Test TV Sony Bravia 8 KD-55XR80 OLED 4K HDR

Nicola Zucchini Buriani 15 Gennaio 2025 4K e 8K

In prova la serie OLED 2024 con pannello WRGB, processore XR e Google TV gestita dal SoC MediaTek Pentonic 1000, un prodotto migliora le prestazioni dei modelli 2023 ma che presenta anche differenze rispetto agli altri Bravia 2024.


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Come avevo anticipato nella recensione del TV Bravia 9, il nuovo Mini LED top di gamma non è stato l’unico prodotto Sony 2024 che ho potuto testare. Ho infatti testato anche Bravia 8 da 55”, l’unica serie OLED lanciata quest’anno dal marchio giapponese, l’erede degli A80L del 2023. Come vedremo le novità sono diverse e coinvolgono vari aspetti, ad esempio il chip che gestisce tutta la Smart TV. Insieme a Bravia 8 ho provato anche la Bravia Theatre Bar 8, una soundbar di fascia alta espandibile che si affianca Bravia Theatre Bar 9 e al sistema home cinema Bravia Theatre Quad.

Come Bravia 9 anche Bravia 8 è disponibile in due versioni: la linea consumer, contrassegnata dall’identificativo KD-55XR80 e la linea per installatori, cioè la FWD-55XR80. Non ci sono differenze tecniche ma solo relative a prezzo e assistenza: il modello “pro” costa circa il 10% in più ma offre la garanzia “Prime Support” con tre anni di garanzia estendibili a cinque anni (si paga per i due anni aggiuntivi) e sostituzione in caso di guasto.

 

SOMMARIO

 

CARATTERISTICHE E DESIGN


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La serie Bravia 8 di Sony si posiziona a cavallo tra i Mini LED top di gamma Bravia 9 e i Mini LED Bravia 7. Si tratta in sostanza dei prodotti che sostituiscono gli A80L del 2023. Il modello che abbiamo ricevuto in prova è il 55" ma sono disponibili anche il 65” e il 77”. I pannelli utilizzati sono OLED WRGB di LG Display con risoluzione Ultra HD e una frequenza di aggiornamento a 120 Hz.

Come su tutti i modelli della gamma 2024, Bravia 8 dispone di un SoC MediaTek MT5897, cioè del Pentonic 1000, affiancato da 6 GB di RAM e da 16 GB di memoria disponibile per l’utente. Attenzione però: rispetto a Bravia 9 e Bravia 7 c’è un’importante differenza che, come vedremo, ha diverse ricadute. Bravia 8 affida tutte le operazioni, compresa l’elaborazione del segnale, al SoC MediaTek. Manca perciò il co-processore che troviamo sugli altri modelli 2024.


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Quali sono le differenze? Quelle immediatamente visibili si possono trovare scorrendo i menu: il bilanciamento del bianco sulla scala dei grigi è a 10 punti contro i 20 che troviamo su Bravia 9, dopo aver sbloccato i 10 aggiuntivi tramite il software di calibrazione Calman. Abbiamo ovviamente provato a collegarci con l’app di Potrait Displays ma semplicemente i punti aggiuntivi qui non ci sono.

Manca inoltre il CMS (Color Management System), cioè la regolazione dei colori primari così come la funzione “Gradazione uniforme” (“Smooth Gradation” se preferite il nome originale), molto apprezzata per la capacità di migliorare le sfumature di colore specialmente nei contenuti più compressi o comunque di qualità più bassa. Su questi punti tornerò in seguito sia nel capitolo sulla calibrazione sia in quello sulla prova di visione, in modo da capire quanto sono effettivamente palpabili queste modifiche.


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Bravia 8 dispone comunque di tutto quel pacchetto di miglioramenti dei segnali che Sony racchiude sotto il cappello di Processore XR. Ci sono ad esempio il Motionflow per le immagini in movimento e il Reality Creation, l’insieme di maschera di contrasto e riduzione del rumore video che permette di ottenere un quadro molto pulito e dettagliato (attenti a non esagerare!). C’è anche XR Contrast Booster per OLED, un algoritmo che analizza le immagini in tempo reale e gestisce l’erogazione di energia su tutto il pannello.

