Shostakovich n. 5: il 900 facile per audiofili

Marco Cicogna 03 Novembre 2021 Audio

Pagina significativa dei difficili anni '30, la Quinta di Shostakovich si ascolta come uno dei pezzi più azzeccati per un approccio audiofilo senza compromessi alla grande orchestra del XX secolo.


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Pagina significativa dei difficili anni '30, la 'Quinta' di Shostakovich si ascolta come una delle pezzi più azzeccati per un approccio audiofilo senza compromessi alla grande orchestra del XX secolo. Nasce in un momento particolare della vita dell'autore, che per le intemperanze sonore e la modernità della sua 'Quarta' e più ancora della sua opera 'Lady Macbeth di Mtsensk' rischiava di finire tra i 'nemici del popolo'. A quell'epoca, poteva rappresentare una lunga condanna all'oblio siberiano. È ben noto come il suo riscatto agli occhi del regime avvenga proprio con la Quinta, che con arguzia e una malcelata ironia lo stesso Shostakovich definisce come una  'risposta pratica di un compositore ad una giusta critica'.

Eh, già: perchè la sua opera dal linguaggio talvolta aspro e tagliente pare non fosse per nulla piaciuta a Stalin. Oggi una critica del genere farebbe 'salire gli ascolti', ma in quel tempo e in quel luogo si rischiava davvero la pelle. L'autore dimostra di poter destreggiarsi tra creatività e necessità 'politiche'. Dietro un linguaggio accessibile al grande pubblico cela spunti ironici e persino grotteschi, dosando l’elemento 'popolare' con momenti di straordinario impatto sonoro. Emerge a tratti quel gusto per il sarcastico che nel linguaggio del compositore russo appare un tratto ricorrente ed originale.


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Ho cercato di ascoltarla dal vivo tutte le volte che ho potuto, a partire dai primi anni Ottanta. Lo spunto per il protagonista di questa rubrica deriva dal mio primo concerto fuori Italia dopo quasi due anni. Sono riuscito a trovare un paio di biglietti per la Quinta di Shostakovich diretta da Yutaka Sado nella prima fila del 'balconcino' affacciato di fatto sul podio del Musikverein di Vienna. L'esecuzione con la Tonkunstler Orchestra mi era sembrata valida dall'ascolto del disco con gli stessi interpreti uscito da qualche anno. Fa parte della mia collezione ed è tra i titoli migliori di questa concisa discografia. L'ascolto nella celebre sala viennese e la speciale posizione che ti mette a diretto contatto con l'orchestra ha coronato uno dei miei ascolti più memorabili. Molti visitano (giustamente) la capitale austriaca per la sua storia ed i musei. Se al prezzo di una buona cena ci aggiungete un ascolto sinfonico al Musikverein si comprende il significato di timbro e dinamica, rendendosi poi conto di tanti inutili luoghi comuni dell'alta fedeltà


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Considerazioni personali e premesse storiche a parte, resta il fatto che proprio la Quinta sia la più eseguita tra le 15 sinfonie di Shostakovich; di conseguenza anche una delle più rappresentate in discografia. Troviamo molte edizioni disponibili nei più recenti formati: due canali e multicanale, audio e video, PCM e DSD. Ce n'è per tutti i gusti, anche in video, per una più compiuta comprensione della partitura nel seguire l'orchestra come in un affascinante documentario. Ma valutiamo la musica, come sempre, prima della sua cornice tecnologica.

Che si intende per musica facile o difficile? Direi principalmente la sua complessità armonica, nel senso che l'orecchio non abituato alla musica più moderna trova più familiari e dunque 'facili' le armonie tonali. Per intenderci, sino alle soglie del Novecento, il linguaggio armonico risulta sempre accessibile, ma in pochi anni (la rivoluzionaria Sagra di Stravinsky è appena del 1913), si assiste ad un'evoluzione senza precedenti. L'altro aspetto riguarda il timbro, nel senso del colore dell'espressione orchestrale. Gli 'ingredienti sonori' (la strumentazione dunque) di Shostakovich è essenzialmente la stessa di quella di Tchaikovsky 50 anni prima, ma la combinazione e l'utilizzo espressivo degli strumenti è ben diverso.

Armonia, timbro e ritmi sono gli ingredienti che rendono ogni pezzo, una pagina a se. In questo modo la Quinta di Shostakovich, pur suonando 'rassicurante' per i gusti di chi conosce bene il repertorio del Novecento, ai non specialisti può risultare ancora oggi ardita, con passaggi armonicamente complessi ed un impiego audace della grande orchestra. Nella Quinta, ad esempio, la percussione esplosiva della grancassa che nel finale lancia, da sola e con colpi possenti, l'anelito conclusivo è effettivamente inedita.

