Gran Galà Roma marzo 2025. GG25 Tutte le sale
Il Gran Galà dell'Alta Fedeltà torna a Roma con una nuova edizione che offre emozioni, invita alla partecipazione e dispensa musica di qualità. Dopo il successo della scorsa edizione, il GG25 segna un ulteriore passo in avanti con più espositori, un pubblico in crescita e un’ampia selezione di brand di riferimento nel settore Hi-Fi. A rivederci al GG25 di Bologna, il 29 e 30 marzo.
Introduzione e sommario
Il Gran Galà dell'Alta Fedeltà si può ormai definire come uno degli eventi più attesi dagli appassionati di Hi-Fi in Italia e più diffusi nello stivale: nell’edizione 2025 viene infatti proposto in ben 5 diverse città del Paese: Roma, Bologna, Parma, Milano e Padova. Si tratta di cinque appuntamenti che offrono l'opportunità di scoprire le ultime novità del settore, a partire dalle ultime produzioni Fonè, di testare impianti audio anche di alta gamma e di incontrare esperti e produttori. Il primo appuntamento di quest'anno, che anticipa cronologicamente tutte le altre manifestazioni, ha fatto sua una linea espositiva ben specifica, di cui parleremo più avanti.
SOMMARIO
- Introduzione e sommario
- Q Acoustics, Rega - Gradi HiFi
- Børresen Acoustics e Axxess - Centro Musicale
- Marantz e Bowers & Wilkins - Per Piacere
- Marantz, Polk, Velodyne, Sony - Gruppo Garman
- Focal e Naim - HiFi D’Agostini
- Magneplanar, Moonriver - Centro Musicale
- Lumin, Sudgen, Vienna Acoustics - Il Tempio
- Revival Audio, Goldmund - Luxury Audio
- Wilson Benesch, Metronome, Thrax - Mad for Music
- QLN, McIntosh, Audio Analogue - Hifi Di Prinzio
- Capecci Audio + Sigma Acoustics
- Artigian Audio, riviste
- Conclusioni
Sotto il profilo squisitamente commerciale potremmo partire da un concetto semplice e di immediata comprensione: il GG è il punto di incontro tra chi distribuisce/vende prodotti (elettroniche, diffusori ma anche “software” e quant’altro) e chi potenzialmente li acquista. Questo concetto, per quanto semplice, ci sembra di fondamentale importanza perché rappresenta - per così dire - l’anima di tutto l’evento e sottolinea lo sforzo fatto da chi distribuisce/vende prodotti per presentarli nel modo e nella forma più adeguata. In definitiva, l’essenza sfuggente dell’Hi-Fi è proprio quella sua natura impalpabile e quasi magica che ci spinge ad esprimere opinioni, impressioni, suggestioni derivanti dall’ascolto, spesso diverse e talvolta addirittura opposte: proprio questo, in definitiva, nutre le discussioni e costituisce l’anima profonda di questa passione. Il solito, vecchio fanboysti vs. razionali.
Anticipiamo che una delle novità che ci sono apparse più interessanti è il percorso Suono di Gusto: il piacere di ascoltare la musica. Attraverso cinque tappe dedicate all’ascolto stereofonico sono state proposte diverse soluzioni audio dal livello di performance crescente, lasciando spazio (finalmente!) anche a set d’attacco, diretti a chi si sta affacciando al settore da appassionato. Il progetto è stato sviluppato da Green Sounds, Hi-Fi United e Marantz Italy, con la collaborazione di Centro Musicale, Gradi Hi-Fi, Gruppo Garman, Hi-Fi D’Agostini e Per Piacere, oltre che da Hisense e Sony Europe B.V. ed è una risposta alle varie richieste di dare più spazio a prodotti dal prezzo più contenuto.
E infatti, la vera cifra di questo GG è la presenza (anche) di proposte semplici, essenziali, economicamente abbordabili ma ben suonanti: il percorso "Suono di Gusto" ha allestito ben 8 differenti sistemi di riproduzione audio e audiovideo, con otto diverse fascie di prezzo: 1.500 euro, 2.500 euro, 3.800 euro, 7.000 euro, 15.000 euro, 26.000 euro e 50.000 euro. Una per tutte, la sala Green Sounds con Rega e Q Acoustics, con sistema da 1.500 euro al pubblico. Abbiamo sposato pienamente questa filosofia, perché coniuga la presenza delle Ferrari e delle Lamborghini che fanno sognare con quella di macchine dal costo più abbordabile e di primo prezzo, che risultano comunque in grado di condurre il proprietario a destinazione. Una filosofia che indubbiamente attrae le nuove generazioni (che incarnano il futuro di questa passione), spingendole a comprendere la differenza tra “sentire” ed “ascoltare”, in un mondo dominato da scrolling e digital overwhelm.
In questa edizione nelle date del GG romano era volutamente compresa anche la Giornata Internazionale per la difesa dei diritti delle Donne: non una casualità, bensì la realizzazione di un preciso desiderio del Maestro Giulio Cesare Ricci (ricordiamo, patron di Fonè e padrone di casa) teso ad invogliare le donne ad ascoltare musica, mettendo a frutto la loro migliore sensibilità uditiva e la più intensa passione che nutrono per questa arte rispetto agli uomini (con il solo difetto di odiare qualsiasi tipo di cablaggio). Il GG si dipanava nelle strutture attigue 2 e 3 del complesso dello Sheraton Parco de’ Medici. Oltre ai distributori e rivenditori, il Maestro Ricci ha deliziato tutti i suoi ospiti con gradevoli condimenti sensoriali quali le mimose da ammirare e odorare per le signore (l’8 Marzo), ma anche i caffè Lavazza e i Chin8 Neri a vantaggio delle papille gustative di tutti: piccole grandi attenzioni che hanno reso ancor più piacevole l’esperienza.