In parole povere vengono identificate le aree dove si concentrano i picchi di luminanza: il TV concentra quindi l’erogazione di corrente in corrispondenza dei relativi pixel, creando una specie di mappatura che mantiene monitorata anche la temperatura, in modo da minimizzare la ritenzione delle immagini (più un pannello si scalda, più è sensibile alla ritenzione). Bravia 8 supporta HDR nei formati HDR10, HLG e Dolby Vision. Sul versante audio troviamo Dolby Atmos e DTS:X. Il sistema che riproduce i suoni è l’Acoustic Surface Audio+, una tecnologia che si basa su attuatori che generano l’audio tramite vibrazioni dello schermo.

 
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La configurazione usata su Bravia 8 dispone è a 2.1 canali così ripartiti:

  • 10 W x 2 per i medi (tramite attuatori);
  • 10 W x 2 per i tweeter di posizionamento collocati ai lati in alto;
  • 10 W per il subwoofer sul retro.

I tweeter di posizionamento su una novità introdotta proprio con questa serie: servono per espandere il suono in verticale, conferendo una maggiore tridimensionalità pensata soprattutto per le tracce in Dolby Atmos. Come sugli altri Sony 2024 troviamo quattro ingressi HDMI, due dei quali sono HDMI 2.1. Su queste ultime sono supportati segnali a piena risoluzione fino a 120 Hz, Auto Low Latency Mode e Variable Refresh Rate. Uno degli ingressi è compatibile con eARC. Ci sono poi il Game Menu per tutte le funzioni relative ai videogiochi e la Smart TV basata su Google TV.


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Il design è molto curato e segue lo stesso approccio adottato per Bravia 9 e Bravia 7: linee molto pulite ed eleganti. Sul frontale non c'è nessun elemento che possa attirare l’attenzione. Le cornici sono sottili e si uniscono lungo tutto il perimetro ad un profilo laterale in metallo grigio. L’aspetto che salta maggiormente all’occhio è lo spessore: Sony ha apportato modifiche rispetto alla serie A80L del 2023. Quest’ultima è più convenzionale: come molti OLED  c’è una parte alta molto sottile che si va poi ad inspessire scendendo verso il basso.

Bravia 8 è invece quasi completamente uniforme e per questo restituisce anche un’impressione migliore dal punto di vista estetico, grazie anche ad una riduzione dell’ingombro che passa da circa 5,2 a 3,7 centimetri. Sul retro troviamo l’ormai collaudata finitura a scacchiera e alcuni sportelli che servono ad occultare i vani con tutti i connettori. La base da tavolo si può montare in quattro posizioni diverse: più vicina al centro o ai lati e con altezze differenti, cioè a filo con il piano di appoggio o più in alto per ospitare una soundbar. C’è infine il telecomando in plastica riciclata che abbiamo già visto su Bravia 9, un’unità di controllo con microfono, retroilluminazione e batteria ricaricabile tramite USB-C.


