Hi-Fidelity Roma 2024 - Parte 2
La seconda parte del nostro reportage all'Hi-Fidelity romano, nella quale sono contenuti brevi report sulle restanti sale della manifestazione. Come sempre, nei commenti indicateci eventuali imprecisioni o dateci una eco del vostro differente giudizio. Buona lettura!
SOMMARIO
- BirdBox Records - Nightingale Studios
- VREL
- Pixel Engineering
- Audiopoint Italia
- Tecnofuturo e Teorema Acustico
- Audio Analogue
- Indiana Line
- Diesis Audio
- New Horizon Audio
- Head
- Silent Lab Audio
- Ars Nova Audio
- Donzelli Hifi
- Mat Alien Sound
- MCM Audio. Culmina Gold e Accuphase
- DSZ Sound of Emotion
- Axiomedia, Spirit Torino, Chario, Audma
- The Sound of the valve - Stefano Zaini
BirdBox Records - Nightingale Studios
L'hi-fi non è solo ascolto, ma anche conoscenza di quanto c’è dietro ai diffusori e a tutte le elettroniche e Birdbox Records ha scelto di fare formazione sul campo. Si tratta di una nuovissima etichetta discografica fondata nel 2021 da Lorenzo Vella che si trova a Palombara Sabina, un comune in provincia di Roma. Nel panorama attuale, un'etichetta musicale indipendente che seleziona artisti emergenti è sicuramente una piacevole aria fresca. Il setup ha visto l’utilizzo di vinile e nastro, offerti così come sono stati registrati nel master, senza alcun post-editing. Era utilizzato un pre Audiogd, ma i finali Ampex e la sorgente a nastro Otari hanno reso il suono più naturale. Abbiamo ascoltato un timbrica piacevolmente calda con una buona dinamica. La qualità sonora finale nella sala era notevole, con un’impronta analogica molto forte, grazie all’uso di vinile e nastro. La musica, come quella dei reference master tape di Umberto Fiorentino e Claudio Quartarone, è avvolta in una naturalezza che le conferisce una tonalità musicale calda e al contempo ricca di sfumature.
VREL
Nella Sala di Vrel, brand italiano noto per i suoi diffusori aperti e woofer avanzati, abbiamo avuto modo di riascoltare le Bequadro Tre. Tutta la serie Bequadro è caratterizzata da diffusori bipolari, a baffle aperto, a due vie, e da corni MCD (Modified Constant Directivity), con solo crossover meccanico. Il suono era caratterizzato da una piacevole limpidezza, grazie anche all’uso di un pre e finale Burmester. La resa tonale era bilanciata e centrata con un controllo eccezionale sulle frequenze basse e una buona velocità dei transienti. La scena sonora, come ci si aspetta, era ampia e la presenza degli strumenti era avvolgente, e ciò rendeva il sistema estremamente naturale e privo di eccessi. I dettagli musicali sono emersi senza interferenze, creando un’esperienza di ascolto coinvolgente. In generale, abbiamo trovato un equilibrio tonale solido, con una buona spazialità. Forse non esaltanti gli estremi di gamma.
Pixel Engineering
Pixel Engineering è il distributore italiano di prodotti come BluOS, Dali, NAD e PSB. Nella manifestazione ha portato in dimostrazione speaker Dali della serie Rubikore, modello 6. Si tratta di altoparlanti con due midwoofer da 6 pollici e mezzo, un componente a cupola ibrido e un tweeter planare, con una sensibilità di 88.5 dB e una impedenza di 4 Ohm.
Era inoltre presente il NAD Master M66 BluOS preamplificatore streamer che ha vinto il premio EISA 2024-2025 per la categoria. La macchina combina un DAC di livello audiofilo con uno streamer musicale multi-room ad alta risoluzione, fino a 24 bit/192 kHz, con capacità di decodifica e rendering MQA. Usa chip DAC ES9038PRO e ADC ES9822PRO Sabre, di ESS Technology. Ha onboard Dirac Live Room Correction e Dirac Live Bass Control, i due software più sofisticati oggi disponibili per migliorare la risposta in ambiente degli impianti. È presente la modalità Analogue Direct. Alla visione di TV e film è destinata una porta HDMI eARC per il collegamento a un televisore fino a risoluzione HD. Il Bluetooth consente il supporto ai codec AAC, LDAC e aptX HD. Ma è previsto il supporto per Apple AirPlay 2, Spotify Connect, Tidal Connect e per il controllo vocale di Amazon Alexa e Apple Siri. L’M66 è anche dotato di un touchscreen da 7″ che può costituire un addon piuttosto interessante e spesso anche molto utile.