Proprio questo 'dettaglio' appare messo bene in evidenza nel video dei Berliner di cui diciamo più avanti. Tuttavia sarebbe ben riduttivo indicare questo o quello specifico aspetto sonoro, in un quadro sinfonico che nei quattro tradizionali movimenti dipinge momenti sonori e pathos tanto diversi. Il movimento lento, ad esempio, si apprezza negli ascolti ripetuti e soprattutto dal vivo. A 80 anni dalla prima esecuzione è forse il momento di aprire bene le orecchie ed ascoltare con attenzione, anche perchè le migliori tra le registrazioni attuali, soprattutto con i formati audio più performanti, offrono una felice introspezione su questa suggestiva partitura.


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Prima ancora di parlare di dischi, vorrei accennare alla musica 'vera'. Nella bella programmazione della nostra Orchestra di Santa Cecilia, a maggio si potrà ascoltare in tre successive serate di grande musica (26, 27 e 28) proprio la Quinta di Shostakovich. Al primo tempo c'è un altra grande 'Quinta', quella che non ha bisogno di presentazioni. Il programma diretto da Jaap van Zweden comprende anche la sinfonia n. 5 di di Beethoven. Siate pronti ad acquistare un paio di biglietti. Uno per voi, l'altro per la persona speciale che vi accompagnerà. Info su www.santacecilia.it


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Veniamo alla discografia. Ho voluto concentrare la nostra attenzione su alcune edizioni moderne capaci potenzialmente di offrire un sound naturale e coinvolgente. Non troverete alcune fondamentali letture del passato; tra queste è mio dovere segnalare almeno le due possenti ed ineguagliabili per forza espressive curate a suo tempo da Leonard Bernstein. Sarà utile averle sempre come riferimento.


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L'integrale in SACD targato Capriccio

Voglio subito menzionare il miglior affare discografico per chi fosse interessato a conoscere il mondo sinfonico del buon Dimitri. Si tratta della integrale di Kitajenko su etichetta Capriccio. L'esecuzione, solida, intensa e nei momenti opportuni, graffiante, è curata dall'orchestra di Colonia, che appare in splendida forma nei 12 dischetti ospitati in questo box che si trova nei vari siti online a circa 40 Euro. L'affare si ingrossa se consideriamo che si tratta di 12 SACD ibridi, stereo e multicanale. In tal senso, per chi dispone di un lettore capace di digerire il formato (basta anche un economico lettore Blu Ray Sony, ad esempio), questa edizione appare immancabile. Al prezzo di un LP da audiofili avete una panoramica del linguaggio sinfonico di un autore che con le sue sinfonie spazia dagli anni Venti agli anni Settanta del XX secolo.


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La Quinta, in video, con i Berliner

L'altra segnalazione è per una edizione in video con la Filarmonica di Berlino che può rappresentare un vero documentario in suoni ed immagini di qualità (anche in uno splendido 'Immersive Audio') delle possibilità espressive della grande orchestra. Più volte abbiamo raccontato che la musica attraverso le immagini ha davvero una marcia in più, anche nel repertorio sinfonico. La ripresa sonora in Dts Master Audio con il plus del coinvolgimento multicanale rende meglio di un pur valido CD. Tutto questo ci piace e qui apprezziamo la pregevole confezione tecnologica di una serata tra le più stimolanti della Filarmonica di Berlino. Se volete un assaggio dal WEB, cercate 'Shostakovich, Sado, Berliner' e troverete alcuni estratti da questo concerto. Il suono non rende poiché compresso, ma le immagini parlano chiaro. 

Questo concerto del maggio del 2011 offre un programma originale e al tempo stesso rassicurante. Nella seconda parte del concerto c'è la Quinta di Shostakovich, ma i più curiosi troveranno interessante anche la prima parte con una pagina di Toru Takemitsu dal titolo 'From me flows what you call time'. Si tratta di un brano particolare che unisce sonorità tradizionali nipponiche a quelle di un’orchestra sinfonica. Protagonisti i percussionisti dei Berliner, che hanno la ribalta e che entrano in gioco scendendo a concerto avviato dalle gradinate per raggiungere il proprio posto nel proscenio durante l’esecuzione. Trovano a loro disposizione un gran numero di percussioni esotiche, mai viste in orchestra, dalle sonorità raffinate e a tratti penetranti che avvolgono la scena sonora. Ovvio che qui e proprio qui ci vogliono le immagini, che raccontano questa 'entrata in scena' in cui l'effetto, anche visivo, è inedito.