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Caratteristiche dichiarate

  • Modello: KD-55XR80 / FWD-55XR80
  • Diagonale: 55"
  • Risoluzione: Ultra HD, 3840 x 2160 pixel
  • Pannello: OLED WRGB
  • Frequenza di aggiornamento: fino a 120 Hz
  • Picco di luminanza: 900 nit
  • Tipo HDR: HLG, HDR10, Dolby Vision
  • Tipo audio: Dolby Atmos, DTS:X, 50 W totali (2.1 canali)
  • SoC: MediaTek MT5897 alias Pentonic 1000
  • Processore: XR Processor
  • Ricevitore: DVB-T2, DVB-S2, HEVC 60p
  • App: Netflix, Prime Video, Disney+, Paramount+, Apple TV+, YouTube, Rakuten, RaiPlay, DAZN, Chili
  • Ingressi: 2x HDMI 2.0b, 2x HDMI 2.1 (1 con eARC), 1 CVBS/component su jack da 3,5 mm
  • Uscite: 1x audio digitale ottica combinata con ingresso speaker S-Center
  • Uscita cuffie: No
  • Calibrazione bianco: 2 punti + 10 punti
  • Calibrazione gamma: No
  • Calibrazione colore: No
  • USB: 2x (1x 2.0 + 1x 3.0)
  • Wi-Fi: Sì (Wi-Fi 6)
  • LAN / Bluetooth: Sì / Sì
  • Telecomando: Sì
  • Consumo: 362 W
  • Dimensioni: 1.223 (L) × 248 (P) × 732 (A) mm con base, 1.223 (L) × 37 (P) × 706 (A) mm senza base
  • Peso: 18 kg
  • Prezzo suggerito: 2.099 euro (KD) / N.D. (FWD)

 

MISURE E CALIBRAZIONE

 
Scala dei grigi e gamut in modalità Standard SDR
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Come su tutti i prodotti Sony, la modalità proposta all’avvio è quella Standard che però si rivela, ancora una volta, decisamente poco fedele. C’è un’evidente tendenza verso il blu e una soglia di errore elevata che si può notare facilmente anche a occhio. Fortunatamente si può ovviare facilmente selezionando altre modalità:

SDR e HDR

  • Ambiente luminoso: Cinema
  • Ambiente oscurato: Professionale

 
Scala dei grigi e gamut in modalità Professionale SDR
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Dolby Vision

  • Ambiente luminoso: Dolby Vision Chiaro
  • Ambiente oscurato: Dolby Vision Scuro

Con il software Calman di Portrait Displays si possono poi sbloccare due ulteriori modalità video, collegando il TV al PC tramite la rete. Le due aggiunte sono Personale per Professionisti 1 e 2 e ricalcano pedissequamente la modalità Professionale. Con Calman si può anche sfruttare la calibrazione automatica della scala dei grigi. Ne parlo prima di approfondire tutto il resto perché, dalle prove che ho effettuato, non è esente da bug. Ovviamente Calman rilascia aggiornamenti periodici e per questo motivo la situazione potrebbe risultare migliore, nel momento in cui leggerete questa recensione.

 
Color checker e saturazioni in modalità Professionale SDR
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Il mio consiglio è di provarla, se non si vuole procedere manualmente, ma con alcune cautele. Anzitutto sussiste un bug che imposta il TV in modalità HLG quando si effettua il collegamento tra TV e PC. In queste condizioni ovviamente la calibrazione non funzionerebbe bene: bisogna disattivare completamente HDR, come da istruzioni fornite nelle guide di Calman. L’aspetto più importante che mi preme sottolineare è però un altro: il processo restituisce una buona linearità sulla scala dei grigi ma non sulla riproduzione dei colori.

 
Scala dei grigi in modalità Standard e Professionale HDR
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Il risultato migliora sensibilmente se si effettuano tutte le regolazioni manualmente: come potete vedere nei grafici allegati all'articolo, in particolare quelli riferiti al Color Checker in gamma dinamica standard (li trovate più sotto), con la calibrazione automatica il DeltaE, cioè l’errore massimo rispetto al riferimento, si attesta a 5,55 contro il 2,37 ottenuto senza automatismi. La differenza si nota anche a occhio, non occorrono strumenti di misura.