A questo preDACstreamer NAD era abbinato l’amplificatore di potenza stereo modello Masters M23 HybridDigital, che eroga una potenza di 200 Watt continui su 8 Ohm e di 380 Watt su 4 Ohm, con 700 Watt in configurazione a ponte mono su 8 Ohm. Il progressivo abbandono da parte di NAD della classe A/B è indubbiamente dettata dall'evoluzione della tecnologia anche in termini di perfezionamento di efficienti schemi di funzionamento ibridi, ma anche alla soppressione dei tanti problemi dovuti al calore e alla dissipazione, e al rispetto ambientale dovuto ai minori assorbimenti di corrente dei device.
L’ascolto è stato a dir vero molto breve e non siamo riusciti ad apprezzare a pieno la proposta di Pixel. In generale, però, abbiamo notato un pubblico sicuramente incuriosito dalla semplicità del set-up e dalla rappresentazione sonora.
Audiopoint Italia
La sala Capitolino di Audiopoint era divisa in due sotto-sale che offrivano entrambe impianti sempre molto interessanti. Dimostrati, come ovvio, a rotazione, noi abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la parte di sinistra, sicuramente più importante grazie anche ai diffusori Peak Sinfonia a tre vie. Lo stand favoriva un ascolto pulito e dettagliato grazie anche allo streamer DSD Playback Designs e all’amplificatore integrato Leben CS-300XS. La scena sonora era credibile, anche se, complice forse la posizione di ascolto, è risultata un po' direzionale. Il sistema ha evidenziato una resa interessante, soprattutto nell’ascolto di musiche da film. Purtroppo anche la resa dei bassi ha subìto gli effetti della sala. Interessante anche la riproduzione di musica jazz: anche se un po’ morbida, è risultata piacevole e coinvolgente.
Tecnofuturo e Teorema Acustico
Quest’anno Tecnofuturo ha deciso di fare la doppietta, portando anche un altro set-up molto interessante in collaborazione con Teorema Acustico, l'azienda messinese guidata da Gioacchino Trifirò . Anche questa sala ha offerto un’esperienza sonora unica, con un sistema Luxman che ha contribuito a rendere ogni brano particolarmente naturale. La resa audio è stata caratterizzata da una straordinaria nitidezza, con una gestione eccellente delle frequenze alte e basse. Il suono è risultato piacevolmente caldo, senza eccessi, ma con una presenza tonale che ha conferito all’esperienza un’aura di forte realismo. Nonostante l’assenza di un trattamento acustico adeguato, il sistema è riuscito a mantenere una qualità sonora notevole. Le attempate tonalità di Slave to the Rhythm con questo set risorgevano a nuova vita risultando al contempo incredibilmente naturali, poiché il sistema favoriva una piacevole sensazione di “ascolto da salotto” anche in prima fila. La mancanza di trattamento acustico ha però un po’ penalizzato l’esperienza d’ascolto. All’esterno un foglio con gli orari delle sessioni di ascolto di 30 minuti, intervallate da 30 minuti di entrata libera.
Audio Analogue
Ed eccoci giunti ad un altro brand storico della scena italiana: Audio Analogue. Fondata in Toscana nel 1995, ci ha da sempre interessato attraverso le sue soluzioni in grado di coprire tutte le fasce di mercato, ancora di più dopo l’avvio della collaborazione con la sempre toscana Airtech per quanto riguarda cavi, collegamenti, fine-tuning e così via. Alla mostra era proposta una piacevole accoppiata composta dal nuovo amplificatore integrato Maestro 2.0 e dai diffusori Airtech ATS01, supportata ovviamente dal cablaggio Airtech. Sicuramente interessante il diffusore a 2.5 vie composto da tweeter e midwoofer magneto-planari con emissione dipolare e sub-woofer con driver Morel da 165 mm caricato in bass-reflex. L’ascolto, come ci si aspetta dalle soluzioni magneto-planari, ha messo in evidenza una altissima qualità sulle voci, senza però portare con sé nessuna asprezza nel medio-alto. L’insieme ha mantenuto una buona definizione sonora ed ha proposto un’esperienza audio affascinante, con un suono pulito e naturale, capace di riprodurre in modo convincente la musica operistica. La soluzione ibrida con un subwoofer attivo per le frequenze basse, soluzione ormai sempre più utilizzata per completare efficacemente le frequenze anche nelle soluzioni magneto-planari, è stata sicuramente vincente in quanto particolarmente bilanciata rispetto al resto della scena. Da continuare a tenere sott’occhio nella categoria di appartenenza.