Entriamo nelle sale.
Q Acoustics, Rega - Gradi HiFi
Green Sounds, che ritroveremo anche altrove, è l’importatore ufficiale per l’Italia di marchi prestigiosi come Focal, Naim, Neat, Quadraspire e Rega. Il suo catalogo comprende quindi brand di alto profilo, tra i più rinomati nel panorama britannico e francese. In questa occasione ha scelto di sorprendere il pubblico di nuovo con un setup dall’ottimo rapporto qualità-prezzo proseguendo il percorso che dedica grande attenzione al rapporto prezzo/prestazioni. Il setup era così composto: Q acoustics 3020c, Amplificatore Rega IO e per quanto riguarda la sorgente è stata offerta l’interessante possibilità di confrontare in tempo reale il giradischi Rega Planar 1 vs Rega Planar 3 RS Edition, fatto piuttosto raro e particolarmente gradito dai presenti. Va tenuto presente il dato dirimente, per la scelta: con il Planar 1 tutto il setup aveva un costo di listino di circa 1.500 euro. Nel panorama dei diffusori compatti, le Q Acoustics si distinguono per un sorprendente equilibrio sonoro rispetto al loro volume. Piccole, compatte, eppure capaci di restituire un suono sorprendentemente ampio rispetto al loro litraggio.
E infatti fin dai primi brani, con Planar P3 RS Edition (che però comporta un aumento del costo del setup di circa 1.000 euro), abbiamo percepito una gamma media corposa e una voce ampia e piacevole, leggermente avanzata rispetto allo spettro complessivo. La gamma bassa sicuramente è risultata quella più penalizzata: poco presente e incisiva, ha condotto l’ascolto verso un leggero squilibrio verso il medioalto con un sapore però neutro e comunque non affaticante. Nei passaggi più complessi la riproduzione perdeva un po’ di controllo, ma il tweeter riusciva a regalare una resa ariosa e ben strutturata. L’esperienza è stata sicuramente arricchita dalla riproduzione in vinile, con la sua inconfondibile dolcezza e qualche crepitio che ci ricordava la fisicità del supporto. Un po’ all’improvviso veniva programmato Leaving the table, tratto da You want it darker: la voce profonda di Leonard Cohen riusciva istantaneamente a mettere tutti d’accordo, a diminuire il vocio e a quasi ammutolire i presenti.
Abbiamo poi ascoltato lo stesso sistema con il P1, il giradischi più economico della casa inglese: il suono è risultato meno dinamico, più piatto e con meno corpo, e ciò ha confermato l’importanza della sorgente in un impianto ben bilanciato. Ma, nonostante tutto, queste piccole Q Acoustics hanno saputo stupirci soprattutto per il prezzo complessivo del sistema. Il set costituiva indubbiamente una porta spalancata verso l’alta fedeltà a prezzi possibili. Purtroppo, l’ambiente non era dei più silenziosi: il brusìo di fondo in parte comprometteva l’esperienza, rendendo più difficile cogliere le più sottili sfumature della riproduzione.
Børresen Acoustics e Axxess - Centro Musicale
Questo gruppo danese, nuovo per lo specifico scenario audiofilo italiano, era già presente nello scorso GG romano, in cui aveva presentato le Axxess L3, speaker dall’interessante rapporto prezzo/prestazioni. Purtroppo, appena entrati, ci siamo trovati immersi in un ambiente tutt'altro che ideale per un test d’ascolto: brusìo costante, porta aperta sul corridoio e visitatori che parlavano tra loro senza curarsi di interferire con l’esperienza altrui. Persino il mediatore tecnologico che tentava di spiegare in inglese la struttura dei diffusori, lo faceva con scarsi risultati proprio a causa dell’elevato rumore di fondo.
La sala era molto suggestiva, con il classico pannello di fondo illuminato che donava all’ambiente l’inimitabile placidità della natura danese, già presente nella scorsa edizione, così come in tutte quelle dell’High-End monacense.
Sede ad Aalborg, Danimarca, Børresen Acoustics è un'azienda danese specializzata nella produzione di diffusori acustici di alta gamma dal design e suono scandinavo. Fondata nel 2018, l'azienda si è rapidamente guadagnata una reputazione di eccellenza nel settore audiofilo. Questa volta abbiamo ascoltato in anteprima italiana la linea Børresen Acoustics C2 (circa 25.000€), di caratura ben superiore alla scorsa edizione del GG; a pilotarle era presente l’Aavik U-188. La Aavik, fondata da Michael Børresen e Lars Kristensen, ha introdotto il suo primo prodotto, l'amplificatore integrato U-300, come parte di una nuova linea di elettroniche. Il sistema è di altissimo livello, con costi conseguenti.
