The Aviator
Leonardo DiCaprio indossa le ali che Martin Scorsese ha costruito per lui. Si viaggia nel cielo e si rimane affascinati dalla personalità restituita da DiCaprio. In questi giorni nelle nostre sale c'è The Aviator: vincitore ai Golden Globe e candidato con 11 nomination agli Oscar.
La storia
Martin Scorsese continua a raccontarci la storia della sua America. Torna dopo Gangs of New York, sempre con Leonardo DiCaprio, nel quale narrava la battaglia tra le bande dei Five Points del 19° secolo. Questa volta ci catapulta nel 20° secolo, tra la fine degli anni '20 e la prima metà dei '40. Al centro della scena c'è Howard Hughes, l'uomo dei sogni che ereditò a soli 19 anni una fortuna colossale: la Hughes Tool Company, la più importante azienda di trivellazione del mondo. Questo gli permise di trasferirsi a Hollywood e di iniziare una carriera cinematografica come regista/produttore.
E' in questo contesto che si inserisce il film "Gli angeli dell'inferno" (titolo originale "Hell's angels"), film dal budget colossale di 4 milioni di dollari. A quell'epoca le produzioni più costose erano quelle da 70 mila dollari. Il film fu girato con l'attrice norvegese Greta Nissen e fu ultimato in 3 anni, in concomitanza con l'arrivo del sonoro. Quindi Hughes decise di rigirare le scene per poter sfruttare l'innovazione sonora, sostituendo la Nissen - che aveva un forte accento norvegese - con Jean Harlow, talmente bella e e sexy che per lei fu coniata l'espressione "sex-appeal".
Ma il cinema non era la sola passione di Hughes. Oltre alle donne (le dive Katharine Hepburne, Ava Gardner, la già citata Jean Harlow, ecc...) si dedicò all'aviazione, progettando e guidando in prima persona le sue creazione. Abbattè numerosi record (ad esempio quello della velocità), acquisì la compagnia TWA, opponendosi alla Pan-Am, ed inventò l'antenato dei nostri moderni cargo: l'HK-1 Spruce Goose.
Il film The Aviator, da buon "polpettone americano", si ferma qui. Si accenna alla crisi di Hughes dovuta alle sue manie e alle sue paure, ma tutto si ferma più o meno nel 1945, mostrando tutto sommato il lato più positivo di Hughes. Sarebbe stato interessante proseguire, per fornire una biografia completa del genio americano. Ricordiamo ad esempio che negli anni '50 e '60 fu collegato a Richard Nixon e all'omicidio di J. F. Kennedy: il cecchino Lee Oswald si nascose in un albergo di proprietà di Hughes.
Per la cronaca: Howard Hughes morì il 5 aprile 1976, dopo essere rimasto isolato da tutti per molti anni. Era diventato praticamente irriconoscibile e il medico che constatò il decesso fu costretto a confrontare le impronte digitali per assicurarsi dell'identità del cadavere. Ormai non vedeva la luce da molti anni; non si tagliava capelli e barba da 15; le unghie, lunghe ed incurvate, erano diventate gialle a causa di un fungo. L'autopsia rivelò numerosi buchi dovuti ad iniezioni e nel braccio furono ritrovati sette aghi rotti dovuti alle iniezioni di codeina (della quale non si parla nel film) e di morfina.
Segue : Il film
PAGINE ARTICOLO
- 1: La storia
- 2: Il film
- 3: Tecnica audio e video
- 4: La colonna sonora
- 5: La scheda