Avevo trascurato questo Blu-ray Disc perché non conoscevo il direttore, Yutaka Sado. Ci presenta una lettura vibrante, intensa e senza dubbio interessante. Colgo il fine cesello dei momenti più intimi, con dei passaggi solistici di grande suggestione. C’è lo smalto ineffabile delle prime parti dei Berliner; c’è la regia video che segue con discrezione ogni dettaglio senza far mancare la continuità narrativa; c’è la resa sonora che coglie dinamica e presenza di questa straordinaria formazione:  piacevolezza sonora che fa cogliere il respiro della sala ma anche la pienezza di una sezione ottoni che soprattutto nella sezione centrale del primo tempo e nel finale mi ricorda gli ascolti dalla 'mia terza fila dietro i timpani'. Voglio dirlo chiaramente: le battute conclusive della Quinta, con le salve sui timpani e la grancassa 'scoperta' rappresentano un 'wet dream' per ogni appassionato di Alta Fedeltà, momenti che la regia coglie in modo superbo.

Se non siete ancora stati alla Philharmonie la visione di questo BD potrebbe darvi uno stimolo decisivo. Se deciderete di non andarci avrete un’idea almeno approssimativa al godimento musicale cui avrete rinunciato. In un modo o nell’altro c'è qui buona musica per il vostro impianto in un formato che a differenza di tante incisioni per audiofili, che troppo spesso  traggono solitari piaceri, si presta ad una fruizione 'globale', da condividere con la famiglia o con gli amici. Se avete un sistema Home-Theatre l’articolata scrittura strumentale di Shostakovich ne metterà in evidenza il carattere musicale oltre che spettacolare.


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Trovate la Quinta diretta da Yatuka Sado anche in solo audio in una sua recente (2018) registrazione con la Tonkunstler Orchestra. Eccellente incisione disponibile solo come file audio anche in PCM 24/192. Ascoltatevi ad 1,82 Euro almeno il secondo tempo. Quegli archi bassi sono davvero ben registrati, potenti senza risultare aspri o graffianti in modo innaturale.


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Nelson, lo Shostakovich con la Boston Symphony

Accanto alle potenti letture di Gergiev delle sinfonie di Shostakovich (sempre un riferimento) di qualche anno fa, l'edizione più significativa tra le più recenti è senza dubbio quella curata da Andris Nelson, artista di punta del catalogo Deutsche Grammophon. Da qualche anno è alla testa di due tra le più prestigiose orchestre, il Gewandhaus di Lipsia e la Boston Symphony. Se a Lipsia sta ultimando l'integrale delle sinfonie di Bruckner è proprio con l'orchestra americana che ha portato avanti una compiuta lettura di quelle di Shostakovich. La Quinta è inserita in un doppio album dal titolo 'Shostakovich Under Stalin's Shadow', che ospita anche la Ottava e la Nona. Se avete letto l'introduzione troverete esplicativo il titolo. Oltre che in CD questo doppio album è disponibile anche in file audio PCM 24/96. Ovviamente potreste anche solo saggiare per prova un solo movimento della Quinta. Pensavate anche voi al finale?


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Noseda e la London Symphony Orchestra

Tra le più fresche letture segnalo quella diretta da Gianandrea Noseda con la London Symphony Orchestra. L'edizione curata dalla label di casa 'LSO Live' comprende anche la giovanile sinfonia n. 1. È disponibile anche sul sito della LSO e nei vari fornitori musicali come doppio SACD (stereo e multicanale) e in file audio stereo PCM 24/96. Per i più esigenti fruitori della musica 'liquida' la piattaforma di Native DSD offre il PCM 24/192 e il DSD. Ovviamente anche in multicanale.   

Noseda è Principal Guest Conductor della London Symphony. In tale incarico sta portando avanti una robusta lettura delle sinfonie di Shostakovich. Il direttore italiano sin dall’apertura impone un taglio intenso, con tempi dilatati e tratti dinamici ben marcati. L’eloquenza e la cantabilità degli archi rafforza il contrasto con l’episodio centrale, dove gli ottoni londinesi fendono la scena sonora, un grido angoscioso che porta la tensione al calor bianco. Notevoli gli spunti virtuosistici nel brillante Scherzo, dal ruggito degli archi gravi e i virtuosismi strumentali a seguire. Smalto solido che con questo repertorio offre davvero una marcia in più. Ben riuscito anche il Finale, intenso al punto giusto, mai banale. Siamo quasi al limite del puro compiacimento sonoro nelle battute conclusive, un 'rallentando' affascinante ed esasperante in uguale misura, punteggiato da energiche percussioni.