Nonostante le difficili condizioni ambientali, ci siamo concentrati sulle demo proposte. Si è partiti inizialmente con tracce di musica elettronica (un po’ di aria fresca, rispetto al solito), anche se questa volta niente Vini, Vici, ma Crooked, di Smilk tratto da Blossom. Il set emanava un suono dal grande impatto dinamico, con ritmo vibrante ed un basso presente, quasi preponderante rispetto alla gamma media. Il tweeter offriva molta ambienza, ma sembrava un po’ disallineato rispetto alle altre vie, probabilmente per una minore emissione in gamma media, supponibilmente dovuta alla calibrazione dei DSP. La scena appariva corretta, ma come lievemente compressa e molto direzionata verso lo sweet spot. Il risultato? Un suono forse lievemente digitale, ma di grandissimo impatto, anche se la natura della traccia elettronica non aiutava a valutarne l’estensione sonora, anche perché nel nostro orecchio forse ancora risuonava il mood analogico della sala precedente.
Il passaggio a una traccia folk ci ha permesso di delineare meglio il carattere dei diffusori. La voce risultava estremamente dettagliata, lineare e realistica, ma l'elevata efficienza (94 dB) unita all’acustica della sala non controllata generava qualche risonanza, malgrado i DSP. La gamma media appariva più arretrata rispetto all’acuta, conferendo un particolare bilanciamento sonoro. La voce profonda di Johnny Cash ha poi riempito la sala generando un notevole impatto, ma eclissando forse un po’ il resto della band, come se il brano fosse stato mixato per far emergere il solo cantato, una sorta di versione unplugged. Sarebbe stato interessante approfondire l’ascolto, ma il tempo - come sempre - è stato tiranno.
Marantz e Bowers & Wilkins - Per Piacere
Nella sala d’ascolto gremita fino a scoppiare, dedicata alla proposta audio elettronica di Marantz e Bowers & Wilkins, ci accoglieva come sempre l'instancabile e onnipresente general manager di Marantz Italy, Roberto Pedrazzini, che dimostrava subito la sua competenza e passione, guidandoci con dettagliate spiegazioni nelle scelte progettuali operate e nelle differenze esistenti tra i due sistemi in relazione ai rispettivi posizionamenti di prezzo. Ci ha illustrato il percorso che era stato pensato con "Suono di Gusto", con sistemi dal notevole rapporto prezzo-prestazioni e dal prezzo crescente. Ci ha quindi anticipato un confronto interessante, che confermava come ogni upgrade possa costituire un passo in avanti nella ricerca della qualità sonora. La configurazione in dimostrazione comprendeva due diversi sistemi, uno di fascia media e uno superiore, entrambi pensati per offrire prestazioni rilevanti a fronte di un investimento possibile, che avremmo potuto ascoltare nella medesima sala e pressoché alla medesima distanza di ascolto. Fatto piuttosto nuovo e molto gradito agli ascoltatori, abituati a vedere questi apparecchi nelle teche e comunque non collegati, senza poterli ascoltare. La faccia degli speaker appariva piuttosto direzionata verso il punto di ascolto centrale, ma l’immagine che creavano risultava comunque ampia e credibile.
Marantz Model 60n + B&W 603 S3
Il primo setup prevedeva l’ampli-streamer Marantz Model 60n abbinato ai diffusori Bowers & Wilkins 603 S3 (prezzo complessivo di circa 3.800 euro). Fin dalle prime note, abbiamo percepito una bella ampiezza scenica ed una buona separazione dei canali. Il suono risultava bilanciato nelle varie gamme di frequenza (bassi inclusi) e riempiva bene la sala, con anche una buona dinamica. Proprio a voler guardare il pelo nell’uovo, si avvertiva una sensazione di corpo e una ricchezza armonica lievemente minori rispetto all’atteso. Il dettaglio non appariva estremo e, sebbene ogni gamma risultasse ben distribuita, il risultato complessivo sembrava non particolarmente articolato. A volumi elevati, nei passaggi più complessi, emergeva una sorta di lieve confusione che tendeva un po’ a compromettere la nitidezza d’ascolto. Quando però il Maestro Giulio Cesare Ricci ha fatto riprodurre Donna, di Anna Maria Castelli & Gianni, tratto dal recente Something to remember - Prima che il tempo cambi di Fonè Records, in onore della Giornata Internazionale per la difesa dei diritti delle donne, da quegli speaker all’improvviso si sprigionava una voce davvero straordinaria per correttezza e tono. “Tanta lana”, come sottolineava il Maestro, dopo aver spalancato quella straordinaria “finestra di verità”. E noi con lui. Nota tecnica: dalla calda riproduzione del brano traspariva chiaramente l’uso, in fase di ripresa, dei suoi meravigliosi microfoni analogici Neumann a valvole.
Marantz Model 50n + Model CD 50n + B&W 704 S3
Passando al secondo sistema, composto dallo streamer Model 50n, dal lettore CD 50n e dai diffusori B&W 704 S3 (circa 7.100 euro complessivi), il salto qualitativo appariva evidente. Il suono acquistava corpo, profondità, spessore ed una timbrica più calda, con un miglioramento tangibile anche nella resa in termini di dettaglio. Tuttavia, il basso non guadagnava la stessa incisività delle altre frequenze, rimanendo un po’ frenato rispetto alle aspettative, similare al setup precedente. Nei brani più articolati, la coerenza della riproduzione tendeva ancora a perdersi leggermente (meno di prima), con una leggera confusione nelle fasi più complesse (decisamente ridotta rispetto al setup precedente). Nonostante ciò, la scena sonora appariva ben strutturata, con una voce centrale ricca e tridimensionale. Un suono nell’insieme più avvolgente e piacevole. Un aspetto positivo era dato dall’acustica della sala, che non introduceva riverberi o rimbombi indesiderati, contribuendo a un’esperienza d’ascolto più naturale.