 
Color match e color checker in modalità Professionale HDR
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Mi permetto di dare un consiglio a tutti i lettori: provate le funzioni di calibrazione automatica (io lo faccio sempre) ma non affidatevi ciecamente ad esse, ci possono essere errori (che magari non saltano all’occhio subito, ad esempio sulle sfumature di colore) e in più di qualche caso per spremere al 100% le possibilità del prodotto non si può prescindere da una taratura manuale. Purtroppo anche nei lavori di alcuni colleghi vedo usare non raramente solo gli automatismi e lo ritengo errato: se si vuole parlare di calibrazione e lo si vuole fare con piena cognizione di causa, si deve sempre mettere mano a tutti gli strumenti

 
Saturazioni BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale HDR
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La modalità Professionale, la più precisa di tutte, non è esente da errori: sulla scala dei grigi il DeltaE medio è 4, quindi sopra la soglia critica di 3. Se però si guardano i picchi massimi, si può facilmente notare che si oltrepassa il 6 sulle alte luci. Sony ha come sempre preferito un punto di bianco più freddo che però è decisamente più spostato verso il blu rispetto alle misure che abbiamo effettuato su Bravia 9 e Bravia 7. Ne deriva una minore precisione che speriamo di vedere corretta nei prossimi OLED WRGB Sony, visto che anche A80L del 2023 aveva una regolazione di fabbrica abbastanza simile (la soglia di errore era però più alta). Sui colori l’errore è più o meno lo stesso: Color Checker e saturazioni riportano un DeltaE medio intorno a 3,2 - 3,3 e punte massime di 6,6 - 6,7.

 
Copertura BT.2020 e DCI-P3 in modalità Professionale HDR
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In HDR la calibrazione di fabbrica segue le stesse linee guide che ho descritto per la gamma dinamica standard: punto del bianco virato al blu e una soglia di errore che arriva a un DeltaE di 5 sulle alte luci. La curva EOTF, che bilancia chiari e scuri, ha un leggero andamento a “S”: scurisce leggermente le basse luci e schiarisce altrettanto le alte, come si può vedere dalle due gobbe in grigio che si allontanano dal giallo, che rappresenta il riferimento. Non è comunque una variazione enorme: sul grigio al 30%, ad esempio, ho misurato 7,049 nit invece dei 10,214 previsti.

 
Scala dei grigi e gamut in modalità Professionale SDR calibrata
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In SDR la luminanza raggiunge i 460 nit su finestre dall’1% al 25%, scende a 390 nit al 50%, a 238 nit al 75% e si attesta a 176 nit sul bianco a pieno schermo. In HDR i picchi di luminanza che ho registrato sono i seguenti:

  • Schermata all’1%: circa 925 nit
  • Schermata al 2%: circa 927 nit
  • Schermata al 5%: circa 871 nit
  • Schermata al 10%: circa 817 nit
  • Schermata al 25%: circa 591 nit
  • Schermata al 50%: circa 334 nit
  • Schermata al 75%: circa 230 nit
  • Schermata al 100%: circa 169 nit

 
Color checker e saturazioni in modalità Professionale SDR calibrata
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La fedeltà cromatica varia: in alcuni casi è buona. Se si osservano bene i grafici si può vedere che a volte l'errore più rilevante è sul bianco mentre i colori sono decisamente più precisi. Il grafico del Color Match, ad oggi il più ostico tra quelli presenti in Calman, arriva ad un DeltaE massimo di 3,4. Se invece guardiamo le saturazioni intermedie, vediamo che il punto di bianco diverso che utilizza Sony si discosta maggiormente dal riferimento e la soglia di errore sale un po’. La calibrazione non è un’operazione complicata: gli strumenti disponibili si limitano al bilanciamento a 2 e 10 punti che però funzionano decisamente bene.

 
Scala dei grigi in modalità Professionale SDR calibrata con gamma 2.4 e Color Checker con calibrazione automatica
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Occorre solo pazienza perché i passi al 10% impongono di fare in alcuni casi una media tra i punti contigui, come per esempio tra il 35% e il 40%. Sicuramente l’integrazione del bilanciamento a 20 punti, presente sugli altri TV Bravia 2024, avrebbe aiutato soprattutto al 5%, dove il gamma è comunque un pochino più chiuso o un pochino più aperto, l’allineamento perfetto non si riesce a ottenere. In pratica le zone molto scure sono o leggermente più chiuse o leggermente più aperte. Io ho preferito aprirle un po’ di più per non affogare dettagli, specialmente se si opta per un gamma a 2.4.

