Dvorak - Dal Nuovo Mondo a confronto

Marco Cicogna 23 Novembre 2020 Audio

La sinfonia n. 9 di Dvorak, l'ultima e la più celebre del compositore boemo, fa godere anche agli audiofili. Il fascino del Nuovo Mondo ha rappresentato per generazioni un ideale di rinnovamento e miglioramento, terreno fecondo per l'avvio di una grande impresa o per una ripartenza dopo un momento di crisi.


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La sinfonia n. 9 di Dvorak, l’ultima e la più celebre del compositore boemo, fa godere anche agli audiofili. Il fascino del “Nuovo Mondo” ha rappresentato per generazioni un ideale di rinnovamento e miglioramento, terreno fecondo per l'avvio di una grande impresa o per una ripartenza dopo un momento di crisi. Anche per Antonin Dvorak l'arrivo negli Stati Uniti ebbe a rappresentare una fonte di rinnovata energia ed ispirazione, chiamato a dare lustro (avveniva anche con Tchaikovsky) alle neonate istituzioni musicali degli Stati Uniti. Felicemente scorrevole e densa di temi di immediato ascolto la Sinfonia “dal Nuovo Mondo” si ispira dunque al soggiorno americano dell'autore. Resta una tra le pagine più significative del repertorio orchestrale europeo appartenente a quella scuola slava tanto in voga sul finire dell'Ottocento. Piace alle orchestre e piace al grande pubblico, non inopportunamente ha ricevuto il favore della discografia che ne propone edizioni interessanti anche tra quelle più recenti e ben registrate. Niente piatti e grancassa in questa pagina, ma molti spunti per un ascolto attento dello smalto e del respiro di una grande orchestra. Allena potete, però, andate a sentirla dal vivo.   


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In video, con la forza eloquente delle immagini

Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks
Dir Andris Nelsons
Blu Ray Unitel/C-Major

Non solo la “Nuovo Mondo” in questo programma fuori dagli schemi.

Difficile poter dire qualcosa di nuovo nell'affrontare una pagina tanto frequentata in concerto (e in discografia). Andris Nelsons ne propone una lettura intensa, originale negli accenti che sa farsi languida ed introspettiva senza mancare la forza delle parti più estroverse. Si propone così in modo brillante, attento concertatore e tuttavia spesso sorridente, un aspetto che lo distingue da altri più “austeri” colleghi. L'entrata del famoso tema sul flauto, poi sui violini e quindi nello splendore di una eccellente sezioni corni è suggestiva, scorrevole ma non frettolosa e non priva di un incedere nobile che mi piace davvero. Dalla sua Nelsons ha lo smalto dell’orchestra della Radio Bavarese, una delle due importanti formazioni di Monaco, dotata di archi espressivi e fiati puntuali che si esibiscono con disinvoltura nelle frasi solistiche. Qualità video negli standard (decenti) delle produzioni musicali, ma del resto c’è ben poca concorrenza. Nella conclusione si apprezza una forte tensione emotiva, incisiva la sezione corni e puntuale (in alcuni punti fondamentale) il del timpanista.

Il pregio di questo Blu Ray non si esaurisce nella Nona di Dvorak. Il programma si apre infatti con alcune pagine di raro ascolto che puntano ad illustrare il repertorio americano. Da qui, appunto, il “titolo” dell'album “Dal Nuovo Mondo”. Risulta in effetti di non frequente ascolto “The Unanswered Question” di Charles Ives, un pezzo davvero sperimentale per quei tempi (anni '30 ma eseguito per la prima volta solo nel 1946). Il piccolo organico è suddiviso in tre gruppi di strumentisti in spazi separati che non si vedono tra loro. Una piccola formazione di archi, una tromba solista in lontananza e un quartetto di flauti (qui i soli presenti sulla scena), una sorta di narrativa che vuole essere un “dramma cosmico” in miniatura dipinto attraverso una serie di miniature sonore. Questo è il pezzo che apre il Blu Ray e per la struttura inconsueta la funzione esplicative delle immagini è fondamentale. Da ascoltare con attenzione. Nel programma anche l’inconsueto “ Slonimsky's Earbox” di John Adams e da una pagina neoclassica come “Le Chant du Rossignol” di Strawinsky.