Marantz, Polk, Velodyne, Sony - Gruppo Garman
La dimostrazione dell’unico sistema home theater della manifestazione l’aveva curata come al solito Fulvio Cecconi di Gruppo Garman. La grande sala era divisa in due zone separate. Sulla sinistra, una zona demo comprendeva Hisense C2 Ultra, un proiettore smart 4K di dimensioni davvero compatte e l’Hisense PX3 Pro, ossia il nuovo proiettore ultra corto con laser RGB all'interno di un sistema con Integrato Marantz M1, una coppia di bookshelf Totem e subwoofer Velodyne. Sulla destra, invece, era posizionato il set home cinema multicanale. Il setup comprendeva il processore AV Denon AVC-A1H con una potenza di 150W per canale (15 canali) e 4 uscite subwoofer che si può considerare come il sintoamplificatore integrato più potente nella sua fascia di mercato, per un costo di circa 7.000 euro. I diffusori frontali, surround e atmos erano i Polk Audio della serie Reserve (dall’ottimo fattore prezzo-prestazioni) ed il centrale Polk Audio Legend (serie top di gamma). La gamma bassa era demandata a due subwoofer Velodyne Deep Blue da 15” e 12”. Ad illuminare tutto il proiettore 4k nativo Sony XW6100, ultimo uscito della nuova serie di Sony che, tra le diverse cose, aggiunge il tone mapping dinamico (finalmente Sony, mancavi solo tu!) da selezionare sulla base del contenuto. A supporto il telo Screenline con base da 2,9 m. con tela Home Vision (guadagno 1.16). Questa volta la dimostrazione è stata affidata a Claudio Milana, da sempre fedele braccio destro di Fulvio Cecconi, con cui abbiamo avuto l’opportunità, un po’ come a scuola, di testare tutte le meravigliose macchine a disposizione attraverso delle valide clip selezionate.
Prendiamo il toro per le corna: la sala, pur essendo stata calibrata in termini di audio e video, come inevitabile, ha prodotto il suo impatto e la posizione di ascolto/visione del visitatore costituiva un innegabile elemento critico. Di fronte ad un ambiente di questo tipo, i software di calibrazione audio e video hanno poi bisogno di una non sempre banale regolazione fine manuale. Dopo aver seguito più di una sessione ci siamo accorti che il punto di ascolto migliore per apprezzare a pieno l’esperienza era tra la seconda e la terza fila. In altre posizioni - come ovvio - si determinava una lieve percezione di sbilanciamento dei canali: in prima fila il centrale emergeva un po’ troppo rispetto ai 2 canali anteriori, a fondo sala erano gli speaker surround a farla da padrone. Subwoofer ed atmos invece hanno convinto in tutte le posizioni, benché ad ogni colpo, scoppio o altro evento d’impatto il controsoffitto e le griglie di aerazione tremavano trasmettendo una forma di interazione ambientale. Lato video, tutto il bianco distribuito nella sala tra pareti, pavimento e soffitto, rifletteva la luce del proiettore facendo così sollevare un po’ il nero e determinando un impatto sul contrasto.
Non possiamo quindi che consigliare una visita presso la dark room nella sede di Gruppo Garman, che conosciamo bene, per verificare quanto un ambiente dedicato sia in grado di massimizzare l’esperienza. In ogni caso, durante le clip di alcuni spezzoni di action-film, come la scena con colpi di proiettile, il sistema ha mostrato un buon coinvolgimento, con gli speaker Atmos capaci di restituire un'efficace tridimensionalità del suono, segno della grande dinamica posseduta nel cuore del Denon sito a monte della catena. Dal punto di vista video il Sony è comunque riuscito a mostrare i suoi muscoli in termini di nitidezza e micro-dettaglio su ogni immagine riprodotta, grazie alla sua prodigiosa maschera di contrasto RC. Basti pensare alla dinamica clip del film Ambulance dove ogni elemento riprodotto a video veniva realizzato con un grande realismo e profondità così come le scene del volo di Starwars scivolavano coinvolgenti senza soluzione di continuità (o scatti) completando la notevole esperienza audio multicanale che sicuramente la faceva da padrone.
Nelle clip musicali invece abbiamo sicuramente potuto apprezzare, quando ben seduti, la spazialità che offre un sistema multicanale nell’ascolto della musica e la sua abilità di posizionare con grande precisione tutti gli strumenti nell’ambiente, come avvenuto quando siamo stati catapultati direttamente nello studio di Eric Clapton con il BRUHD The Lady in the balcony.
Focal e Naim - HiFi D’Agostini
II distributore Green Sounds per presentare i suoi prodotti si affida alla maestria di HiFi D'Agostini, una delle realtà più longeve nel panorama dell'alta fedeltà in Italia, con una storia che affonda le radici a Roma negli anni '70. Oggi è Alessandro D'Agostini che prosegue la storica attività di famiglia nella nuova sede D’Agostini Lab Suono e Design in via Catel a Roma. Durante la nostra visita, abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare un bel sistema.
Torniamo ad un rapporto prezzo-prestazioni di medio livello: Focal Kanta 2 (serie intermedia tra l’Aria e la Sopra) circa 9.500 euro la coppia, abbinate al preamplificatore e streamer Naim NSC 222 e finale Nap 250, per circa 15.000 euro, per un totale intorno ai 25.000 euro. Il tutto posizionato in una sala trattata acusticamente con pannelli dedicati. Sin dai primi ascolti, la voce si è imposta come uno dei punti di forza del sistema grazie al più conosciuto tweeter a cupola realizzato con berillio puro (derivato dalle serie più costose). La voce era estremamente centrata, chiara e dettagliata, capace di restituire l'emozione di ogni parola pronunciata. La cantante era lì, nella stanza con noi. Non c’era nulla di superfluo, tutto era perfettamente a fuoco. Tuttavia, questa precisione non si tramutava in una timbrica fredda e tagliente; anzi, la voce si presentava con una certa neutralità, priva degli estremi che potrebbero minarne la veridicità.
