Sweet Home | stagione 1 | la recensione
Serie TV | La serie horror coreana di Netflix è molto più di quel che appare, rivelando una drammaticità e complessità proprie di un prodotto di spessore, che accanto ad ottimi effetti visivi sviluppa temi e personaggi con una qualità e una cura difficilmente presenti in altre storie dello stesso genere
Seul, agosto 2020. In seguito alla scomparsa dei genitori e della sorella a causa di un incidente, Hyun-soo si trasferisce presso il condominio Casa Verde. Vorrebbe tentare il suicidio ma l’incontro con una ragazza lo distoglie dal farlo. Alcuni abitanti del palazzo iniziano a mostrare segni di squilibrio, a partire dall’aspirante attrice che sta nell’appartamento di fianco a quello di Hyun-soo che gli chiede aiuto mentre perde copiosamente sangue dal naso. È l’inizio del verificarsi di strani eventi che portano alla scoperta che il paese è invaso da mostri che neanche il governo è in grado di contenere. Così i residenti del condominio sono costretti a unirsi per sopravvivere e combattere la minaccia che incombe.
Basata sull'omonimo webtoon di Kim Kan-bi e Hwang Young-chan, che ha registrato oltre 1,2 miliardi di visualizzazioni in rete, la serie Sweet Home è la sua versione live action. Lo spettacolo inizia già nei titoli di testa (e di coda). Le prime affascinanti immagini sono accompagnate da un brano organo e coro in stile Dario Argento, per poi passare ad altri potenti brani rock, in un’alternanza fra gotico dark e techno power che mettono in moto un’atmosfera di paura e dramma crescenti.
Non è un virus, è una maledizione.
Quello che sembra essere un The walking dead coreano si rivela ben altro. Qui i non morti non muoiono, neanche se privati della testa. Alcuni personaggi restano in una sorta di limbo, sembra che stiano per diventare creature non umane ma la loro volontà gli permettere di resistere al compimento definitivo di quello che si rivelerà una maledizione. I desideri (probabilmente eccessivi o distorti) portano alla trasformazione mostruosa, una metafora molto efficace e originale. I mostri sono resi davvero bene, sia per la grande varietà che per l'ottima CGI (realizzata dai designer di Legacy Effects, VFX Studio Westworld e Spectral Motion, che hanno lavorato a film come Avengers e Avatar, nonché alle serie televisive Il Trono di Spade e Stranger Things) che li fa apparire realistici e per questo ancor più spaventosi. Sembrano delle mutazioni genetiche, alcune ricordano le strane creature presenti in certi episodi di Ai confini della realtà, per fattezze e freddezza nell’agire.
- Ci sono mostri che non fanno del male agli umani.
- Un mostro è un mostro.
Come per gli X-Men il dubbio filosofico e pratico che viene sollevato in Sweet Home è quanto i “normali” e i "mostri" possano effettivamente convivere pacificamente e secondo quali regole. Non è una serie prettamente dell'orrore, ciò che domina è la drammaticità espressa dalla molteplicità della natura umana e quanto si sia in grado di orientarla per il verso giusto. I personaggi sono tanti e tutti sono caratterizzati e sviluppati in profondità e con cura. Ognuno è diverso dall’altro e non si sa mai chi potrebbe influenzare maggiormente i destini degli altri, sia in positivo che in negativo.
Hyun-soo è un ragazzo disperato, sull’orlo del baratro mentale. Come l'Arisu di Alice in Borderland, da persona inutile (lui è addirittura un hikikomori cioè uno che ha scelto di sottrarsi completamente alla socialità vivendo quasi esclusivamente dentro la propria camera) diventa un guerriero in lotta per una sopravvivenza forzata. Sang-wook è un uomo che tiene un ragazzo legato e lo sevizia di continuo, apparentemente un gangster. Ma le sue azioni sono di ben diversa natura e motivazione. Yi-kyeong è una vigilessa del fuoco che prima della catastrofe stava per sposare il suo fidanzato, il quale, prima di sparire misteriosamente, aveva probabilmente in mano la verità su ciò che stava per succedere. Una vera e propria combattente che nel corso degli eventi diventerà centrale per la sopravvivenza del resto dei residenti. Eun-hyuk è uno studente di medicina molto razionale che per questo dirige il gruppo efficacemente.
L’unica difficoltà che incontra è nel rapporto con la sorella Eun-yoo, un’aspirante ballerina classica, cinica e ribelle al limite della sociopatia. Jae-heon è un insegnante molto religioso che per una volta non viene rappresentato come un fanatico ma come una persona onorevole, coerente e positiva. Davanti all’ascensore del palazzo incontra Ji-soo, una bassista un po’ casinara, molto divertente e briosa. I due cominciano ad avvicinarsi nonostante la situazione apocalittica non permetta loro di fare una conoscenza normale. Du-sik è un uomo che nonostante stia su una sedia a rotelle salva Hyun-soo e arma tutto il gruppo di spirito combattivo e positivo, oltre a badare a due bimbi rimasti orfani, la piccola Su-yeong di nove anni e il fratellino Yeong-su di sei. C’è Suk-hyun il proprietario del negozio di alimentari situato a piano terra, un uomo all’inizio autorevole ma che in seguito si dimostra vile e violento, soprattutto con la moglie Sun-young che per amor suo e per cultura si sottomette a ogni sopraffazione. Gil-seob è un malato terminale che ha deciso di sfidare i mostri senza paura della morte che comunque presto o tardi lo raggiungerebbe comunque. La sua badante Yoo-ri fa di tutto per impedirgli di compiere quello che per lei è un suicidio ma con scarsi risultati.