Regia attenta e puntuale, immagini dai colori accettabili e riprese non proprio all’avanguardia effettuate nel dicembre del 2010 nella Herkulessaal di Monaco. Ancora una volta segnalo la naturale ripresa audio di questa etichetta che si avvicina di molto al riferimento attuale dell'altra tedesca Accentus. Da ascoltare a volume disinvolto e chi può si immerga senza imbarazzi nello splendore sonoro del Dts HD Master Audio.


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La novità in DSD Nativo con l'orchestra di Washington

Noseda e la National Symphony arrivano su Native DSD

Importante segnalare anche la più recente tra le edizioni disponibili in alta risoluzione. Notevole prestazione, musicale e sonora, del recente album con Copland e Dvorak per la label di casa della National Symphony Orchestra di Washington. Nuova arrivata dunque tra le etichette del ricco catalogo di Native DSD si presenta nello splendore del multicanale, ma potete ascoltarla anche in due canali sino al DSD 512, lo stato dell'arte della ripresa discografica. Gianandrea Noseda dal 2017 è alle redini dell'orchestra di Washington e questo album segna il suo esordio discografico con l’orchestra americana.

Della Nona di Dvorak abbiamo già detto e qui troviamo una valida lettura che si affianca alla qualità della cornice tecnologica. Noseda propone con accurato smalto le parti più raffinate e rende in modo scorrevole i suggestivi temi. Interessante il timbro morbido ed omogeneo degli archi, ampia la dinamica nelle parti più incisive, con ottoni presenti e tuttavia mai graffianti. Voglio segnalare la presenza nel programma della suite dal balletto “Billy the Kid” di Copland, questa si vera musica “dal Nuovo Mondo”. La sinfonia dell'autore boemo, ricca di tratti cantabili per un facile ascolto, si unisce allora con profitto cinematografica e audace orchestrazione del pezzo di Copland del 1938. In questa suite fate caso alla dirompente dinamica (sezione timpani-grancassa di riferimento) l'episodio “Gun Battle”. Attenzione, la tradizionale sparatoria in un saloon di frontiera è dipinta con tratti onomatopeici e dispiego di percussioni. Un pezzo immancabile per gli appassionati di riproduzione musicale che (se davvero la musica classica non la digeriscono o se magari hanno almeno dieci edizioni della Nona di Dvorak negli scaffali) vorranno arricchire il proprio repertorio.

La registrazione è stata effettuata nel giugno 2019 nella Concert Hall del J F Kennedy Center for the Performing Arts di Washington DC


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Telarc Sound con la Cincinnati Symphony & Paavo Järvi

Voglio menzionare questo album Telarc di una quindicina di anni fa per la resa naturale della registrazione e per il fatto che è ancora disponibile. Non solo in CD, ma persino della sua massima espressione sonora, il SACD ibrido stereo e multicanale.