Ascoltando il resto dello spettro di frequenza brano dopo brano, abbiamo messo a fuoco il medio-basso. Ben presente, potente, ha avuto una buona spinta iniziale. Tuttavia, a volumi elevati, ci è sembrato perdesse un po’ in termini di controllo. La sua risposta diventava più morbida e priva di quella definizione che ci si aspetta da un sistema di questa fascia. Complice la sala, si sono percepite delle code che ne hanno compromesso la stabilità, facendolo sembrare meno incisivo nei passaggi più dinamici. Ciò che ci ha colpito di più, però, è stata la velocità con cui il sistema gestiva i passaggi dinamici. La separazione tra le frequenze basse e alte era ben controllata, con una buona reattività nei transienti. Tuttavia, nei passaggi più articolati, dove si richiede una certa fluidità, il sistema sembrava faticare nel mantenere una coerenza sonora, con un certo rischio di confusione nelle frequenze intermedie. È un difetto che appariva soprattutto quando il brano diveniva più complesso, con molteplici strumenti in gioco. In questi casi, l’impressione era che l’anima del diffusore non venisse pienamente espressa, poiché a mano a mano che il volume aumentava, si percepiva una leggera distorsione, un ritorno acustico che rompeva un po’ la purezza iniziale. Nulla di troppo invasivo, si intenda.
Nel complesso, il sistema Focal Kanta 2 con le elettroniche Naim ci ha offerto una buona dinamica ed una risposta veloce con un medio alto che mantiene le promesse. Qualche rimorso sulla gamma bassa che, pur essendo potente, non è riuscita a mantenere il controllo alle alte intensità. Come spesso accade, il set, alimentato da un un brano di qualità come il ben noto Keith don’t go di Nils Lofgren tratto da Acoustic Live cambiava voce e mostrava di riprodurre il brano in modo davvero completo, quasi emozionante. In una prima fase avremmo detto che in questo set c’era tutto, sebbene mancasse qualcosa, ma dopo esserci trattenuti ancora abbiamo compreso che in realtà la concausa è stata una scelta di software non perfettamente mirata a magnificare le capacità del set. Detto questo, si tratta di una configurazione affascinante, che ha offerto una grande definizione e un'ottima separazione dei suoni. Il sistema sarà presente nella straordinaria show-room in via Catel a Roma che vi invitiamo a visitare.
Magneplanar, Moonriver - Centro Musicale
HiFi United è un'azienda specializzata nella distribuzione e promozione di apparecchiature audio di alta qualità. Con sede a Piacenza, l'azienda collabora con numerosi rivenditori specializzati in tutta Italia, tra cui il Centro Musicale di Roma. Nel mondo dell'alta fedeltà il brand Magnepan è iconico, noto per la sua lunga tradizione nella realizzazione di diffusori magnetoplanari. Fondata negli Stati Uniti nel 1969, l'azienda ha rivoluzionato il concetto di altoparlante domestico con l’introduzione di una tecnologia innovativa che sfrutta la forza magnetica per spostare la membrana del diffusore.
L'approccio di Magnepan è sempre stato improntato alla ricerca dell’unione tra qualità e accessibilità (e questo è allineato a tutto il mood della fiera!). In questa sala abbiamo avuto l'opportunità di ascoltare il sistema con streamer Denon DNP-2000NE, amplificatore Moonriver 40 Reference da 50 watt per canale, diffusori Magnepan 1.7i ad alta efficienza, cablaggio Wireworld, con un prezzo complessivo intorno ai 12.000 euro.
La combinazione ha dato vita a un’esperienza sonora interessante, seppur con alcune peculiarità che meritano attenzione. Il basso, sorprendentemente rispetto a quello che ci si aspetta da diffusori magnetoplanari (che nelle versioni ibride integrano un subwoofer attivo), seppur timido, era presente. Sebbene l’ascolto risultasse piacevolissimo in termini di scena nello sweet spot, una certa direzionalità risultava comunque percepibile, caratteristica infrequente per dei magnetoplanari famosi per la piacevole ambienza. Le voci sono un altro punto di forza del sistema e infatti Don Raffae’ di Fabrizio De André tratto da Le nuvole è risultato il suo perfetto brodo di coltura.
Anche se si è avvertita una certa compressione nella riproduzione delle voci rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da un diffusore di questa tipologia, c’era comunque un buon dettaglio, con una pressione sonora che non mancava di calore. Ha fatto seguito Careless Love, di Etta Cameron, tratto da quell’autentico capolavoro che è Etta, Qui la situazione è cambiata ancora: voce, sax e piano, con la scena del sax inusualmente verticalmente enorme con qualche rimbombo di troppo in ambiente. Nei passaggi più articolati, a volume elevato abbiamo notato che il sistema tendeva a entrare un po’ in confusione, con una riproduzione non sempre perfettamente coerente. Nulla di preoccupante, rispetto al classico ascolto ampio e piacevole.
