Fondazione | stagione 1 | la recensione
La prima stagione della serie tratta dal Ciclo delle Fondazioni di Isaac Asimov, uno dei padri della fantascienza, gli rende merito principalmente grazie a un impianto tecnico di livello. La struttura narrativa, decisamente da migliorare, decolla solo dopo la metà degli episodi.
Nell’anno 12067 dell’Era Imperiale, il matematico Hari Seldon, inventore della psicostoria, un insieme di complessi calcoli matematici che possono anticipare quali saranno gli eventi futuri, riceve la sua nuova assistente Gaal Dornick, una giovane ragazza molto dotata. Ma di lì a poco, Seldon viene sottoposto a processo per la sua teoria secondo la quale sarebbe prossima la caduta dell’Impero, a sua detta inevitabile, che porterebbe a diverse migliaia di anni di guerre atroci. Quando lo scienziato sostiene che seguendo un certo percorso i tempi potrebbero accorciarsi significativamente, i tre Imperatori decidono di esiliare lui e i suoi assistenti sul pianeta Terminus per creare la cosiddetta Fondazione, un gruppo di studiosi che oltre a lavorare sul rallentamento degli eventi catastrofici avrà il compito di creare una enorme enciclopedia che preservi le conoscenze tecnologiche e scientifiche fin lì raggiunte. Ma il viaggio che dovranno intraprendere sarà irto di imprevisti e impedimenti che possono mettere a rischio l’impresa.
Ci vuole maggiore forza per costruire che per distruggere.
Il monumentale Ciclo di Isaac Asimov è la base di partenza per questa ambiziosissima opera seriale prodotta da Skydance Media e distribuita sulla piattaforma di Apple TV+. Ne fanno parte la prima trilogia – composta da Prima Fondazione (1951), Fondazione e Impero (1952) e Seconda Fondazione (1953) – seguita da due sequel chiesti a gran voce dai suoi sostenitori – L'orlo della Fondazione (1982) e Fondazione e Terra (1986) – e conclusa con due prequel – Preludio alla Fondazione (1988) e Fondazione anno zero (pubblicato postumo nel 1993) – in cui vengono approfonditi gli aspetti dei diversi personaggi e il fondante tema della psicostoria. Successivamente alla morte dello scrittore, la moglie chiese a tre autori di scrivere la Seconda Trilogia della Fondazione – Fondazione: la Paura (Gregory Benford, 1998), Fondazione e Caos (Greg Bear, 1998) e Fondazione, il trionfo (David Brin, 1999) – che non ebbe particolare successo. Esiste inoltre un’antologia dal titolo Gli amici di Fondazione - Storie in onore di Isaac Asimov del 1989, una raccolta di racconti brevi ambientata nell’universo creato da Asimov. Il peso artistico del dover tradurre in immagini tutto questo è sconfinato, tenendo presente la figura dello scrittore ritenuto non solo tra i più importanti nell’ambito della fantascienza, ma anche tra i padri del genere.
Nonostante le qualità tecniche invidiabili che possiede, la serie inizia in maniera alquanto fredda per diverse ragioni. Si svolge largamente nel palazzo del potere dei tre Imperatori della Dinastia Genetica, basata sulla pratica di clonare lo stesso soggetto iniziale a ripetizione. Non vengono mostrate città moderne e tecnologicamente evolute e trovandoci ad almeno dodicimila anni dal nostro presente è una mancanza non da poco. Solo molto più avanti negli episodi si scorgerà qualcosa in merito. E, a parte l’umanità, non ci sono punti di contatto con la nostra realtà, lo stesso pianeta Terra è menzionato (come sopra) solo dopo vari accadimenti e in maniera trascurabile. Inoltre la narrazione scorre in maniera non del tutto fluida a causa di nomi di persone e pianeti inconsueti, cui fare l’abitudine è decisamente impegnativo. La partenza risulta anche lenta e apparentemente poco consistente.
Rispettate e godete della pace.
Ma arrivati a metà, la serie prende corpo, l’attenzione dello spettatore viene catturata e via via che i personaggi, i luoghi e gli accadimenti prendono forma quella patina di distanza viene ridotta di molto. I vari temi affrontati si muovono tutti attorno al confronto tra razionalità e istinto. La scienza e la tecnologia sono state messe al servizio degli esseri umani, principalmente per mantenere una pace duratura. Che però diventa improvvisamente fragile sottoposta alle predizioni di Seldon, non fondate su stupide superstizioni ma su raffinati calcoli matematici, quindi scientifici. Un affascinante primo paradosso. La politica si scontra ferocemente con la religione in un gioco di sfide per stabilire quale delle due sia in grado di prevalere sull’altra. Persino l’arte che racconta la storia (quella con la s maiuscola) viene usata per bassi fini politici per mantenere il potere consolidato, cieco e ottuso che rischia così di autodistruggersi. Gli interrogativi che nascono da tutti questi contrasti vengono di conseguenza elevati, sovrapponendosi e scambiandosi continuamente. Tra questi, a un certo punto ne spicca uno: se per mantenere la pace occorre uccidere, si può ancora parlare di pace?
Solo i movimenti delle masse possono essere predetti. Il destino di un singolo individuo rimarrà per sempre un mistero.