Paavo Jarvi (figlio di Neeme, attenzione a non fare confusione in discografia) aveva detto la sua con una dozzina di stimolanti prove sinfoniche nel catalogo della label americana. Ricordiamo almeno l’Uccello di Fuoco e la Sagra di Strawinsky e un grintosetto “Romeo e Giulietta” di Prokofiev che per la notevole resa musicale e artistica nella rosa di incisioni multicanale di riferimento. Jarvi esprime qui una sana musicalità e profondità di espressione. Corretta la scelta dei tempi, belli gli accenti sin dalle prime energiche battute del primo movimento, in cui fa risaltare la famosa “salva” sui timpani, resa in modo particolarmente tangibile nell’ascolto della traccia multicanale per i motivi che abbiamo più volte detto. Il cantabile secondo tempo ha toni pastorali, e la celebre melodia del corno inglese non potrebbe essere più suggestiva. Brillante la concezione ritmica nello Scherzo, con fiati in punta di pennello ed un andamento particolarmente incisivo. Certe letture di matrice slava del passato (Ancerl, Neumann, per non fare che due nomi) offrivano chiavi di lettura dai tratti più brillanti, graffianti, con un senso di maggiore autenticità, ma risultano difficilmente ascoltabili per chi ama un suono realistico al pari della maggior parte delle registrazioni “vintage” di cui certi audiofili tradizionalisti amano far sfoggio. Con Jarvi si punta alla ricerca di un suono “bello”, dai contorni opulenti. Lascia perplessi il repentino stringere del tempo nelle conclusive battute di un movimento finale di insospettabile efficacia, ma si tratta di un vezzo personale che non possiamo censurare. Decisamente interessante la Seconda sinfonia di Bohuslav Martinu (del 1943), scritta anch’essa negli Stati Uniti, pagina dai toni tranquilli e ottimistici che attinge, facendolo proprio con originalità, al linguaggio musicale europeo (e francese in particolare) degli anni ’20 del Novecento.    


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E in Blu Ray Audio?

Le sinfonie di Dvorak di Kertesz in Blu Ray Audio Decca (ma le trovi anche come file PCM 24/96)

Il Blu Ray “puro audio” non ha avuto il successo che meritava, pur offrendo formati audio in almeno 24/96 senza bisogno di una piattaforma informatica. Il fatto è che il lettore Blu Ray non è visto come componente “high-end” audio, ma come un prodotto legato soprattutto al video. Peccato perchè il Blu Ray Audio (lo abbiamo visto anche con etichette del calibro della 2L) rappresenta un supporto performante gestibile attraverso il gran numero di lettori BR presenti nelle case degli appassionati in numero ben maggiore rispetto a macchine SACD. In più occasioni Universal ha riproposto alcune chicche del catalogo storico su Blu Ray Audio. Tra questi la solida integrale delle sinfonie di Dvorak registrata dalla Decca negli anni Sessanta con Istvan Kertesz alla testa della London Symphony Orchestra. Il cofanetto contiene nove CD e un Blu Ray. Ospita le nove sinfonie nei primi 5 CD, il Requiem sui successivi due e negli ultimi due CD la Serenata in Re, lo Scherzo capriccioso, le Variazione Sinfoniche, le Overtures ed i poemi sinfonici. Ovviamente c'è la sinfonia “dal Nuovo Mondo” e molto ben rappresentate anche la settima e l'Ottava, splendidi pezzi sinfonici che esprimono temi di facile ascolto, parti cantabili e momenti esuberanti in eguale misura. Le sinfonie più giovanili sono lavori sempre godibili ma interessanti soprattutto per seguire il divenire del linguaggio musicale di Dvorak, frutto di un cesello e di un lavoro instancabile che porterà il suo autore dalla Boemia rurale sino ai fasti newyorchesi.  

Il contenuto dei 9 CD, che ripropongono le copertine originali della prima pubblicazione Decca, è duplicato in formato 24/96 (due canali) nel Blu Ray Audio che da solo contiene dieci ore di musica in alta risoluzione. Sin dal momento della prima edizione l'integrale di Kertesz è stata protagonista essenziale della discografia. La lettura del direttore ungherese (morto ancora giovane nel 1973) è considerata ancora oggi un punto fermo, per la comprensione analitica del linguaggio sonoro di Dvorak, la puntualità del fraseggio, il senso di colore e l'esuberanza delle parti più vivaci, sottolineate con tempi brillanti ed efficace senso del ritmo. In termini di resa sonora questa edizione si colloca tra le produzioni meglio riuscite della Decca di quegli anni, dunque un tributo importante all'epoca aurea dell'analogico. Ancora oggi si apprezza la qualità del timbro strumentale, l'introspezione piuttosto ravvicinata delle diverse sezioni orchestrali cui si affianca l'inevitabile brillantezza dei passaggi più intensi. Tutto ciò si coglie in ancora maggiore evidenza nell'ascolto delle tracce in 24/96 rimasterizzate dai nastri originali, che mettono in evidenza la ricca trama strumentale senza addolcimenti. Percepibile ovviamente il lieve soffio del master e una certa congestione ed affaticamento nelle parti in “forte”.