Lumin, Sudgen, Vienna Acoustics - Il Tempio
Una delle sale più belle, posizionata com’era all’ingresso della mostra, ma anche rischiose in quanto completamente avvolta da vetrate, era sicuramente quella de Il Tempio, storico punto vendita di Catania e anche distributore di alcuni marchi prestigiosi a livello nazionale. Per questo motivo il setup proposto era stato sicuramente pensato tenendo conto delle condizioni ambientali. Le sedute erano state spinte quasi verso l’ingresso della sala. Questo confermava la grande conoscenza “fisica” della propagazione del suono, oltre che dei prodotti in vendita, da parte dei padroni di casa. Dal punto di vista dei prodotti offerti, in sala abbiamo trovato fonte Lumin, pre e finale Sudgen, speaker Vienna Acoustics Haydn Symphony Edition Signature, ma mai era indicato nemmeno con un piccolo cartello quale delle due coppie di speaker suonasse in quel momento.
Nonostante la presenza di ampie vetrate, che avrebbe potuto influenzare la risposta acustica, l'impianto è riuscito a restituire un suono sorprendentemente ampio e avvolgente. I diffusori, di dimensioni particolarmente contenute, hanno stupito per la capacità di riempire la sala con una scena sonora ampia e ariosa. Si è iniziato con Hurt dei Nine inch nails ricantata magistralmente dalla bravissima Youn Sun Nah nel suo Lento. Come immaginabile i piccoli speaker Haydn non sono stati in grado di offrire una gamma bassa adeguata del brano, che peraltro aveva una natura sonora piuttosto rarefatta.
Ha fatto seguito On every street dei Dire Straits tratto da Sultans of swing. L'acustica dell'ambiente sembrava contribuire a creare un effetto di riverbero naturale, che in alcuni passaggi donava una piacevole sensazione di spazialità: sembrava di stare in un luogo diverso dalle altre sale. Ed anche in questo abbiamo voluto leggere una intelligente strategia. Ma attenzione al contenuto di certi brani che si sono susseguiti.
Uno degli aspetti più affascinanti era la dinamica della riproduzione: il dettaglio sul pianoforte era notevole, con un tocco realistico e ben definito. Nei passaggi più complessi si avvertiva qualche limite, ma è probabile che ciò dipendesse dalla registrazione più che dall'impianto. Nel complesso, un'esperienza d'ascolto particolare, capace di dimostrare quanto un sistema ben calibrato e una playlist mirata possano offrire emozioni anche in ambienti non strutturalmente adeguati.
Revival Audio, Goldmund - Luxury Audio
Il Luxury Group di Alfredo Scauzillo, distributore e punto vendita noto per rappresentare marchi di alto livello come Estelon, ci aveva già stupito nelle ultime manifestazioni per le prestazioni di un brand dall’ottimo rapporto qualità-prezzo: Revival Audio. Speaker con una livrea old school in legno e una linea orizzontale che separa le vie medioalte dalla bassa. Questa volta ha portato in dimostrazione l’ultima novità dello stesso brand, le Atalante 7 Évo, in prima presentazione assoluta!
Un setup con Goldmund Edos SACD DAC, pre Mimesis Signature, finali Telos 1800 mono e cavi ECH Ecole. Durante gli ascolti, le Atalante 7 Évo ci hanno offerto un’esperienza d’ascolto piacevole, con un ottimo dettaglio e una scena sonora ampia, anche se non particolarmente profonda.
La disposizione delle casse in sala probabilmente ha influito su questo aspetto, rendendo la resa un po’ più direzionale di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. La dinamica ha costituito sicuramente uno dei punti di forza: il suono era veloce, ma sempre controllato e armonioso, con un buon corpo nei tasti del pianoforte e una tromba che si estendeva con calore fino all’ultimo soffio. Il carattere della riproduzione era neutro tendente al caldo, con una sfumatura quasi analogica, pur in assenza di valvole o vinili nella catena. Sul versante delle basse frequenze, il setup in prova non ha offerto una profondità marcata. Attenzione, il basso è stato sempre presente ma mai invadente, lasciando il suono più focalizzato sulle medie e alte frequenze. Un altro aspetto positivo è stata la tenuta anche a volumi sostenuti: il suono rimaneva chiaro e non impastato, segno che le elettroniche utilizzate erano più che adeguate per pilotare il sistema.
Nel complesso, un ascolto godibile, elegante e con una timbrica raffinata e una buona fluidità, pur con qualche limite in termini di profondità scenica e presenza dei bassi.
Wilson Benesch, Metronome, Thrax - Mad for Music
Mad for Music porta al GG un marchio ben noto tra gli audiofili: Wilson Benesch. Un'azienda britannica che progetta e produce apparecchiature audio Hi-Fi, inclusi diffusori e giradischi. Fondata nel 1989 a Sheffield, South Yorkshire, da Craig e Christina Milnes, l'azienda si è distinta per l'uso innovativo di materiali compositi in fibra di carbonio e leghe metalliche nei suoi prodotti. Come da buona (e ormai rara) tradizione inglese il brand gestisce internamente circa il 90% della produzione dei componenti dei suoi prodotti, utilizzando software CAD/CAM tridimensionali e macchinari CNC per la lavorazione delle leghe metalliche e la stampaggio a trasferimento di resina per i componenti in fibra di carbonio. All’interno dei suoi prodotti c’è quindi tanta ingegneria dei materiali e infatti, appena entrati nella sala, ci siamo subito accorti della struttura solida del bookshelf: la Discovery 3Zero, evoluzione dell’originale Discovery del 2002, il diffusore da 2.5 vie integra il tweeter Fibonacci e un midrange Tactic 3.0 posizionati vicino al potente sistema Isobaric Drive, collocato nella parte inferiore del diffusore. Il set era composto da SACD/CD e streamer in due telai Metronome AQWO+, preamplificatore a valvole e trasformatori Thrax Audio Dionysos e finale ibrido Theres, giradischi StSt Motus DQ, con braccio Viv Laboratory, testina DS Audio E3, cavi Vovox e mobile Artesania.