 
Scala dei grigi in modalità Professionale HDR calibrata e picchi di luminanza
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I miglioramenti maggiori si registrano nella riproduzione dei colori: sul Color Cherker il DeltaE scende in media a 1,03 con un massimo di 2,37 (molto meglio della calibrazione automatica) mentre sulle saturazioni si viaggia in media a 1,05 con l’estremo più alto a 2,42. Siamo dunque sempre sotto la soglia critica di 3. Per l’HDR ho preferito separare completamente le regolazioni: solitamente sui Sony si dovrebbe eseguire la taratura in SDR con gamma a 2,2 e da queste impostazioni si deriva poi l’HDR. L'assenza del bilanciamento del bianco a 20 punti e del CMS incide però sul risultato: ho trovato più difficile ottenere una regolazione perfetta per gamma dinamica standard ed elevata gamma dinamica.

 
Color match e color checker in modalità Professionale HDR calibrata
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Da qui la mia scelta: ho usato la temperatura colore Esperto 1 per SDR ed Esperto 2 per HDR ma si può fare tranquillamente il contrario, dato che sono entrambe tele bianche da modificare a piacimento. Certo, bisogna ogni volta cambiare da una all’altra quando si passa da SDR e HDR o viceversa, però la precisione ottenuta è migliore e arrivarci è più semplice e rapido. Dopo la calibrazione anche l’errore sulla scala dei grigi in HDR crolla a livelli infinitesimali. Non si risolve però l’andamento a “S” della curva EOTF, che continua a schiarire leggermente le bassi luci e a schiarire altrettanto le alte.

 
Saturazioni BT.2020 e DCI in modalità Professionale HDR calibrata
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Per quanto riguarda i colori ci sono invece errori oltre la soglia del visibile: sul Color Match la media è 1,74 con punte che arrivano a 4,9. Anche sulle saturazioni la soglia di errore è più consistente. Va invece meglio il Color Checker con un DeltaE medio di 1,03 e un massimo di 2,77. È dunque evidente che il minor numero di regolazioni non permetta di raggiungere una precisione assoluta, anche se mediamente il comportamento è sicuramente buono. La copertura dello spazio colore BT.2020 è del 70,48% xy e del 73,82% uv mentre per il DCI-P3 si assesta al 97,44% xy e al 98,87% uv.

 
Copertura BT-2020 e DCI in modalità Professionale HDR calibrata
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Chiudo con una piccola nota sulla modalità calibrata per Prime Video, una delle novità introdotte sui Bravia 2024 che non avevo potuto testare su Bravia 9 (non era ancora attiva). Di base funziona come la modalità Filmmaker: quando viene avviato un contenuto su Prime Video, la modalità si attiva automaticamente inibendo molte delle impostazioni. Volendo si può spegnere l’attivazione automatica per usare una delle altre modalità.

 
Modalità Dolby Vision Scuro e Modalità calibrata per Prime Video a confronto
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Come si vede facilmente nell’immagine qui sopra, la modalità calibrata per Prime Video ha una tendenza al blu che la Professionale calibrata invece non ha. Il resto è invece molto simile, motivo per cui non la ritengo alla pari di una calibrazione effettuata con cura. Volendo si può comunque provarla in alternativa alla modalità Professionale, magari su alcuni modelli, in condizioni di fabbrica, può rivelarsi un’alternativa utile.

 

LA PROVA DI VISIONE


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La mancanza del co-processore mi ha spinto ad iniziare i miei test dall’elettronica, in modo da capire se questo cambiamento ha avuto un impatto sul comportamento del TV e, in caso di risposta positiva, in quale misura. Purtroppo non ho potuto fare un confronto diretto tra Bravia 8 e uno degli altri modelli 2024 o un A95L. Mi sono quindi affidato alla mia esperienza sui prodotti Sony di ultima generazione.