Sweet Home è una serie che non ti aspetti. La premessa horror che rischiava di relegarlo a mero prodotto di intrattenimento è solo il pretesto per raccontare una storia ben più articolata, sia nello svolgimento degli eventi spaventosi che le mutazioni hanno portato, sia nella conoscenza dei singoli protagonisti prima e dopo il momento chiave. Il finale di stagione è molto interessante perché apre alcuni nuovi scenari saltando però dei passaggi, per cui ci troviamo in qualcosa che ancora non capiamo ma che ci risulta già intrigante. Al momento non ci sono notizie di un rinnovo da parte di Netflix per una seconda stagione. Ma il successo che ha ottenuto è stato tanto enorme quanto inaspettato: è stata la prima serie sudcoreana a entrare nella Top 10 di Netflix negli Stati Uniti, raggiungendo la terza posizione e tre giorni dopo l’uscita, si è classificata al primo posto in otto paesi ed è stata inclusa nella Top 10 in altri quarantadue.
Nota tecnica a cura di Emidio Frattaroli
La potenza della serie, co-prodotta da 'Studio Dragon' e da 'Studio N', è anche nell'alta qualità delle immagini e della fotografia. L'utilizzo di camere ARRI Alexa LF (probabilmente anche Mini LF) e del formato ARRI RAW a risoluzione 4,5K , oltre ad un parco di obiettivi interessanti, esaltano il dettaglio e la pulizia del quadro, disturbato - purtroppo - soltanto dal rumore di 'quantizzazione' del mediocre bitrate di Netflix. La maggior parte delle scene ha una luminanza media generalmente contenuta, ma sempre con gamma dinamica elevata e alcuni elementi ad elevata luminosità. Osservando con attenzione l'ottimo lavoro di 'Eung-bok Lee' e 'Young-woo Jang' , ho apprezzato la cura, quasi ossessiva, per tanti piccoli particolari, ad iniziare dalla scenografia spettacolare, che ci presenta un 'condominio' cadente, lercio e pieno di sorprese, teatro praticamente perfetto per scene che arrivano talvolta a momenti di violenza con elementi splatter ben dosati e sottolineati da una color correction con alte potenzialità, tarpata purtroppo dal solito, ottimo ma stucchevole 'Netflix Style'. A 'Sweet Home' manca soltanto la distribuzione in HDR che avrebbe dato all'intera serie una potenza visiva ancora più elevata.
VALUTAZIONI
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO
visione
Intrattenimento 8 Senso 7,5 Qualità 8,5
dal trailer all’intera serie
Aspettativa 5,5 Potenziale 7,5 Risultato 8
Sweet Home | stagione 1 (Seu-witeuhom)
horror, drammatico | Corea del Sud | 18 dic 2020 | 10 ep / 49 min | Netflix
scritta da Hong So-ri, Kim Hyung-min, Park So-jung basata sull'omonimo webtoon di Kim Kan-bi e Hwang Young-chan
personaggi interpreti
studente del 1410 | Cha Hyun-soo Song Kang
uomo con cicatrice | Pyeon Sang-wook Lee Jin-wook
vigilessa del fuoco | Seo Yi-kyeong Lee Si-young
studente medicina | Lee Eun-hyuk Lee Do-hyun
ballerina, sorella di Lee Eun-hyuk | Lee Eun-yoo Go Min-si
insegnante religioso | Jung Jae-heon Kim Nam-hee
ragazza bassista | Yoon Ji-soo Park Gyu-young
uomo malato | Ahn Gil-seob Kim Kap-soo
badante di Ahn Gil-seob | Park Yoo-ri Go Yoon-jung
uomo in sedia a rotelle | Han Du-sik Kim Sang-ho
proprietario alimentari | Kim Suk-hyun Woo Hyun
moglie di Kim Suk-hyun | Ahn Sun-young Kim Hyun
madre disperata | Cha Jin-ok Kim Hee-jung
bambina di 9 anni | Kim Su-yeong Heo Yool
bimbo di 6 anni | Kim Yeong-su Choi Go
donna con cane | Son Hye-in Kim Gook-hee
madre con passeggino | Im Myung-sook Lee Bong-ryun
ragazzo legato | Choi Yoon-jae Go Geon-han
critica IMDB 7,4 /10 | Rotten Tomatoes 6,6 /10 | Metacritic nd /100
camera ARRI Alexa LF / Mini LF (ARRI RAW 4,5K) | aspect ratio 2:1 | 4K UHD
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Commenti (3)
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Peccato solo che sia esclusivamente in lingua originale (coreano) con sottotitoli.
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Originariamente inviato da: mau741;5117732Peccato solo che sia esclusivamente in lingua originale (coreano) con sottotitoli.
Ma grazie a dio... invece!
No ai doppiaggi, solo e sempre lingua originale con i subtitles -
Originariamente inviato da: Mastermindz;5118010Ma grazie a dio... invece!
No ai doppiaggi, solo e sempre lingua originale con i subtitles
Beh... per far contenti tutti sarebbe bastato doppiarlo e poi lasciare la possibiltà del doppio audio. Ovviamente lasciare esclusivamente la lingua originale permette di tagliare i costi ma allontana una fetta di pubblico (capisco lo sforzo di seguire un film in inglese ma in coreano no... a che pro, visto che tanto non lo capisco?)