In generale avremmo apprezzato una maggiore cura nell’organizzazione complessiva della dimostrazione. L’assenza di una presentazione da parte del mediatore tecnologico e la presenza di persone che parlavano durante l’ascolto hanno inevitabilmente penalizzato l’esperienza per il pubblico, che peraltro era seduto su rigidi micro-pouf, sedute non proprio ideali per un ascolto prolungato. Dal punto di vista acustico (che è poi quello che interessa!), la sala presentava qualche accorgimento per la correzione ambientale, con pannelli posizionati agli angoli, ma il setup non era dei più convenzionali: il diffusore risultava molto avanzato nella stanza, quasi a metà rispetto agli ascoltatori. Segno di una preventiva calibrazione tesa a minimizzare le interazioni in ambiente, forse concausa di una risposta in basso particolarmente frenata.
Passando alla resa sonora, il diffusore ha dimostrato un’ottima capacità di riproduzione, con un suono ampio, arioso e ricco di dettagli. La voce spiccava con forza e precisione, riempiendo l’ambiente senza difficoltà. Il rifacimento di Mina di Fire and rain di James Taylor ci è apparso credibile, con una gamma bassa carente, come prevedibile per un diffusore di litraggio contenuto, ma un ritmo complessivo comunque ben scandito e solido. La scena sonora era ampia, con una leggera profondità, anche se sbilanciata verso le frequenze medio-alte. Un aspetto positivo da sottolineare è la capacità del diffusore di mantenere il controllo anche a volumi elevati: nessuna distorsione percepibile e una buona gestione dei passaggi più complessi, con strumenti ben separati e amalgamati in modo convincente. Eleganza, precisione e compostezza costanti per un diffusore bookshelf che supera i 25.000 euro di listino ce lo saremmo sicuramente aspettato ma non è sempre così nel mondo audiofilo.
Nel complesso, un ascolto che ha saputo mettere in evidenza le qualità del diffusore, ma che avrebbe meritato un contesto più attento e un’organizzazione più curata per permettere al pubblico di godere appieno dell’esperienza.
QLN, McIntosh, Audio Analogue - Hifi Di Prinzio
Superfluo introdurre il proprietario della sala, visto che da quando le note si sono unite in un brano musicale Mino ha subito iniziato ad offrirle con i suoi impianti hifi. La sala era ampia, ma ogni angolo era occupato: il pubblico ha riempito ogni spazio disponibile, tanto che risultava difficile persino solo vedere i diffusori. Un segnale di grande interesse per l’evento, ma anche un fattore che incide sull’esperienza d’ascolto, rendendo l’ambiente meno arioso e condizionando la percezione del suono. Il setup in uso comprendeva elettroniche McIntosh (serie C12000 e MC462) e Audio Analogue, con diffusori a torre QLN (azienda svedese) e una sorgente analogica basata su vinile con Luxman PD-191a.
Ma ce ne era in sala anche un secondo molto interessante, con diffusori QLN bookshelf e molte elettroniche Accuphase. La selezione musicale era ovviamente curata da Mino, che con il suo carisma cerca sempre di trasmettere esperienze al pubblico, dimostrando una approfondita conoscenza del repertorio che valorizzava le caratteristiche intrinseche del sistema. Alcuni dei dischi utilizzati presentavano il tipico crepitio che accompagna l’ascolto di vinile.
La riproduzione iniziale era di stampo marcatamente analogico: calda, corposa e con un buon equilibrio su tutte le gamme di frequenza. Il cambio di amplificatore (Audio Analogue modello Maestro 20) ha introdotto una variazione percepibile, con una leggera perdita di calore compensata da un incremento del dettaglio, mantenendo comunque una coerenza timbrica piacevole. La scena sonora, pur essendo buona, ha risentito della presenza del pubblico. Col passare dei minuti abbiamo notato meno persone in sala, il suono si è aperto maggiormente e ha acquisito maggiore ariosità. Ma questa condizione è durata poco: la sala si è riempita nuovamente poco dopo, e il chiacchiericcio di alcuni presenti ha finito per disturbare chi era lì per un ascolto più attento.
Tra i brani che abbiamo ascoltato, possiamo riportarne due che ci hanno particolarmente colpito: l’ascolto in anteprima di un vinile bianco di Musica Nuda con il quale il setup è riuscito a restituire un suono equilibrato, ma con un leggero smorzamento dei dettagli più alti. Probabilmente, ciò è dovuto alla sorgente stessa, con il vinile che ha introdotto un naturale roll-off sugli estremi di banda.
Nel complesso, è rimasta un’esperienza molto godibile, ma non perfettamente trasparente. Passando poi per Lou Reed abbiamo avuto l’opportunità di mettere a confronto due diffusori diversi. Il confronto evidenziava differenze più marcate in termini di ampiezza e profondità del suono. Il secondo diffusore offriva una maggiore pressione sonora, pur mantenendo una dinamica ma un livello di dettaglio simili. La scelta tra i due dipenderebbe principalmente dall’ambiente d’uso e dal volume d’ascolto preferito. Qui il volume è stato mantenuto volutamente più alto per adattarsi alla conformazione della sala, senza però che ciò introducesse alcuna distorsione.