L’upscaling mi è sembrato in linea con gli altri modelli di fascia medio-alta o alta realizzati dal marchio giapponese. Anche con segnali a risoluzione standard c’è una discreta ricostruzione del dettaglio che rende mediamente godibile la visione, fanno eccezione solamente i contenuti eccessivamente compressi sui quali bisogna chiudere un occhio e accettare qualche compromesso.


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Con segnali HD o Full HD c’è un evidente salto di qualità e si possono sfruttare a pieno le potenzialità offerte dal Reality Creation: la maschera di contrasto applicata da Bravia 8 funziona decisamente bene, come del resto avviene ormai da anni su tutti i prodotti che fanno uso di questa elaborazione. C’è solo un consiglio da seguire: non esagerare con le impostazioni in modalità manuale. L’aumento del dettaglio è evidente e migliora nettamente la visione, motivo per cui l’utente potrebbe farsi prendere la mano.

Non è però consigliabile perché se è vero che ci sono contenuti che ben si adattano a regolazioni più spinte, è altrettanto innegabile che ce ne siano molti altri che invece mostrano difetti rilevanti, con un contrasto innaturale o contorni ispessiti (“edge enhancement”) che peggiorano il quadro. Sotto questo punto di vista una qualche distanza con altri Sony l’ho percepita: su Bravia 8 mi è sembrato più facile travalicare il limite sulla nitidezza. Basta un tocco di troppo alle voci presenti nei menu per passare da una situazione di equilibrio ad un eccesso.


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Parlo di impressioni perché si tratta di sfumature e non di comportamenti nettamente diversi e per quanto mi fidi della mia esperienza, soppesare con precisione questi aspetti senza un confronto diretto non è semplice. Resto comunque convinto che su Bravia 8 non si raggiunga sempre lo stesso risultato che ho visto su altri prodotti Sony con processore MediaTek e co-processore: se non si toccano le impostazioni, il dettaglio percepito è a volte un pochino più basso ma alzarlo anche di poco rende l’immagine appena più tagliente del necessario.

Nelle immagini in movimento non ho riscontrato differenze: il Motionflow si comporta come sul top di gamma Bravia 9 con Mini LED. La mancanza del co-processore non ne ha modificato né l’efficacia né la versatilità: ci sono infatti le stesse possibilità di intervento sulle sorgenti a 24p (Fluidità film) e su quelle a 50/60p (Fluidità fotocamera). Questo significa che si può aumentare la fluidità solo sullo sport, ad esempio, senza alterare la naturale cadenza del materiale cinematografico e senza dover cambiare le impostazioni ogni volta che si spazia da una tipologia di contenuto all’altra.


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Durante i test mi sono anche focalizzato sui contenuti più compressi, quelli che solitamente presentano dei difetti nelle sfumature dei colori uniformi, il cosiddetto “color banding”. Come ho scritto nel capitolo sulle caratteristiche del Bravia 8, qui a differenza di Bravia 7, Bravia 9 e A95L manca la funzione “Gradazione uniforme”, che serve proprio a mitigare questo tipo di difetti che sono purtroppo tutt’altro che rari, sia nelle trasmissioni televisive sia nei servizi streaming. Anche in questo caso ci tengo a ribadire che un confronto basato sulla memoria di quanto visto in precedenza non rappresenta esattamente l’optimum.

Fatta questa premessa posso dire che secondo me si vede che il filtro su Bravia 8 non c’è. Su tutti i Sony che ho testato in precedenza, e sono tanti (Gradazione uniforme è presente da anni), la transizione morbida tra le sfumature di colore è sempre stata una caratteristica che ho apprezzato e che dava un qualcosa in più rispetto ai diretti concorrenti. Qui quel qualcosa in più non l'ho ritrovato se non in forma ridotta: rispetto ad altri televisori il quadro è comunque più pulito e il banding non viene mai accentuato. Le prestazioni sono dunque buone ma resta un po’ di amaro in bocca perché l’impressione è che avrebbero potuto essere ancora migliori.

