Upload | stagione 2 | la recensione
Il secondo capitolo della serie Amazon in cui la coscienza può essere spostata in una realtà virtuale, è interessante per l’introduzione del movimento luddista e di una ulteriore visione di un possibile futuro. Peccato per le aspettative generate nella prima stagione non del tutto soddisfatte.
L’arrivo inaspettato di Ingrid all’interno della realtà virtuale di Lakeview ha messo Nathan nella difficile condizione di provare un profondo senso di colpa nei suoi confronti perché lei ha rinunciato a tutto pur di stare con lui e rinsaldare il loro rapporto. D’altro canto Nora è diventata irreperibile. Il suo “angelo” infatti, tramite suo padre è entrata a far parte di un’attivissima comunità di luddisti che rifiutano il fascino e le comodità della tecnologia preferendogli una vita nella natura, e combattendo contro le grandi società come quella che gestisce il paradiso virtuale in cui si trova Nathan. Inizialmente conquistata dallo spirito luddista, quando viene inviata come spia a Lakeview sfruttandone le doti informatiche, Nora si ritrova a dover fare i conti coi sentimenti che ancora prova per Nathan che nel frattempo oltre a non riuscire a risolvere i problemi con Ingrid, scopre alcuni tasselli che potrebbero gettare una nuova luce sulle cause della sua morte ritenuta accidentale, ma più probabilmente funzionale a toglierlo di mezzo dai giochi di potere intorno all’ambizioso progetto Beyond da lui creato con l’amico Jamie.
Continuano le avventure del protagonista Nathan all’interno dell’universo virtuale in cui è finito per restare vivo dopo l’incidente mortale in automobile. Universo che diventa più stretto a causa dell’arrivo della soffocante Ingrid che nutre eccessive e spropositate aspettative circa il loro rapporto, tralasciando la volontà del suo ragazzo che continua a volerle bene ma senza esserne più innamorato. Solo la presenza dello sconclusionato amico Luke allevia la noia e la pressione costanti. L’assenza improvvisa di Nora completa un quadro tutt’altro che piacevole. Ma dov’è finita Nora? Come previsto dalla prima stagione (qui potete trovarne la nostra recensione), la seconda si apre col movimento luddista che rifiuta l’uso smodato della tecnologia. Per chi non conosca la materia, il luddismo prende il suo nome dalla leggendaria figura di Ned Ludd, un ragazzo che nel 1779 avrebbe distrutto un telaio per protesta contro la rivoluzione industriale la quale aveva introdotto l’utilizzo massiccio di macchinari che stavano causando l’abbassamento dei salari e l’aumento della disoccupazione. Da quel gesto nacque il movimento che nel secolo successivo avrebbe lavorato per sabotare la produzione industriale.
La prima parte di questo secondo capitolo si concentra su questo microcosmo che vive tra i boschi e rimette al centro dell’esistenza la natura. Ma come in ogni comunità ci sono le persone animate da sani principi e i fondamentalisti autoritari che non ammettono deviazioni dai dogmi. Così Nora viene inviata a fare il lavoro sporco, diventando tramite fra i due mondi: da una parte quelli che vogliono distruggere ciò che ritengono una minaccia seria alla vita come la conosciamo e dall’altra quelli che cercano di controllare le coscienze e le esistenze delle persone. Con lo slogan “Mind Frisk – Your mind is in our hands” (Perquisizione Mentale - La tua mente è nelle nostre mani), in seguito a un attacco hacker viene attivata una sorta di legge marziale digitale per la quale gli upload possono essere spiati per la sicurezza di Lakeview. Da qui partono tutta una serie di considerazioni circa privacy e dati personali con conseguenti possibilità di controllo e ricatti da parte dei proprietari dell’azienda. Ma Nora non è intenzionata a distruggere il sistema, vuole piuttosto destabilizzarlo, sia per salvare Nathan che per trovare la verità.
Anche in questo secondo capitolo ci viene mostrato un possibile futuro, a partire dalla realtà virtuale non relegata più al semplice utilizzo ludico o comunicativo ma allargata all’improbabile acquisizione in toto della coscienza umana. Oltre allo smartphone olografico e le auto a guida completamente autonoma, stavolta ci sono i semi stampati che per germogliare necessitano di un codice, i neonati digitali che funzionano più o meno come il tamagotchi e soprattutto il Dream hub, un centro in cui sono contenute vasche per la conservazione dei corpi mortali, un’alternativa alle capsule dell’ipersonno o a quelle criogeniche di tanti film di fantascienza.
Perché guardare la seconda stagione di Upload?
Gli episodi si trascinano un po’ all’inizio perché dentro Lakeview non succede niente di particolarmente interessante. Se non il rapporto disequilibrato tra Nathan e Ingrid che dopo un po’ perde lo smalto iniziale. Fortunatamente il riavvicinamento con Nora (che nel frattempo ha conosciuto il brillante e affascinante Matteo, interpretato da un redivivo Paulo Costanzo) e il nuovo burrascoso e intrigante rapporto tra il divertente Luke e la scontrosa Aleesha (amica e collega di Nora), salvano le sorti della seconda stagione sulla quale poggiavano aspettative importanti viste le premesse della prima. Disattese solo in parte e con un finale dotato di un cliffhanger abbastanza interessante da portare a una terza stagione, si spera più incisiva e che approfondisca a dovere il tema della morte di Nathan, delle sue motivazioni e soprattutto di chi l’ha ordita.
VALUTAZIONI
dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 8,5
soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO
visione
Intrattenimento 7 Senso 8 Qualità 7
Giudizio Complessivo 7,3
Upload | stagione 2
commedia, thriller, fantascienza | USA | 11 mar 2022 | 7 ep / 33 min | Amazon Prime Video
ideatore Greg Daniels
personaggi interpreti
Nathan Brown Robbie Amell
Nora Andy Allo
Ingrid Kannerman Allegra Edwards
Matteo Paulo Costanzo
Luke Kevin Bigley
Aleesha Zainab Johnson
A. I. Guy Owen Daniels
Jamie Jordan Johnson-Hinds
Dave Anthony Chris Williams
Lucy Andrea Rosen
critica IMDb 7,7 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,4 /10 utenti 4,1 /5 | Metacritic critica 72 /100 utenti nd
aspect ratio 16 : 9
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