Un punto critico dell’esperienza è la scelta musicale: jazz, soft rock e blues si prestano bene a valorizzare il diffusore, ma non permettono di valutarne appieno le capacità come con brani più complessi e articolati. Sarebbe stato interessante testarne la risposta su tracce con maggiore stratificazione sonora per comprendere meglio i limiti e le potenzialità del sistema. Nel complesso, un setup di alto livello che ha saputo offrire un ascolto piacevole e coinvolgente, seppur con alcune limitazioni legate all’ambiente e alla gestione dell’evento.
Concludiamo ricordando che in sala Mino aveva portato davvero macchine per tutti i gusti. Oltre alle citate, anche Lumin, Luxman (SACD D-07x) e Perraux,
Capecci Audio + Sigma Acoustics
Capecci Audio è un nome ben noto nel panorama dell’alta fedeltà, sinonimo di ricerca e qualità nel settore della riproduzione sonora con un approccio decisamente custom. Specializzati nella progettazione e distribuzione di impianti Hi-Fi di alto livello, Remigio offre soluzioni “su misura” con un'attenzione particolare alla sinergia tra elettroniche, diffusori e ambiente d’ascolto. La sala di Capecci Audio si distingue per la ricchezza della proposta: tre impianti audio posizionati sui tre lati della sala, attiravano un pubblico costante e numeroso. La conseguenza inevitabile è stata una sala sempre gremita, che rende oggettivamente impossibile effettuare un ascolto più intimo e concentrato. Paradossalmente il successo dei set determinava una grande affluenza di pubblico che indirettamente penalizzava chi voleva valutarne il suono con maggiore attenzione.
Siamo riusciti ad ascoltare l’impianto più imponente della sala, probabilmente anche il più performante. Il primo impatto è stato notevole: la chitarra di Wish You Were Here emergeva con grande presenza, guidata da diffusori di dimensioni mastodontiche e da un piatto analogico altrettanto imponente. I diffusori della Sigma Acoustic, che nella sala dell’ultimo High-End di Monaco avevano dato eccellente prova di sé, pilotati da finali valvolari, hanno trasmesso subito una sensazione di solidità e raffinatezza. Passando alla musica classica, i grandi woofer hanno permesso di raggiungere una buona pressione sonora, ma hanno lasciato la sensazione che si sarebbe ancora potuto aumentare il volume per valorizzare al massimo l’ascolto.
La scelta del brano non è banale: spesso le tracce più impegnative vengono evitate per non mettere in difficoltà l’impianto, ma qui si osava, e il risultato era convincente. Con la musica lirica la dinamica del pezzo era ben rispettata: i tamburi e le variazioni di intensità erano restituiti con una buona credibilità. Tuttavia, con un volume più elevato si sarebbe ottenuto probabilmente un impatto ancora più incisivo, anche se è chiaro che si sia preferito tenere conto dell’ambiente, che resta il primo ostacolo in questo tipo di dimostrazioni. La sala, infatti, non presentava alcun trattamento acustico significativo, se non un piccolo tappeto al centro, che sembrava quasi voler simulare il tipico living di un audiofilo appassionato.
Nel complesso, un’esperienza d’ascolto coinvolgente, con una scelta di impianti di alto livello e una dimostrazione senza timori di volerne mettere alla prova le capacità. L’unico vero limite è l’ambiente: il pubblico numeroso e l’assenza di trattamenti acustici hanno ridotto la possibilità di un’analisi più approfondita, lasciando spazio all’impatto scenico più che a una valutazione critica dettagliata.
Artigian Audio, riviste
Come ogni anno, all’ingresso del foyeur, appena scese le sale, c’erano esposti i bei rack e accessori di Artigian Audio, un apprezzato costruttore di sistemi di arredo per audio, video e hi-fi che trae l'esperienza da quella Bartoli & Sassetti specialista in arredamenti che opera dal 1996 ad Acqualagna.
Sala riviste e software
In una sala sita in fondo al corridoio c’erano gli stand di Foné, Av Magazine, Suono, BluePress, Audio Review, Reference Music Store.
Conclusioni
Quest'ultima edizione del GG ci ha riservato molte sorprese. Innanzi tutto abbiamo assistito al vertiginoso aumento dell’afflusso, che ha riempito i due ampi parcheggi, ma anche ad un accenno di presenza muliebre. L’iniziativa Suono di gusto ha per fortuna portato con sé la civile affissione di cartelli sulle porte delle sale, con la specificazione delle macchine presenti in sala e dei costi di listino delle stesse, come anche set audio differenziati per costo (a partire dai 1.500 euro!) che rendendo possibile coltivare la passione anche ai più giovani hanno portato con sé anche l’immediato ringiovanimento dei partecipanti. Ci teniamo quindi a ringraziare il Maestro Giulio Cesare Ricci per il suo impegno su questi eventi, che vede delle edizioni GG25 aumentate per numero e per copertura geografica! L’Hi-Fi è vivo e vegeto: lunga vita al Hi-fi!
Appuntamento a Bologna sabato 29 e domenica 30 marzo per un'edizione del Gran Galà ancora più ricca, con 16 sale e tantissimi impianti, anche audiovideo.
Per maggiori informazioni sulle prossime edizioni: www.grangaladellaltafedelta.com
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