5' @ HEM19: Kharma

Fabio Angeloni 04 Luglio 2019 Audio

Cinque minuti, ovvero il tempo oggettivamente concesso dalla stragrande maggioranza dei visitatori alle varie sale di una manifestazione ricchissima di contenuti, come nel caso di High End Munich: chi espone i propri prodotti all'HEM sa bene di giocarsi tutto in un colpo solo


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Il brand Kharma è nato 35 anni fa ed è prosperato sotto l’attento sguardo del suo creatore, Charles van Oosterum, un olandese che si è presentato sul mercato con prodotti che usavano membrane in materiali ceramici, poi re-ingegnerizzati fino a giungere alla produzione di driver proprietari. A me, villano conclamato, già solo la parola (che deriva dal sanscrito Kárman) piace anche per quell'aura metafisica che porta con sé: i cultori della metempsicosi la intendono infatti come quel recipiente che contiene le nostre azioni in grado di condizionare la nostra vita successiva e che dunque ci spinge ad adottare ogni giorno comportamenti virtuosi.


I diffusori da pavimento Kharma Exquisite Midi
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La produzione di Kharma è piuttosto vasta e si spinge, oltre che agli speaker per l'audiovideo, anche alle elettroniche e ai cavi. Ma il core del brand è senz'altro individuabile negli altoparlanti a torre. A questo riguardo basti ricordare che anche i modelli Mini e Midi della serie Exquisite con un robusto mobile a torre, poiché sposa appieno la filosofia del marchio, in relazione alla quale l'altezza e la robustezza complessiva del cabinet favoriscono prestazioni superiori e l'uso di componenti dimensionalmente più grandi, che necessitano poi di lavorare in adeguati spazi interni. 

Nella sala era proposto il secondo modello di gamma alta, l'Enigma Veyron EV-2D, appartenente alla serie che il produttore definisce il Santo Graal dell'High End. Più in generale, ed affrontando subito una delle prime questioni che si pone l'audiofilo prima di selezionare un prodotto, non si tratta di altoparlanti di "primo prezzo"; al contrario siamo innanzi a prodotti sofisticatissimi, estremamente curati sotto il profilo progettuale e realizzativo, con costi conseguenti: la coppia in questione costa infatti di listino 350.000 Euro (trecentocinquantamila).


Kharma ha costruito una vera e propria stanza nella stanza
con pannelli acustici di qualità elevata e finiture di pregio

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Ho udito il suono delle Kharma in varie occasioni e sarei ipocrita se dicessi che mi abbia sempre pienamente convinto, però i loro prodotti sempre mi hanno incuriosito per le loro scelte progettuali, la qualità produttiva e un design non anonimo, che per combinazione richiama spesso la simbologia esoterica. Il protagonista del mio definitivo avvicinamento al marchio è stato il mio amico Stefano/Wallace, che è anche l’unico tra i conoscenti che ne abbia posseduto un paio, le CE 3.2, per la precisione: ogni volta che me ne parlava lo faceva come se si riferisse ad una donna dalla bellezza abbagliante e dal carattere adorabile. Dalla grande stima che nutro per il mio amico "cavofilo" è sorto il mio interesse, risalente nel tempo, ad approfondire l'ampia produzione del brand.

 
Particolari degli splentidi pannelli installati a parete, di tipo assorbente e diffondente
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All’HEM la sala di Kharma è il salotto più elegante. A Monaco si può entrare in tante altre stanze all’interno delle quali è possibile ammirare set di proporzioni e/o costi davvero importanti, ma il "cocoon" dell’ascoltatore rimane sempre il piccolo, esclusivo salotto biposto di Kharma, con tanto di tappeto e, talvolta, fiori freschi recisi accuratamente e composti in vaso. Fatte le dovute proporzioni, entrare in quel luogo è stata per me una esperienza analoga a quella che provai quando alcuni cari amici mi fecero l’onore di portarmi con loro, in India, in una gioielleria degna di questo nome: ambiente finemente affrescato e prestigiosamente arredato, venditore discreto e sofisticato che parlava fluentemente 5 lingue e marcava quel distacco che si deve tributare a clienti suppostamente abituati ad ogni agio; al contempo, però, in grado di proporre oggetti davvero esclusivi (non solo per il prezzo) dei quali solo una vera gioielleria può disporre: fu per me, allora, una esperienza in grado di ingenerare profondo rispetto.


Anche il pavimento - griffato Kharma - è composto da materiale acustico smorzante
 
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Nella piccola gioielleria di Kharma ho avuto come un déjà-vu. L’ingresso, naturalmente, è libero, ma gli addetti erano discreti e parlavano tra loro a voce bassa. I visitatori chiassosi venivano gentilmente - ma fermamente - invitati a rispettare le regole della casa. Le pareti erano apparentemente foderate di eleganti quadri composti da massicce cornici in legno con modanature dorate e contenenti stampe dalla cromia tenue e delicata, ton sur ton, che solo ad un esame più attento e ravvicinato si rivelavano essere dei display verticali. Al centro della sala non si trovavano le solite file di sedie in plastica affastellabili da cinema all’aperto, piuttosto un elegante divanetto a due posti - che solo a guardarlo dava l’idea di una sontuosa comodità, poi regolarmente confermata nella pratica – che troneggiava esattamente nello sweet spot. Nella parete di fondo e in quelle laterali si trovavano sofisticati pannelli in pelle dal colore delicatamente ambrato o riportanti decori intagliati dal pieno su essenze lignee pregiate a soggetto, appunto, vagamente esoterico. 