 
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Per quanto riguarda la qualità delle immagini, Bravia 8 assicura un’esperienza molto appagante, forte dei pregi garantiti dalla tecnologia OLED e da una messa a punto che, sotto alcuni punti di vista, è la migliore mai applicata da Sony a un pannello WRGB. Abbiamo ovviamente un nero assoluto, un rapporto di contrasto percepito altissimo e di conseguenza un’elevatissima dinamica (parti scurissime e altre molto brillanti simultaneamente su schermo). A fare la differenza rispetto a tutti i precedenti OLED (e intendo i modelli con pannelli LG Display, non i QD-OLED) è prima di tutto la luminanza. Quella a tutto schermo non cambia di tantissimo: come abbiamo visto sono una ventina di nit in più dopo la calibrazione.

In HDR invece il passo in avanti è evidente: anzitutto c’è molta più stabilità. Nella nostra recensione di A80L avevamo evidenziato la notevole variabilità nel picco di luminanza su finestre ridotte: si passava da circa 500 a  poco meno di 800 nit su finestre tra l’1% e il 10%. Bravia 8 è molto più lineare: si parte poco sopra i 900 nit all’1% e si scende poco sopra gli 800 nit al 10%. Aumenta dunque il picco e soprattutto c’è una maggiore spinta su finestre ridotte e questo permette di migliorare la resa suglispecular highlights”, ovvero sui dettagli più brillanti presenti nei contenuti in HDR. Solitamente i picchi si concentrano infatti su aree che faticano a raggiungere il 10% dello schermo: in molti casi coprono aree ben più piccole. Pensate ad esempio a luci artificiali molto forti presenti in scene buie, a riflessi su superfici metalliche o al sole che fa capolino tra le nuvole.


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Questi miglioramenti permettono a Bravia 8 di rappresentate i contenuti in HDR con un impatto maggiore rispetto ai precedenti OLED WRGB realizzati da Sony. Per quanto riguarda il tone mapping, l'elaborazione compiuta dal televisore per adattare la gamma dinamica dei contenuti alle capacità del pannello è in linea con tutte le più recenti produzioni di Sony. Anche in questo caso troviamo la possibilità di scegliere come deve agire l’elettronica: “Gradazione preferita” è sempre la modalità consigliata perché aderente agli standard, volendo si può optare per “Luminosità preferita” che, come indica il nome stesso, privilegia la massima brillantezza a discapito dei dettagli. Si può poi anche spegnere completamente il tone mapping: basta selezionare “No” nel menu “Mappatura dei toni HDR”.

Quest’ultima opzione è utile quando si usano sistemi da gioco: solitamente conviene demandare l’operazione alla console e spegnerla sul TV, diversamente si avrebbero due tone mapping applicati simultaneamente con risultati tutt’altro che ottimali. L’adattamento compiuto da Bravia 8 riesce a mantenere tutti i dettagli con contenuti fino a 1.000 nit, perde progressivamente qualcosa quando si sale verso i 4.000 nit e in misura ancora più visibile quanto di arriva a 10.000 nit. In pratica nella maggior parte dei contenuti si possono vedere tutti o gran parte dei particolari anche sulle parti più luminose dell’immagine, solo il materiale lavorato a livelli molto alti impone qualche compromesso. In ogni caso si vedono i passi in avanti rispetto ad A80L e chiaramente lo spunto in più sulla luminanza aiuta in tal senso.

 
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Come abbiamo visto nel capitolo sulle misure, a taratura completata il TV Sony offre un’ottima fedeltà cromatica. Non siamo a livello di riferimento ma complessivamente l’esperienza è assolutamente godibile e penso che la maggior parte degli utenti non noterà gli scostamenti (mediamente non troppo rilevanti) che si misurano su alcuni colori. Bravia 8 dispone di un angolo di visione ampio, come su tutti gli OLED e di un trattamento anti-riflesso, efficace.

