Moon Knight | la recensione della miniserie

Fabrizio Guerrieri 23 Maggio 2022 Cinema, Movie e Serie TV

La quinta serie Marvel con Disney+ risulta molto avvincente nella prima parte, nonostante qualche sbavatura qua e là, ma perde di tono subito dopo per una sterzata improvvisa che per una miniserie di soli sei episodi invece di rappresentare un beneficio diventa una perdita di ritmo e senso difficile da colmare


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Steven Grant lavora presso la National Gallery di Londra come impiegato, ha un carattere dimesso, soffre di disturbi del sonno e nutre una grande passione per l’Antico Egitto. Improvvisamente si risveglia sulle Alpi austriache dove il misterioso Arthur Harrow guida un gruppo di fedeli al culto legato alla dea egizia Ammit. Quando gli viene chiesto di restituire un oggetto prezioso, Steven non sa di cosa l’uomo stia parlando e una strana presenza nel suo corpo lo porta a fuggire. Tra vari vuoti di memoria, scopre di essere affetto da un disturbo dissociativo dell'identità a causa del quale condivide il suo essere con Marc Spector, un ex mercenario con un carattere opposto al suo, che si è messo al servizio del dio egizio della luna Khonshu. L’arrivo di una donna sconosciuta di nome Layla porterà Steven a vivere suo malgrado un’avventura per impedire l’avvento di Ammit che potrebbe seminare morte e distruzione a una larga parte del genere umano.


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La quinta serie live action nata dalla collaborazione tra Disney+ e Marvel Studios (dopo WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier, Loki e Hawkeye) risulta essere dall’inizio misteriosa per i collegamenti ancora mancanti che via via andranno svelati, divertente per il personaggio di Steven Grant sgraziato e ingenuo, e intrigante per la cura impiegata nella composizione delle immagini e per l’aderenza della mitologia egizia alla storia. Il simbolo lunare viene declinato in ogni possibile significato, a partire dalla involontaria lunaticità del protagonista che passa da uno stato d’animo all’altro, particolarmente nel più sensibile Steven, a causa del dualismo tra il raziocinio che viene dalla cultura profonda e l’istinto puro e immediato del soldato di ventura. I confronti con gli altri personaggi sono spesso ambigui, nessuno sa di chi può fidarsi o chi sia meglio seguire. La bilancia sul braccio di Harrow rappresenta subliminalmente proprio questa continua ricerca di un equilibrio che appare sempre più distante.


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Hai una scelta. Sei libero.
Ci sono diversi riferimenti cinematografici, voluti e non, all’interno di Moon Knight. Il primo, più evidente, è quello a Indiana Jones, che ancora oggi resta una pietra miliare per l’archeologia mista ad avventura. Un grosso debito che la serie non onora davvero fino in fondo diventandone in qualche modo la naturale evoluzione, sia in termini stilistici ma soprattutto narrativi. Poi ci sono Split di Shyamalan per il disturbo della personalità, Matrix (in particolare l’ultimo Resurrections) per la difficoltà nel capire quale sia la realtà e quale l’inganno, la serie Legion (del 2017 sempre della Marvel) per lo straniamento, Minority Report per il messaggio che spiega quanto libero arbitrio e volontà possano far cambiare direzione al destino, anche all’ultimo istante. E infine c’è WandaVision, in cui la protagonista crea una realtà rassicurante attorno a sé per evitare quella vera. Cos’è reale? O quale parte lo è? Il problema è che mentre nella serie con Elizabeth Olsen e Paul Bettany la parte confusa era quella iniziale (per poi passare ad altri contenuti), qui non si sa per quale motivo si sia attraversata un’avventura travolgente per poi finire in un onirico istituto psichiatrico che distoglie lo sguardo dal focus del discorso. Interessante l’ingresso nella mente del doppio protagonista per spiegare la radice del disturbo, ma collocato in maniera decisamente poco attenta. In diversi momenti poi, al contrario dell’inizio dinamico e appassionante, si assiste a perdite di tempo su dettagli insignificanti a discapito dei passaggi pregnanti, come l’approfondimento degli avatar con le rispettive creature divine che li muovono. E per una miniserie di soli sei episodi è un vero delitto.