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una edizione “Vintage” di scuola slava

Czech Philarmonic Orchestra & Karel Ančerl - Supraphon

Con la “Karel Ancerl Gold Edition” la casa boema ha ristampato le tappe più importanti dell’attività direttoriale di Ancerl con la Filarmonica Ceca, quasi un ventennio che va dal 1950 al 1968. Il grande musicista sopravvissuto ad Auschwitz lascerà infatti la sua terra per gli Stati Uniti dopo i fatti del ’68. Molto ricca la sua produzione discografica, tanto che per anni quelle registrazioni hanno rappresentato uno dei prodotti d’esportazione più importanti dai paesi oltre cortina, esecuzioni artisticamente significative proprio con il repertorio slavo e boemo. Non fa eccezione l’incisione della Sinfonia Dal Nuovo Mondo qui abbinata alle ouverture “Otello” e “Nel regno della Natura”. Ha più di mezzo secolo ma dimostra una freschezza sconosciuta alle interpretazioni recenti più accreditate. Ancerl sorseggia queste partiture e le fa degustare con l’esperienza di chi ha in questa musica le proprie radici. La sua è una di quelle letture che convincono alla distanza, nel senso che non colpiscono l’ascoltatore per il particolare splendore sonoro (Karajan) o per lo spessore drammatico (Bernstein), preferendo cogliere nel cesello l’autentica anima mitteleuropea di questo autore ed il carattere spontaneo e vitale che ricolloca nella giusta luce temi tanto famosi e forse sin troppo abusati. Lo Scherzo della Nona è uno dei migliori in discografia, per la costante tensione ritmica e la certosina cura nell’equilibrio dei fiati, rifulgenti di uno smalto particolare, appassionante, senza forzature, il finale.

Le incisioni rispettivamente del 1961 e del 1962 risultano in questa rimasterizzazione perfettamente godibili. Qualche asprezza di troppo e una limitata dinamica sono comprensibili ma non da tutti accettabili.

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Commenti (1)

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  • pace830sky

    23 Novembre 2020, 20:00

    La sinfonia Dal nuovo mondo è un brano di facile ascolto, tra i primi di cui è facile innamorarsi quando si inizia ad ascoltare la classica. Credo di avere - non pochi anni fa - letteralmente consumato il vinile (se ben ricordo era l'orchestra di Praga) prima di allargare i miei orizzonti ad ascolti meno facili.

    L' idea di raffrontare diverse versioni potrebbe essere buona ma presumo che chi sia in grado di fare con profitto raffronti tra le diverse interpretazioni magari si cimenti con ascolti più impegnativi di questo.

    Il mezzo ideale a questo scopo mio avviso è lo streaming... ho trovato di primo acchito la versione di Andris Nelson su Amazon Music in qualità quasi CD (la sto ascoltando ora) e credo che con altrettanta facilità si troverebbero anche altre delle edizioni elencate. Ci sarà pure che acquista 2 o 3 edizioni della stessa sinfonia su supporti fisici solo per fare un raffronto ma suppongo sia qualcune che di dischi ne ha migliaia e non è certo il mio caso...

    Non concordo tuttavia sulla piacevolezza del guardare sullo schermo di un Tv i maestri d' orchestra che suonano... degli stessi concerti RAI riesco ad usufruire con piacevolezza solo estrapolando l'audio...

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