La registrazione è una delle più riuscite ascoltate in questo formato. Timbro naturale, perfetta calibrazione dei piani sonori. In multicanale si concretizza una solida immagine orchestrale, con dettagli presenti e ampio spazio acustico. Un riferimento da apprezzare con un grande sistema. Negli ultimo secondi (avviso per gli appassionati più 'smanettoni') c'è il 'solo' della grancassa a sconvolgere il pubblico prima del fortissimo conclusivo e la resa della registrazione è notevole e realistica nell'impatto. Nell'ascolto in multicanale sarà un po' come trovarsi all'interno del Barbican Center di Londra; non più alla solita “finestra” amata dagli audiofili e centellinata con difficoltà dalla maggior parte degli impianti tradizionali.   


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Honeck per la Reference Recordings

Questa recente registrazione di Manfred Honeck per la Reference Recordings dice la sua con la consueta autorevolezza cui ci ha abituato il direttore austriaco. Del resto già con Beethoven (l'album con la Quinta e Settima, seguita dalla Terza e ultimamente la possente Nona) aveva indicato non solo un quadro sonoro attendibile, ma anche una lettura di spessore, con un vigore ed un fraseggio che piacerà ai cultori della più solida scuola austro-tedesca. Alcune 'controllate' letture di interpreti moderni che soprattutto con Beethoven non vogliono (o non possono) 'osare' appaiono alla luce di quanto si ascolta qui lontane anni luce. Ecco allora che energia e slancio vitale sono chiavi di lettura di questa lezione dell'ottimo Honeck anche con Shostakovich, le cui radici austriache ed i suoi anni come violoncellista nei Wiener Philharmoniker hanno modellato con stile il suono della formazione americana, oggi sempre più competitiva a livello globale.

L'orchestra è quella della Pittsburgh Symphony, che si era distinta nella resa sonora anche in alcune registrazioni in SACD di casa Pentatone. Anche in questo caso mi godo una ripresa sonora dallo smalto solido, con piani sonori presenti e dettagliati, gamma bassa corposa ma naturale. Siamo lontani dalla tradizionale scuola di pensiero rispetto al sound di questa etichetta americana, con un effetto loudness un po' troppo ammiccante agli audiofili dei minidiffusori. Disponibile in SACD ma anche in un eccellente DSD nativo, in due canali ovviamente, ma anche in un multicanale di grande impatto scenico. Registrazione effettuata nel giugno del 2013 nella Heinz Hall for the Performing Arts di Pittsburgh.


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Kreizberg e la Russian National Orchestra, un SACD Pentatone di solida fattura

Il catalogo in SACD della olandese Pentatone come sappiamo è tra i più ampi e in gran parte è disponibile anche in file audio PCM e DSD. Ovviamente anche in multicanale. Il direttore russo-americano sin dall’apertura impone un taglio intenso, con tempi dilatati e tratti dinamici fortemente marcati. L’eloquenza e la cantabilità degli archi rafforza il contrasto con l’episodio centrale, dove gli ottoni della Russian National Orchestra tagliano l’aria, un grido angoscioso che porta la tensione al calor bianco. Notevoli gli spunti virtuosistici nel brillante Scherzo, dove le sezioni strumentali appaiono dotate di quello smalto solido che con questo repertorio offre davvero una marcia in più.

Ben riuscito anche il Finale, chiassoso al punto giusto, eppure non banale. Siamo quasi al limite del puro compiacimento sonoro nelle battute conclusive, un 'rallentando' affascinante ed esasperante in uguale misura, punteggiato da energiche percussioni. La registrazione è una delle più naturalmente spettacolari mai ascoltate in questo formato. Timbro naturale, perfetta calibrazione dei piani sonori. In multicanale si concretizza una solida immagine orchestrale, con dettagli presenti e ampio spazio acustico. Un riferimento da apprezzare con un grande sistema.

Buon ascolto

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Commenti (1)

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  • pace830sky

    08 Novembre 2021, 06:56

    Grazie per la segnalazione.

    Ho penato un po' per farla saltar fuori ma alla fine l' esecuzione di Yutaka Sado è risultata essere anche su Amazon Music HD (nominalmente @24/192, con le mie cuffie posso solo dire che suona molto bene (*)).

    Non conoscendo Shostakovich ho trovato interessante anche la storia di copertina sui suoi problemi con il regime, forse perché conferma certe mie strane idee sulla retorica che vuole che l'artista dia il meglio di sé quando non si fa influenzare né dai gusti del pubblico né dalla committenza - in pratica si vorrebbe che il vero artista fosse un dilettante (nel senso letterale di fare le cose per proprio diletto) - retorica della cui validità dubito assai.

    Ascolto raccomandato ai non conoscitori (gli altri non hanno bisogno della mia raccomandazione) che si sentano nello spirito giusto per ascoltare una grande musica che allunga l' '800 musicale di qualce decennio.

    (*) anche se la gamma medio alta a volte sembra un po' troppo squillante, ma va detto che ascoltando in streaming con un impianto non certo al top potrebbe dipendere da chissà cosa

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