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Naturalmente l'installazione proposta era rigorosamente stereo e le elettroniche erano contenute dentro a quello che definire mobile sarebbe davvero riduttivo, come a voler attribuire loro un rilievo minore o a considerarle addirittura un fastidio ottico in grado di turbare la perfezione estetica del luogo: si tratta dell'Elegance Visionar, un meraviglioso oggetto di design dal costo di 70.000€, dentro il quale veniva anche nascosta parte del cablaggio. La fonte era rappresentata da un sobrio set di 4 dCS posto con studiata noncuranza di taglio, sul lato destro dell'ambiente.

Nessun addetto si curava di proporsi ai visitatori per provare a spiegare loro le caratteristiche tecniche dei prodotti esposti (se non a specifica domanda, come ovvio) per non disturbare l’ascolto degli altri presenti. In qualsiasi momento si facesse accesso alla sala il programma sonoro era “morbido”, controllato, privo di eccessi; quando sono entrato lì il volume era in effetti un po’ troppo basso, per i miei gusti, ma forse proprio per far sì che le note si insinuassero suadentemente dentro ai sofisticati padiglioni degli ascoltatori senza disturbarne il relax indotto dalla permanenza nel "Tempio".


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La massima serie degli speaker di fatto ha perso la forma superiore (un po’ abusata) di piramide tronca che ricordava realizzazioni consimili: le Enigma Veyron EV-2D sembrano piuttosto dei contrabbassi al contempo enormi (2 metri di altezza) ma magrissimi, alla "soglia dell'anoressia". Sono dei quattro vie con sette altoparlanti in configurazione D'Appolito che anche solo esteticamente sembrano promettere il Nirvana: un tweeter concavo da 1'; due tweeter concavi per le medioalte da 2'; due midrange da 7'; infine due woofer da 11'; l’impedenza è di 4 Ohm (con modulo che non scende sotto ai 3.4 Ohm), la sensibilità di 93 dB, la tenuta in potenza di 500 Watt. Altoparlanti quindi molto efficienti e a bassa (ma non bassissima) impedenza, in grado dunque di offrire una grande resa, se abbinati - come si immagina che avvenga - ad una amplificazione minimamente adeguata al rango.

 
Ancora particolari dei pannelli acustici: nell'immagine a sinistra i moduli ad angolo da cielo a terra
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Il cabinet degli altoparlanti è costituito da 5 strati di legno fresati da macchine a controllo numerico. Gli altoparlanti sono disaccoppiati dall'ambiente grazie a sfere di Carborundum posizionate su diamanti. I woofer e i midrange sono mossi dagli esclusivi driver Omega F, con corrente 0-Foucault: per la prima volta non viene utilizzato il ferro nel sistema di movimento del magnete, bensì un array di magneti al neodimio che scongiura qualsiasi distorsione parassita dovuta a possibili interazioni indesiderate. I tweeter sono in diamante, i coni in fibra di carbonio e il carbonio è il materiale scelto persino per le bobine. Si tratta insomma di oggetti piuttosto esclusivi, come avrete avuto modo di capire.

Nei minuti passati lì dentro ho ascoltato prima la coda di un brano la cui melodia era tracciata da una "analogica" armonica a bocca, poi il caldo Funky Oscar di Serge Forté. In effetti ho preferito esperire la valutazione in particolare su quest'ultimo brano, che conoscevo bene, possedendo il CD, che ritengo artisticamente e tecnicamente molto interessante, anche per la presenza del duetto con il funambolico - e mai troppo compianto - Michel Petrucciani. Il pianoforte di Serge (strumento, notoriamente, difficilissimo da rendere bene) viene reso in modo molto naturale; la ritmica della batteria di Darren Beckett e le corpose linee di basso di Jean Wellers si stagliano vivide con autorevolezza, senza mai esorbitare dal loro ruolo ritmico e di accompagnamento. Sospendo il giudizio solo per il parametro "estensione verso l'alto" per via del programma musicale che non ne consentiva l’esame, ben conscio tuttavia delle apprezzate capacità dei tweeter al diamante di riprodurre frequenze anche elevatissime senza sforzo alcuno.

È quindi per me piuttosto semplice definire l'esperienza d'ascolto provata in quella bomboniera: una scena molto ampia e a fuoco (uno dei target che si pone l'azienda nelle sue brochure), una riproduzione corretta e piacevole, qualitativamente assolutamente al di sopra di ogni sospetto per ogni gamma tonale e nel complesso un suono opulento anche se forse non esaltante solo per via di un educato volume di ascolto che aborrisce le esaltazioni, ma che - fatto evidentemente ritenuto più importante - non fa mai sì che il contenuto musicale possa trarre in errore. Esclusivi nel prezzo, eleganti nelle forme, rigorosi nella riproduzione, tutto questo è Kharma: la classe che non consente eccessi.

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