Blade Runner 2049
Blade Runner è uno di quei film con i quali era difficile confrontarsi, come con tutti i film cult - amati, studiati, stravisti e citati oltre misura - pieno di battute e immagini ormai entrate nell’immaginario collettivo...
Blade Runner 2049 all'Arcadia di Melzo
A 30 anni di distanza dalla scomparsa di Deckard (Harrison Ford) e Rachel (Sean Young) la Tyrell Corporation è un ricordo lontano ma non i replicanti che contribuì a sviluppare, la cui evoluzione è proseguita con la Wallace Industries che attraverso il suo fondatore Niander (Jared Leto) ha eliminato i rischi di insubordinazione. Anche i Blade Runner sono ancora una realtà, cacciatori di androidi col compito primario di 'ritirare' i Nexus ribelli ancora annidati sul pianeta.
In seguito al drammatico confronto con un androide fuggitivo celato sotto le mentite spoglie di un contadino, l'agente replicante 'K' (Ryan Gosling) rinviene uno scheletro appartenente a un Nexus femmina, combattuto nell'eseguire gli ordini ricevuti dal superiore di insabbiare ed eliminare chiunque vi sia connesso. Deciso a proseguire a qualsiasi costo l'insidiosa e mortale indagine, K si ritroverà sulle tracce di Deckard, alla scoperta dell'altra faccia dei replicanti.
Il capolavoro fantascientifico che Ridley Scott diresse a inizio anni '80 ha subìto nel corso del tempo una serie di evoluzioni (o involuzioni a seconda di quanto sia piaciuta la prima versione theatrical) che hanno consentito al regista di affinare il racconto stravolgendo il personaggio di Deckard che passava da umano (con la voce fuori campo a raccontarci i suoi pensieri) a replicante, esperimento “più umano dell'umano” perseguendo il motto del creatore Eldon Tyrell.
Come lo stesso Scott ha affermato, questa era l'idea originale sulla cui base si è sviluppata la nuova sceneggiatura, fortunatamente sempre per mano di Hampton Fancher che già curò lo script del primo film anche se non più in coppia con David Webb Peoples, bensì con Michael Green (a cui dobbiamo la storia del recente pessimo “Alien Covenant”). A questo si aggiunga la presenza del grandissimo Denis Villeneuve (“Sicario”, “Prisoners”, “Enemy”) che ha trattato coi guanti bianchi il cult del 1982 facendolo proprio, lavorando con mano sublime all'espansione dell'universo concepito dalla fervida mente del compianto scrittore Philip K. Dick.
Ridley Scott stavolta si è ritagliato il solo ruolo di produttore, anche se ha seguito più che mai da vicino la lavorazione. Potrebbe non essere immediato entrare in empatia con “Blade Runner 2049”, che prende tempo per introdurci personaggi e vicende, dove l'indice di gradimento è inevitabilmente legato alla conoscenza dei fatti e alla visione del Director's Cut/Final Cut di “Blade Runner”, senza i quali è impossibile gustare sino in fondo questa complessa quanto affascinante avventura science fiction degna erede del suo predecessore.
Girato nativo 3.5K col prezioso supporto del cinematographer Roger Deakins, la proiezione in Arcadia in formato 2D/4K con l'ausilio del Dolby ATMOS ha permesso di gustarne a pieno l'incredibile fotografia. Le cupe e soffocanti atmosfere all'interno della prestigiosa sala Energia prendono vita e, almeno per chi ha amato alla follia il primo film e atteso il sequel per trent'anni, il rischio è quello di rimanere ancor più rapiti dalla resa tecnica superlativa.
Il rombo degli Spinner in volo, le dirompenti esplosioni dei blaster nel corso dei numerosi confronti drammatici, l'avvolgente colonna sonora di Benjamin Wallfisch e Hans Zimmer, anche loro alle prese con un'altra pesante eredità come quella delle stratosferiche composizioni di Vangelis del primo film, esaltata da elevata e costante dinamica. Uno spettacolo tutto da vedere e ascoltare con apice nella seconda parte, quando l'indagine di K giunge a una svolta decisiva. Anche stavolta la configurazione audio/video di Energia si è rivelata l'optimum assoluto.
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Commenti (3)
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Bell'articolo, complimenti al redattore
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Mah! Io l'ho visto all'Arcadia il 12 ottobre e il video mi è parso non all'altezza dell'audio. Il dettaglio non mi è parso particolarmente esaltante per essere un 4k o non lo era? Forse la grandezza dello schermo mette a dura prova le prestazioni del proiettore?
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Io l'ho visto il giorno 16 ottobre 2017 - ORE: 21:00 in ATMOS posso dire che l'audio sarebbe stato spettacolare se non fosse per il satellite frontale in alto a sinistra che ogni tanto emetteva dei crepitii.
Per il resto ho apprezzato livello qualitativo della sala, sono anni che quando vado a Milano non mi faccio mancare la visita presso la sala Energia di Melzo.
Dimenticavo l'audio del trailer Star Wars Gli Ultimi Jedi faceva venire i brividi.