Tchaikovsky le tre grandi sinfonie in video

Marco Cicogna 12 Luglio 2022 Audio

Andris Nelson e il Gewandhaus di Lipsia in una eccellente produzione in Blu Ray della Accentus. Uno sguardo sulla Quarta, Quinta e Sesta sinfonia che rappresentano il più completo esame introspettivo della musica di Tchaikovsky


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Quarta, Quinta e Sesta sinfonia rappresentano il più completo esame introspettivo della musica di Tchaikovsky e allo stesso tempo costituiscono pagine tra le più godibili del repertorio. Spesso eseguite in concerto, fanno parte del repertorio classico più popolare, nel senso positivo di essere conosciute ed apprezzate anche dai non specialisti. Abbiamo incontrato la Quarta su queste pagine raccontando della la notevole edizione in SACD (anche file PCM e DSD) della Reference Recording con Manfred Honeck alla direzione e poi abbiamo presentato la Sesta parlando del nuovo direttore della Filarmonica di Berlino, Kirill Petrenko, che proprio con l'ultima sinfonia di Tchaikovsky si lanciava nell'avventura berlinese. Quella Sesta, davvero valida, è disponibile nei diversi formati audio e persino in vinile. Se preferite è parte del ricco programma della piattaforma della Digital Concert Hall dei Berliner Philharmoniker.

Vi avevamo già segnalato l'integrale di Karajan e la pregevole edizione di Mravinsky delle sinfonie 4, 5 e 6 nel 'Disco Del mese' di ben tre anni fa. Eppure ancora mancava da questa rubrica una significativa edizione in video delle tre ultime sinfonie del grande autore russo. Intendo non solo valida artisticamente, ma anche documentata in una cornice tecnologica attuale per quanto riguarda il video e l'audio. Si trovano infatti interessanti letture del passato con Karajan e Bernstein e voglio menzionare la intensa lettura documentata da Gergiev in una serie di concerti nella Salle Pleyel di Parigi. Ancora una volta è doveroso il mio rimando alla piattaforma della Digital Concert Hall della Filarmonica di Berlino. In quel ricco catalogo troverete diverse esecuzioni delle ultime sinfonie di Tchaikovsky.


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In questo box 'fisico' di tre Blu-ray Disc c'è la qualità della ripresa (in suoni e in immagini) della label Accentus, che già con il ciclo delle sinfonie di Mahler dirette dal nostro Riccardo Chailly ci aveva bene abituati nella resa di un campo sonoro accurato ed avvolgente. C'è in più la forza comunicativa delle immagini, che 'raccontano' lo svolgimento della musica e fanno comprendere meglio il suono, seguendo l'intervento dei solisti, le diverse sezioni orchestrali ed il gesto del direttore. Più volte abbiamo detto di quanto la presenza delle immagini contribuisca al coinvolgimento dell'ascolto. Per quanto riguarda la resa sonora troviamo un timbro corretto, naturale, perfettamente centrato. Nei passaggi più intensi non si avverte compressione e sia in stereo che (ancora di più) in multicanale c'è il respiro autentico di una delle più avvolgenti sale da concerto che io abbia mai ascoltato. La regia video segue con cura e senza repentini 'salti' lo svolgimento della partitura, 'raccontando' lo sviluppo dell'azione senza mancare il giusto equilibrio tra direttore, parti soliste e visione d'insieme. Le registrazioni 'live' sono state effettuate tra il 2018 e il 2019. Venti anni di esperienza nell'ambito della musica in video non si improvvisano.


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Musicalmente siamo al vertice di quanto sia possibile oggi ascoltare in concerto in ambito europeo.Dopo il fecondo decennio del nostro Riccardo Chailly nel 2018 il prestigioso incarico di Kappelmeister passava ad Andris Nelsons, da qualche anno uno dei direttori più quotati visto che riesce a gestire con disinvoltura anche la direzione della Boston Symphony. Nei primi anni del suo incarico ha realizzato dei bei concerti con il Gewandhaus di Lipsia con le ultime tre sinfonie di Tchaikovsky. Sono  proprio quelle documentate in questi video tratti da altrettante serate.


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Il programma dei Blu-ray Disc ospita il contenuto completo delle tre serate, ciascuna dedicata ad una delle sinfonie di Tchaikovsky ma con altre composizioni nella prima parte di ogni concerto. E non si tratta di pezzi secondari vista la presenza di una bella ed equilibrata lettura della celebre sinfonia n. 40 di Mozart e (ancora più interessante) il concerto per tromba di Winberg con un solista d'eccezione come  Håkan Hardenberger.


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La sinfonia n. 4 si apre sulla fanfare introduttiva dei corni che enuncia in fortissimo il tema del 'Fato' che tornerà a più riprese nel primo tempo e nel finale. Godibile e pastorale il secondo tempo con il suggestivo assolo dell'oboe, originale il terzo tempo nel suo suggestivo “pizzicato ostinato”, travolgente il rutilante finale punteggiato dalle percussioni, con piatti e grancassa da dimostrazione audio. A questa sinfonia abbiamo già dedicato uno speciale che trovate qui:


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La Quinta è forse la più equilibrata delle sinfonie, un taglio 'classico' che si manifesta esteriormente anche nell'assenza di piatti e grancassa.  La struttura appare ben curata con ogni sezione in bella evidenza, un timbro turgido che mette in risalto le sezioni gravi dell'orchestra e prime parti inappuntabili. Rotondo ed avvolgente l'assolo del corno al secondo tempo, eloquente e scorrevole, mentre la sezione archi si presenta in ogni circostanza incisiva. La tensione ritmica si mantiene sempre elevata, assecondando Nelson ogni mutamento di espressione.


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La Sesta è la più matura delle sinfonie di Tchaikovsky, quella tragica 'Patetica' che segna il testamento musicale del grande autore russo. Più che in altre composizioni, proprio in questa pagina si coglie l’intensità di emozioni poste in musica in modo quasi imbarazzante. Il primo tempo è un poema sinfonico dai tratti visionari che chiama l’orchestra ad una 'nevrosi' sonora di grande effetto e che l'orchestra di Lipsia coglie con ottoni davvero magnifici. Ci vuole polso ma anche una bella orchestra per dare a questa partitura l’autorevolezza che merita. Cantabile in forma di valse il secondo movimento conserva un’atmosfera inquietante, mesti presagi che si attenuano solo in parte nella esuberanza del terzo tempo, una sorta di scherzo dal ritmo incalzante punteggiato da percussioni con timpani e grancassa lanciati a tutta forza ed il repentino lampo dei piatti ad illuminare la scena.


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Difficile, a questo punto, trattenere l’applauso. Ma le forze oscure sono ancora al lavoro, torna il fascino negativo di quel 'Fato' avverso già protagonista nella Quarta sinfonia.  La conclusione della Sesta è un grido d’angoscia in cui l’elemento biografico diventa ingrediente del linguaggio musicale e si esaurisce in pianissimo, con il corale dei tromboni che ci allontana dalla vita, note evanescenti che saranno le ultime composte da Tchaikovsky.

Il Tchaikovsky di Nelsons appare depurato dai tratti più intimamente biografici, intenso senza essere violento, passionale e tuttavia non struggente, senza far venir meno la tensione espressiva che possiamo apprezzare in più parti. Una lettura autorevole, dal taglio più occidentale che “russo”, intensa sebbene non spettacolare, ma alla fine davvero convincente.

Buon ascolto

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