Non c’è invece molto da dire sulla Smart TV: è Google TV con tutte le sue applicazioni, la notevole libertà concessa e una piattaforma che, rispetto alla prima uscita su A95L, qui è decisamente più rodata e assicura un’esperienza generalmente piacevole anche se non sempre scevra da qualche piccola incertezza che però non ne pregiudica l’uso.


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Come abbiamo visto l’assenza del co-processore comporta tutta una serie di cambiamenti, per lo più non positivi. Il gaming è l’eccezione che conferma la regola: aver demandato tutto al SoC MediaTek ha diminuito l’elaborazione del segnale che arriva più velocemente su schermo. Cala perciò l’input lag, tanto che Bravia 8 è più reattivo rispetto agli altri modelli della gamma 2024: il ritardo è di circa 13 millisecondi a 60 Hz che scendono a 4,5 millisecondi a 120 Hz. Va inoltre sottolineato che la modalità dedicata al gioco non pregiudica la qualità dell’immagine e questo rende Bravia 8 sicuramente adatto agli appassionati di videogiochi.

Chiudiamo con l’audio: il sistema Acoustic Surface Audio+ garantisce un’estensione superiore alla media. Ci sono non solo medi e alti ma anche i bassi, seppur non così profondi e impattanti come quelli garantiti da un subwoofer esterno. Il volume non è altissimo ma si può alzare senza remore, dato che la distorsione si manifesta solo quando ci si avvicina molto al livello massimo.

 

CONCLUSIONI E PAGELLA


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Bravia 8 è una buona evoluzione di A80L e offre prestazioni convincenti a 360 gradi. Unisce tutti i pregi dei pannelli OLED ad una luminanza più elevata rispetto al modello 2023 e con un ottimo trattamento del segnale, che è tuttora tra i migliori in assoluto nel mercato TV. L’assenza del co-processore, presente su altri modelli, lo penalizza un po’: ci sono infatti mancanze come la funzione “Gradazione uniforme” e soprattutto ci sono meno strumenti per regolare al meglio l'immagine, che di base non è accuratissima.

Il quadro complessivo resta comunque molto buono, come ho evidenziato nella recensione e sotto alcuni punti di vista le differenze con gli altri Sony dotati del co-processore sono tutt’altro che eclatanti. Resta un po’ di amaro in bocca perché il risultato finale sarebbe stato ancora migliore se la dotazione fosse stata la stessa di Bravia 9 e Bravia 7. C’è però un rovescio della medaglia: la minore complessità dell’elaborazione video ha migliorato la risposta ai comandi rendendo Bravia 8 un’eccellente scelta per il gaming.


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Manca il supporto ai 144 Hz ma il suo peso specifico va valutato “cum grano salis”: se non si è in possesso di un PC molto ben carrozzato è impossibile utilizzare una frequenza di aggiornamento così elevata, anche se lo schermo la gestisce. Più impattante l’ormai consueto limite delle due porte HDMI 2.1, che in realtà possono scendere a una soltanto se si usa eARC.

Come sempre per i prodotti Sony con tecnologia Acoustic Surface Audio+, la riproduzione dei suoni è superiore alla media e offre una copertura efficace di tutte le frequenze. Il principale limite di Bravia 8 è comunque il prezzo, che nel momento in cui scriviamo avvicina questa serie agli OLED di fascia alta dei diretti concorrenti. Eventuali offerte o un livellamento verso il basso dello street price renderebbero l'acquisto più appetibile.


Il telecomando secondario con tastierino numerico
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La pagella secondo Nicola Zucchini Buriani: voto finale 7,8

  • Costruzione: 9
  • Versatilità: 8,0
  • Menu e taratura: 6,5
  • Prestazioni in SDR: 8,0
  • Prestazioni in HDR: 8,0
  • Riproduzione audio: 7,0
  • Rapporto Q/P: 6,5

Per maggiori informazioni: sito ufficiale Sony consumer / sito ufficiale Sony Pro

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