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Lo sviluppo dei personaggi è la vera forza trainante di Moon Knight. La punta di diamante è ovviamente l’istrionico protagonista Oscar Isaac che rende molto credibili entrambe le personalità dei due personaggi costrette ad abitare lo stesso corpo. La gestione delle espressioni, dell’accento inglese alternato a quello americano, e di tutta la mimica danno credibilità anche al resto della storia in maniera sorprendente per chi provi anche solo per un attimo ad analizzare il tutto. Anche Ethan Hawke disegna molto accuratamente Arthur Harrow, con il modo affabile e seducente di chi si erge a profeta, con la forza dell’uomo che crede che qualcosa di superiore possa salvare non solo sé stesso ma anche l’intero genere umano. Salvo arrivare alla conclusione che il suo personaggio rischia di portare il mondo incontro all’oscurità più profonda. E quando nel sogno diventa al contrario un serio professionista, il contrasto è notevole. Layla è probabilmente il personaggio migliore della serie. Dal momento in cui interviene nella storia le cose prendono una piega decisamente avvincente e la duplicità Steven/Marc inizia a prendere forma e contenuto perché lei anche se indirettamente fa da tramite tra i due. May Calamawy brilla per decisione e indipendenza, forza e comprensione e quando anche il suo personaggio assume una identità altra, la scena diventa più piena che mai. Affascinanti pressoché tutte le ambientazioni, dal museo, all’Egitto, fino al deserto della Valle della Luna in Giordania. Peccato che sceneggiatura e regia risentano di alcune sbavature evitabili, come se alcuni passaggi siano stati affrontati con troppa fretta.


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Perché guardare la miniserie Moon Knight?
Anche questo nuovo prodotto seriale Marvel e Disney mostra una qualità visiva e artistica decisamente alta, e già questo basta per non perderne la visione. Le aspettative alte non del tutto soddisfatte abbassano un po’ il risultato finale che avrebbe avuto necessità di uno sviluppo ulteriore. Sia perché si inoltra troppo tardi in un territorio complesso come quello della psicanalisi, quando la serie sta per concludersi, sia per via di una certa perdita di ritmo lungo gli episodi che interrompe un flusso di energia ben delineato in grado di avvincere lo spettatore. Nel complesso è una buona serie, coerente con le precedenti, che continuano a intersecarsi efficacemente coi film del Marvel Cinematic Universe. Vedremo in che modo questo personaggio multiplo andrà a collocarsi in quel mondo anche per il fatto che al termine della miniserie, dopo gli iniziali titoli di coda, succede qualcosa che, come ormai da tradizione, crea un collegamento con nuove e incredibili avventure.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 8,5 Potenziale 9

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO/ALTO

visione
Intrattenimento 7 Senso 7,5 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,4

Moon Knight | miniserie
avventura, fantastico, drammatico, azione | USA | 30 mar - 4 mag 2022 | 6 ep / 47 min | Disney+

ideatore Jeremy Slater

personaggi interpreti
Marc Spector / Moon Knight, Steven Grant / Mr. Knight, Jake Lockley Oscar Isaac
Arthur Harrow Ethan Hawke
Layla El-Faouly / Scarlet Scarab May Calamawy
Khonshu Karim El Hakim, F. Murray Abraham
Selim, avatar di Osiride Khalid Abdalla
Anton Mogart Gaspard Ulliel
Dea Taweret Antonia Salib
Ammit Sofia Danu, Saba Mubarak

critica IMDb 7,5 /10 | Rotten Tomatoes critica 7,6 /10 utenti 4,6 /5 | Metacritic critica 69 /100 utenti 6,9 /10

camera Arri Alexa LF, Panavision H-Series and Ultra Vista Lenses
aspect ratio 2,39 : 1

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Commenti (4)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • stazzatleta

    23 Maggio 2022, 16:27

    Fabrizio, io al contrario sono partito da un'aspettativa molto bassa, o per meglio dire, non conoscendo il personaggio, non avevo aspettative.

    Mi ha appassionato e coinvolto, anche se in qualche frangente mi è parsa un po' infantile e con alcune spiegazioni un po' forzate.

    Ho trovato ben gestita l'alternanza delle realtà diverse che nel rapido succedersi hanno creato il dubbio di quale effettivamente fosse quella giusta.

    Giudizio personale 7,5 nel totale
  • ellebiser

    23 Maggio 2022, 20:38

    Mi accodo a Stazza e aggiungo che la pubblicazione settimanale ha aggiunto quel giusto gusto dell’attesa…
  • Samu1

    23 Maggio 2022, 20:47

    Anche il fatto che fosse completamente slegato dal MCU è stata una ventata di aria fresca. Buon prodotto.
  • Fabrizio Guerrieri

    24 Maggio 2022, 03:43

    Ciao stazzatleta. Le aspettative alte di cui parlo nella recensione sono riferite al fatto che ormai ogni serie Marvel è anticipata da trailer ambiziosi e da lanci promozionali enormi. Ho trovato che anche questa serie avesse un potenziale elevato guardando i vari trailer e mi è dispiaciuto che alcuni reparti non abbiano lavorato come avrebbero potuto.

    Come te ho avvertito alcune forzature, ma credo che tutto il meccanismo avrebbe funzionato bene se la parte dell'analisi interiore del personaggio fosse stata affrontata non a ridosso del finale. Finale che avrebbe potuto così avere lo spazio che avrebbe meritato.

    Sul voto finale vedo che siamo praticamente sulla stessa linea

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