Il racconto non incontra il problema della sovrappopolazione per il fatto che esistono talmente tanti pianeti abitabili da poter accogliere non miliardi ma trilioni e trilioni di esseri umani. La complessità nel gestire tante diversità viene ricondotta a un bisogno primario in seguito alla possibilità che la stabilità presente potrebbe a breve essere rasa al suolo. La conservazione della memoria e della conoscenza diventano il bene supremo da tutelare ad ogni costo. Ma da chi dipende? Quali volontà possono fare in modo che il passato venga mantenuto nella memoria delle generazioni future che verranno funestate da immani guerre? Hari Seldon non prevede soltanto gli avvenimenti, fa in modo che ciò che deve avvenire avvenga. Anche se per arrivarci dovrà ingannare chiunque, perfino chi crede in lui. Prima fra tutti Gaal che ha messo la propria vita nelle sue mani e si ritrova a vivere praticamente da fuggitiva. Il suo carattere determinato viene messo a durissima prova e il suo destino inizia a diventare sempre più parallelo a quello dell’intera umanità. E mente i tre Fratelli che governano mostrano apparentemente i primi gravi segni di cedimento, i ribelli mossi da una vendetta senza limiti, approfittano per sovvertire qualsiasi potere, compreso quello dei buoni che cercano di costruire un avvenire migliore.
Gran parte del fascino di Fondazione è retto dagli ottimi reparti tecnici. Sia le scenografie che i costumi sono davvero notevoli. Curati e d’impatto supportano a dovere la narrazione con la meraviglia che solo pochi prodotti possono vantare. Allo stesso modo, gli effetti visivi sono così efficaci e ricchi da riuscire a far sospendere facilmente l’incredulità. Il tutto è avvalorato da un montaggio notevole, complesso nella struttura ma scorrevole nella fruizione. Il 7 ottobre 2021 Apple TV+ ha rinnovato la serie per una seconda stagione. Nelle speranze dello sceneggiatore e showrunner David S. Goyer ci sarebbero un totale di 80 episodi e quindi altre 7 stagioni. Ed essendo questa potenzialmente una saga d’importanza titanica si spera che possa svilupparsi a lungo e correttamente, esaltando ciò che di buono è presente finora, prendendo solo il meglio dei romanzi di Asimov, donando alla sua scrittura la modernità che merita.
VALUTAZIONI
dal trailer all’intera serie
Aspettativa 8 Potenziale 9
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIO/BASSA Impegno MEDIO/ALTO
visione
Intrattenimento 6 Senso 8 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,2
Fondazione | stagione 1 (Foundation)
fantascienza, drammatico | USA | 24 set - 19 nov 2021 | 10 ep / 55 min | Apple TV+
ideatori David S. Goyer, Josh Friedman prodotto da David S. Goyer, David Ellison, Dana Goldberg, Marcy Ross, Robyn Asimov
personaggi interpreti
Hari Seldon Jared Harris
Gaal Dornick Lou Llobell
Fratello Giorno Lee Pace
Raych Seldon Alfred Enoch
Salvor Hardin Leah Harvey
Hugo Daniel MacPherson
Fratello Alba Cassian Bilton
Fratello Tramonto Terrence Mann
Eto Demerzel Laura Birn
T'Nia Miller Zephyr Halima Ifa
Grande Cacciatrice Phara Keaen Kubbra Sait
critica IMDB 7,4 /10 | Rotten Tomatoes critica 7 /10 utenti 3,3 /5 | Metacritic critica 62 /100 utenti 4,9 /10
camera Arri Alexa LF, Zeiss Supreme Prime Lenses | Panavision Millennium DXL2, Panavision T-Series Lenses
aspect ratio 2 : 1
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Commenti (8)
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Vista in una settimana, già la sigla è di un certo impatto, la qualità del girato è notevole, ci sono alcune scene dove solo un fermo immagine permette di apprezzare la dovizia dei particolari e dei contrasti cromatici...
Merita la visione se si è appassionati di fantascienza. Inutile dire che aspetto già la seconda stagione... -
Hai perfettamente ragione. Purtroppo Fabrizio non ha ancora intenzione di 'spendersi' nell'analisi della qualità audio e video e Franco non mi ha dato tempo di inserire la mia parte. Peccato perché il titolo merita assolutamente. Amen.
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Un gran bel vedere, insomma tecnicamente ottima, ma sono rimasto molto deluso dalla sceneggiatura perchè a mio avviso tradisce troppo il materiale originale.
Avevo letto i libri quando ero adolescente, li avevo adorati, con l'occasione di questa seria li sto rileggendo con [quasi] altrettata soddisfazione.
Non mi aspettavo un adattamento 1:1 ma almeno che lo spirito dei libri venisse rispettato invece mi pare sia stato stravolto. Peccato.
Indipendentemente da questo però trovo che la storia raccontata nello show AppleTV non sia così intrigante come avrebbe dovuto essere. -
Li ho appena riletti .... meglio adesso di allora
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A me è piaciuta molto, ma non ho letto (ancora) i libri, perciò non avevo alcuna aspettativa. Anch'io non vedo l'ora che arrivi la seconda stagione.
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Secondo il mio modesto parere stagion ebellissima in ansia per la seconda.
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Credo che il cinema ispirato ad Asimov vada sempre preso con le pinze. Fanno bene a scrivere sui titoli di coda “liberamente ispirato a..”. Ancora mi ricordo come nel film Io, Robot rielaborarono la famosa “legge numero 0”. Godetevi lo spettacolo e basta come nuova storia.
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Serie visivamente straordinaria... Io non ho letto i libri purtroppo. Per quanto riguarda la serie era partita col botto... Poi secondo me è andata calando dal terzo/quarto episodio in poi... Comunque sicuramente anche io guarderò la seconda stagione.