Indiana Line
Lo ammettiamo, signor Giudice: nutriamo simpatia per il marchio. Indiana Line è una di quelle belle storie italiane di un brand che ha sempre creduto nel proprio lavoro ed è sopravvissuto a tutto quello che il mercato finisce col rendere complicato, mantenendo prezzi abbordabili. Fummo veramente contenti di leggere il post nel famoso social network, dopo un periodo di silenzio, in cui Indiana Line scrisse “45 anni dopo siamo ancora qui, grazie al supporto di tutti coloro che ci vogliono bene”. Infatti Indiana Line è risorta, o meglio, ha proseguito il suo cammino con il supporto di Audio Klan (grande azienda polacca che ha il medesimo spirito familiare di Indiana Line) tramite la distribuzione in Italia di ASM Distribuzione, azienda creata da Marco Carlo Visonà che fu già in Coral con ruoli direzionali, che ha in portafoglio anche le elettroniche Exposure. E quindi, lunga vita al Re!
Indiana Line aveva in fiera la sua ultima creazione, ovverosia le nuove Diva, un piccolo - solo per dimensioni - diffusore con grandi aspirazioni, alimentate da, ovviamente, elettroniche Exposure, così già giocare in casa. Complice anche la non grande sala in cui era posto l’impianto, durante l’ascolto ci ha soddisfatti pensando al rapporto Q/P. Il sistema, riempiendo perfettamente la camera, ha dimostrato una buona resa sulle frequenze medie e basse, con voci e strumenti ben definiti. La voce è stata riprodotta in modo dettagliato e con un buon senso di profondità. Un ascolto delicato e piacevole, coerente con una timbrica naturale e mai stancante, marchio di fabbrica di Indiana Line.
Diesis Audio
Parafrasando quel che ci ha insegnato il saggio Arthur Block, quel genio delle leggi di Murphy: se si prevedono quattro possibili modi in cui qualcosa può andare male, e si prevengono, immediatamente se ne rivelerà un quinto. E così è andata. Nella nostra sfidante tabella di marcia di ascolto di tutte le sale, quando siamo entrati nella sala Diesis dove erano ben posizionati 2 diffusori a 2,5 vie da supporto, gamma bassa a dipolo con 2 woofer da 10 pollici di cui uno caricato a tromba aperta e tweeter da un pollice a compressione con tromba in legno, bene, la corrente elettrica di tutto, ma proprio tutto, il piano dell’hotel è venuta a mancare. Senza ritornare a breve. E quindi con dispiacere abbiamo seguito il deflusso del pubblico dal piano. Peccato. Siamo certi che ci sarà un’altra occasione in futuro per ascoltare quelle belle trombe.
New Horizon Audio
New Horizon è un brand italiano noto per la produzione di giradischi e relativi componenti audio. Nella loro sala abbiamo trovato gli altoparlanti Davis a due vie, un pre Allnic e il loro giradischi 303i, il tutto pilotato dal Tektron Volcano. Questo set-up ha creato un'esperienza sonora sicuramente interessante, ma con alcune limitazioni. Complice la sala e il pubblico davvero numeroso che affollava le piccole stanze, abbiamo percepito una certa limitazione in gamma bassa. Inoltre la nostra posizione non ci ha permesso di apprezzare a pieno l’ariosità della scena. Gli dedicheremo più tempo e concentrazione in una prossima occasione.
Head
La nascita del marchio HEAD e del suo diffusore HEOLO risale a oltre dieci anni fa, a Roma, quando per caso Leonardo D'Aprano e Luigi Ponzo decisero di progettare un altoparlante omnidirezionale con un'impronta di alta qualità sonora, destinato agli audiofili. Sono pochi, forse pochissimi oggi sul mercato coloro che investono in questa direzione sposando la logica che per creare maggiore spazialità si debba ricorrere a questa soluzione ingegneristica, ovverosia l’altoparlante onnidirezionale. Nella sala dove siamo stati accolti i progettisti spiegavano le peculiarità della propria proposta, come uno scultore, fiero della propria opera, ne declina caratteristiche, con elencazione dei pregi e dovizia di particolari. Gli speaker HEOLO - PI GRECO erano pilotati dal sistema finale Devialet in classe D, in un ambiente sicuramente riflettente, poco trattato o al massimo con una sola tenda tirata, segno di grande coraggio audiofilo. La musica di The Great Gig in the Sky è stata riprodotta in modo lineare e naturale. Particolarmente interessante il prezzo proposto di 5.600 euro la coppia, pensando ai costi delle realizzazioni onnidirezionali di un noto marchio tedesco. Ci ha fatto sicuramente molto piacere veder comparire un prezzo sotto ai 10k euro in una manifestazione di questo livello. Ci auguriamo, anzi, che in futuro una sala come questa, dal suono gradevole e dal costo possibile, non sia più un rara avis.
