uso di solito sugli LCD con local dimming c'è un cerchio bianco che si muove su sfondo nero accelerando pian piano.
A basse velocità tutti gli LCD seguono il movimento senza problemi ma quando si arriva verso la fine, con rapidissimi giri sullo schermo, su molti prodotti quello che si vede non è più un cerchio ma uno spicchio con forme poco definite, dove i bordi sono ormai scuri o parzialmente spenti perché i cicli di accensione e spegnimento dei LED non riescono a stare al passo. Bravia 9 riesce invece a mantenere il cerchio più o meno visibile in ogni condizione: c’è qualche imprecisione ma il bianco non scurisce nettamente e i bordi non perdono molta definizione. Ottimo anche il tone mapping che di base è già dinamico: l’adattamento compiuto dall’elettronica preserva molti dettagli anche con contenuti difficili, ad esempio il disco test Spears & Munsil realizzato a 10.000 nit.
Per quanto riguarda la gestione dei riflessi, il trattamento X-Anti Reflection si è dimostrato decisamente efficace nel contrastarli, con una sola eccezione: la luce proveniente dai lati, quasi parallelamente allo schermo. In questi casi si nota una specie di effetto arcobaleno che avevo già notato in altri Sony dotati di un trattamento simile. Il sistema Acoustic Multi-Audio+ mi ha colpito in positivo: riesce a generare una buona potenza con distorsioni abbastanza contenute anche a volume alto. I dialoghi sono chiari e i bassi sono presenti anche se non così tanto incisivi da poter effettivamente sostituire un sistema dedicato.
La Smart TV usa la stessa base di A95L ma con un livello di ottimizzazione decisamente più alto, merito probabilmente degli aggiornamenti introdotti nel corso del tempo grazie all’esperienza maturata. Ricordo infatti che all’uscita il QD-OLED Sony non era proprio un campione di reattività, nonostante l’impiego del Pentonic 1000 che evidentemente ha richiesto un po’ di rodaggio per poter mettere a frutto le sue reali potenzialità. Bravia 9 riesce invece fin da subito ad assicurare un'esperienza piacevole nell’uso di tutti i giorni.
Le funzioni “smart” sono sostanzialmente le stesse degli altri TV Sony: pieno accesso al Play Store con tutte le sue applicazioni, Google Assistant, Chromecast integrato, Alexa, AirPlay 2 e HomeKit. Difficile trovare mancanze da questo punto di vista. Per gli amanti del gaming segnalo che Bravia 9 ha una pronta risposta ai comandi, anche se non al livello dei migliori modelli sul mercato. L’input lag si attesta a circa 17 millisecondi a 60 Hz e circa 9 millisecondi a 120 Hz. Attenzione però per le due porte HDMI 2.1, una delle quali supporta eARC: se si usa per collegare un sistema audio esterno, resta libero un solo ingresso HDMI 2.1.
CONCLUSIONI E PAGELLA
Bravia 9 ha confermato le promesse fatte da Sony all’annuncio della nuova tecnologia Mini LED: il passo in avanti in termini qualitativi è quantificabile con gli strumenti di misura e si vede anche ad occhio. La gestione della retroilluminazione è effettivamente superiore alla media dei TV Mini LED.
Il controllo a zone della retroilluminazione garantisce equilibrio, contiene molto efficacemente gli aloni e offre immagini dal forte impatto quando si utilizzano contenuti in HDR. L’elaborazione dell’immagine è eccellente ma non è del resto una sorpresa: siamo a livelli paragonabili a un A95L o a qualsiasi altro Sony di recente produzione e con la stessa piattaforma hardware, costituita dal SoC MediaTek Pentonic 1000.
La qualità dell’immagine va di pari passo con quella dell’elettronica: muovere critiche sotto questo punto di vista è praticamente impossibile. È uno schermo che si presenta già bene con la taratura di fabbrica e che si regola benissimo, peccato solo per la condivisione delle impostazioni tra SDR e HDR, un punto che Sony non sembra voler cambiare (e posso capirlo: le misure testimoniano che funziona) ma che personalmente modificherei per separare completamente i due ambiti.
Il sistema audio integrato a 2.2.2 canali suona più che discretamente: ha una buona riserva di potenza e può raggiungere volumi alti contenendo la distorsione. I bassi ci sono ma ovviamente non ci si può aspettare un’esperienza home cinema, per quella serve necessariamente un sistema separato.
Altri aspetti positivi sono la Smart TV e la buona reattività nel gaming, anche se in realtà nell’ambito video-ludico c’è chi fa di meglio. Bravia 9 non è infatti il modello più reattivo tra i top di gamma presenti sul mercato e manca anche il supporto ai 144 Hz, anche se immagino che non saranno in tanti a collegare un PC a un 85” (le console si fermano a 120 Hz).
Tutto perfetto quindi? Come sempre no: ci sono aspetti che mi hanno convinto di meno. Il primo è l’angolo di visione: sì, è più ampio rispetto a un LCD di tipo VA senza filtri specifici ma non è comunque molto esteso. Spostarsi troppo dal centro è sconsigliato anche perché gli aloni creati dal local dimming diventano più visibili.
C’è poi la questione delle porte HDMI 2.1: sono sempre due e una supporta eARC, quindi in alcune situazioni il numero di ingressi realmente utilizzabili scende a uno soltanto. È vero che di fatto la maggior parte dei prodotti sul mercato usa ii SoC MediaTek ed è quindi dotata dello stesso numero di porte HDMI 2.1, però a questo livello è giusto far pesare anche questi aspetti.
Bisogna infine considerare anche il prezzo: Bravia 9 è un prodotto di fascia alta che ha un costo decisamente elevato e storicamente i prodotti Sony tendono a scendere meno degli altri nel corso del tempo. La dotazione è indubbiamente ricca e di qualità, però la cifra da sborsare è importante e tendenzialmente più elevata rispetto a tanti concorrenti più o meno diretti.
La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 8,5
- Costruzione: 9
- Versatilità: 8,5
- Menu e taratura: 8,0
- Prestazioni in SDR: 8,0
- Prestazioni in HDR: 8,5
- Riproduzione audio: 7,5
- Rapporto Q/P: 6,5
Per maggiori informazioni: sito ufficiale Sony
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Commenti (3)
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nel complesso questo bravia 9 non ha convinto nessuno, mille volte meglio l'oled A95L del 2023.
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Vedendo le considerazioni delle testate affidabili a livello internazionale, direi che sulle prestazioni ha convinto, c'è però la questione prezzo che sicuramente pesa anche perché come ho scritto i prezzi sono anche più restii a calare per i Sony.
Poi sì, chiaramente non è un OLED nel bene e nel male, di questo bisogna essere consci.
Il paragone con gli A95L non so quanto sia azzeccato, fino a quando non uscirà il 65 Bravia 9 non sono neanche disponibili negli stessi tagli, se si vuole qualcosa di più grande A95L non offre alcuna scelta, o ci si accontenta di uno schermo più piccolo o si passa ad altro. -
Ci sono Novita in merito alla disponibilita del Taglio da 65 pollici ? in alternativa devo prendere A95L