Silent Lab Audio
Silent Lab Audio è un’azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di sistemi audio sia nel settore car che nel settore domestico. La produzione attuale comprende un ampio catalogo car con particolare attenzione anche sistemi DSP. Solo recentemente l’azienda ha ampliato la sua offerta con il catalogo domestico, che include diffusori, amplificatori e DSP. Quanto ascoltato ovviamente è stata la linea dedicata alla parte domestica. La sala ha offerto un’esperienza sonora di grande impatto, con livelli SPL probabilmente superiori ai 100 dB e una risposta centrata sulle alte frequenze rendendo l’ascolto di brani come Child of Vision dei Supertramp un’esperienza sicuramente molto diversa dall’ascolto più tradizionale e tonalmente esteso udibile nelle altre sale. Sarebbe interessante ascoltare i prodotti del comparto car-audio all’interno di una automobile per comprendere se anche lì viene riproposta la stessa filosofia sonica.
Ars Nova Audio
Appena entrati da Ars Nova Audio abbiamo subito notato la particolarità del proprietario seduto a terra davanti al suo set-up, come un bravo artista che siede vicino alla sua scultura, intento a spiegare con fare amichevole cosa aveva portato in fiera. Proponeva ai presenti un esperimento di percezione sonora per far cogliere la differenza tra la posizione dello strumento e la persona che ne ascolta il suono riprodotto. Appena accese le piccole Adamas, ossia dei diffusori con pareti in vetro e singolo altoparlante coassiale in configurazione bi-wiring e cross-over passivo, ha invitato i presenti a concentrarsi sulla spazialità delle scena e la posizione degli strumenti, non abbiamo compreso però con quali esiti. In generale il set-up offriva un suono naturale, con una spiccata vocazione all’analiticità.
Donzelli Hifi
Donzelli Hi Fi è un’altra bellissima realtà italiana di HiFi. L’azienda è stata fondata nel 1965 da Mario Donzelli ed è passata nel 1992 al figlio Oscar Donzelli ed è lui, a nostra memoria che negli ultimi anni incontriamo nelle manifestazioni Hifi in giro per l'Italia. Semper fidelis alla valvola, anche quest’anno ci ha portato un set-up di questo tipo: un classico valvolare Thivanlabs con diffusori ad alta efficienza LyriTech collegati con Silent Angel network switch audio Bonn NX, word clock Genesis GX e network audio streamer Munich MU. L’ascolto sembrava intimistico, con una buona capacità di copertura delle frequenze medio alte, complice probabilmente l’utilizzo, in una piccola camera come quella della fiera, del form factor bookshelf. Inevitabilmente si avvertivano carenze in gamma medio-bassa, con un suono che sembrava un po’ rigido. La scena sonora purtroppo appariva scarsa, e l’immagine risultava piatta, con un suono direzionale che non riusciva a coinvolgere in modo adeguato l'ascoltatore. Il risultato generale non ci è parso particolarmente soddisfacente, considerati la mancanza di profondità e le capacità dinamiche complessive. Molto sarà però dovuto ad una mediazione tecnologica e ad una scelta del programma che non ponevano in risalto le naturali doti del set. Gli apparecchi Silent Angel, però, meritano senz’altro un approfondimento, per via delle stuzzicanti caratteristiche tecniche.
Mat Alien Sound
Un’altra sala sicuramente interessante, per via di alcune curiose soluzioni. In primis l’uso di particolari diffusori onnidirezionali, i Mata Sphera, aventi sulla parte superiore, direzionato verso l’alto, un altoparlante a larga banda da 8 pollici sulla cui sommità era posto un altoparlante sferico per la dispersione, appunto, onnidirezionale del suono. E non è finita qui, in quanto durante l’ascolto il maître ci ha anche illustrato il suo tappetino magico triangolare che avrebbe dovuto migliorare l'accoppiamento tra piatto, disco e puntina, studiato appositamente da alcuni ricercatori universitari. Noi non abbiamo rilevato alcuna differenza, ma eravamo forse troppo stanchi per una valutazione compiuta. La nostra breve visita si è particolarmente concentrata sulle spiegazioni fornite più che sull’ascolto vero e proprio. Abbiamo velocemente potuto assistere alla riproduzione del brano Body and Soul di Billie Holiday che ha mostrato un suono interessante, con altoparlanti onnidirezionali che beneficiavano del supporto delle pareti nude e quindi riflettenti. I tweeter superiori e i woofer posteriori contribuivano a una resa sonora particolare.
MCM Audio. Culmina Gold e Accuphase
Nella sala MCM Audio, la configurazione Culmina Gold, con finale Accuphase, ha avuto un problema tecnico sulla cassa sinistra, che soffriva a causa di un trasformatore difettoso. Lo sappiamo, può capitare. Nonostante questo, la base in marmo e il suono generale ci sono sembrati di qualità. Il sistema ha mostrato una buona gestione delle frequenze medie e alte, ma la performance complessiva è stata gravemente compromessa dall’incidente.
DSZ Sound of Emotion
Nati all’interno del mondo del car audio, DSZ Sound of Emotion ci ha portato in fiera il loro diffusore Zoe. Un sistema 2 vie con woofer da 25 cm con bobina 75 mm in cassa reflex e driver con magnete al neodimio con bobina 44 mm montato su tromba esponenziale in una struttura MDF finemente laccata di rosso. Con sincerità non siamo stati in grado di approfondire il suono della sala, ma abbiamo particolarmente apprezzato l’entusiasmo dei ragazzi che presentavano i diffusori. Già questo, per così dire, valeva il prezzo del biglietto. Da questo breve ascolto non abbiamo notato particolari enfatizzazioni o problemi di ascolto, ma ci riserviamo di rappresentare un giudizio più compiuto in un’altra occasione.
Axiomedia, Spirit Torino, Chario, Audma
Axiomedia
Sempre interessante, il loro stand, pieno com’era di accessori in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi appassionato di autocostruzione e fine-tuning.
Spirit Torino
Un marchio di cuffie tutto italiano che non ha bisogno di presentazione. Come sempre un’ampia scelta di modelli, con la possibilità di provare le loro splendide cuffie, anche sotto il profilo puramente estetico.
Chario
Purtroppo tutte le volte che siamo passati nella sala Chario i diffusori erano silenti.
Audma
La sala era piccola e purtroppo l’unico esemplare del modello Elisa sempre in prova. Dovremo per forza tornare con calma per valutare il prodotto.
The Sound of the valve - Stefano Zaini
Ed eccoci giunti nella sala-trono del patron dell'Hi-Fidelity 2024, Stefano Zaini. Stefano, infatti, è l’ideatore e creatore di queste manifestazioni, vero e proprio motore propulsivo di queste manifestazioni che si svolgono a Milano e a Roma da quasi un quarto di secolo! Da appassionato di alta fedeltà, sebbene proveniente da altre esperienze professionali, ha deciso di costruire questo bellissimo percorso che consente ai visitatori di conoscere e riconoscere marchi, rivenditori e distributori. Dovrebbe essere ringraziato anche solo per questo.
Anche questa volta si presenta come un qualsiasi espositore della mostra. Entriamo non senza difficoltà nella sala sempre gremita e troviamo i famosi diffusori della categoria gigantici con woofer da 15 pollici, posizionati in una cassa chiusa, tweeter a nastro, medio in Allnic, configurazione a dipolo e medio caricato a tromba e driver chiuso. Il motore è sempre un pre valvolare con doppio diodo di alimentazione, con finali a transistor e non a valvole. Il suono del roller-coaster di The sound of the valve è sempre particolarmente coinvolgente, con una scena sonora dalla presenza letteralmente impressionante. Chi ha suonato su un palco, qual che sia, riconosce il feeling. Il sistema ha raggiunto un livello di impatto che ha lasciato senza fiato gli ascoltatori, soprattutto nell'ascolto di Canto di Natale, dove i pedali dell'organo erano percepibili con una fisicità davvero notevole. Anche gli altri brani ci hanno portato direttamente sullo stage dove suonavano le chitarre, la batteria e i fiati. Incredibile era pure la pressione sonora erogata da quelle torri babilonesi che mai si scomponevano o infastidivano, ma colpivano e sorreggevano le linee sonore, così come dovrebbe essere, progettate e poi realizzate da chi la musica la suona e ben sa come trattare l’argomento che ha per le mani. Le tonalità erano tutte presenti e tra loro equilibrate, malgrado l’ibridazione di driver con diversa tecnologia.
Una volta scesi dal carrello della montagna russa e rimessi i piedi sul suolo si avvertiva il famoso mal di terra che scombussola un po’, come regolarmente avviene dopo aver percorso in barca un braccio di mare agitato, ma si era anche maturata l’assoluta certezza che per riprovare le stesse sensazioni uditive e fisiche si sarebbe dovuta fare un'altra corsa proprio qui, sull'inimitabile roller-coaster di The sound of the valve.
Un a rivederci a Milano, l'11 e 12 ottobre 2025 e a Roma, il 15 e 16 novembre 2025!
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