Snabba Cash | stagione 2 | la recensione

Fabrizio Guerrieri 07 Ottobre 2022 Cinema, Movie e Serie TV

Quando la startup di Leya sembra decollare, la donna si ritrova ancora una volta invischiata in un turbine di malaffare che potrebbe portarla verso il baratro, mentre cerca di dare un futuro a suo figlio Sami e deve convivere col ricordo onnipresente dello scomparso Salim


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Dopo la morte di Salim, Leya è andata avanti. La sua startup sembra decollare quando, proprio nel momento in cui si festeggia per l’entrata in borsa, tutto viene messo in discussione. I dubbi circa gli affari di Tomas che controlla la società, rischiano di gettare fango anche su Target Coach. Ma i guai sono appena all’inizio. Viste le nuove difficoltà finanziarie, Leya, che voleva tenere la sua professionalità lontana dalla malavita cui è stata legata, si ritrova a dover mettersi d’accordo sia con Marko e i suoi loschi traffici, che con il cognato Ravy che sta perdendo potere nelle trame della malavita organizzata in favore del nuovo arrivato Zaki. Le infiltrazioni che ne deriveranno porteranno ancora una volta Leya sull’orlo del baratro più profondo mentre cerca di dare un futuro a suo figlio Sami e deve convivere col ricordo onnipresente di Salim.


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Secondo capitolo per la serie svedese sequel del film omonimo del 2010, anch’esso basato sul romanzo di Jens Lapidus, coautore della serie. La prima stagione approdata su Netflix quasi un anno e mezzo fa era partita coi fuochi d’artificio grazie a un approccio molto realistico guidato da una macchina a mano che insiste sui personaggi come a volerli seguire mentre cercano di sfuggire ai loro destini che sembrano segnati fin dall’inizio. Ma la partenza stavolta non convince. Il primo episodio è insoddisfacente, confuso nella costruzione, montato male (peraltro con un mix audio sbilanciato nella versione italiana, in cui si fa fatica a seguire i dialoghi). Si ha come l’impressione che tutto il mordente sia andato perduto e si fa largo l’amaro in bocca. Ma dal secondo il racconto assume di nuovo lo spirito con cui era stata narrata la prima stagione, con guizzi e confluenze che catturano l’attenzione per la buona conduzione e messa in scena.


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La protagonista è sempre Leya che ora più che mai deve decidere chi o cosa diventare. Madre, imprenditrice, spacciatrice, forse addirittura assassina, i bivi che le si pongono di fronte vanno oltre la semplice sfida. Ogni volta che raggiunge l’obiettivo che aveva mirato arriva una tegola sulla sua testa che tenta di farle cambiare strada. Ma la sua volontà, che resta ferrea, la rimette sui binari infausti di qualcosa che potrebbe distruggerla. E anche quando tutto sembra procedere per il meglio il suo karma bussa alla porta per ricordarle che i conti vanno saldati. Il fantasma di Salim aleggia tra i suoi pensieri sconfinando in incubi terribili da cui non vorrebbe neanche risvegliarsi pur di averlo ancora vicino a sé. Il piccolo Sami cresce e le domande che le pone sono sempre più pesanti da evadere. Il rapporto con Ravy che era stato sistemato una volta per tutte, tenendo l’uomo alla giusta distanza, torna ad avere la meglio di fronte a un’emergenza improvvisa, proprio nel momento peggiore per lui, che annaspa nelle trame del malaffare mentre qualcun altro vuole prendere il potere.


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Zaki è un delinquente privo di scrupoli, dignità, limiti ed etica. Non si pone alcun problema nel reclutare dei ragazzini che fa sentire speciali, che non aspettano altro che passare all’azione anche quando questa comporta pericoli seri. Il giovane Tim intanto è uscito da poco di prigione dopo le disavventure della scorsa stagione. Riga dritto lavorando in un ristorante dove arrivano per caso gli ex compagni coi quali non vuole più avere a che fare. Ma quando ritrova Zaki, con cui ha condiviso il periodo in carcere, le cose cambiano, ovviamente in peggio. E gli altri ragazzi piuttosto che vederlo come un esempio negativo prendono quasi ad imitarlo. Vane sono le offerte di aiuto di Jamal, sia dentro che fuori dalla scuola. Un uomo retto che sa come si finisce facendo quella vita e che si trova ad aiutare proprio Leya, non sapendo in cosa sia invischiata. I due appaiono molto simili per carattere e forza, ma le loro direzioni divergono ogni giorno di più, senza che lui ne abbia però contezza.


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Anche questa seconda parte suscita ogni genere di sentimento negativo: rabbia, disgusto, odio viscerale per chi porta degrado e violenza in una comunità già provata da condizioni di vita precarie. In una Stoccolma che da una parte mostra uno sviluppo economico notevole, molto legato all’universo della new economy, e dall’altra cerca di nascondere ai suoi stessi occhi la realtà disequilibrata delle periferie. Nessuno si salva, tutti sono in qualche modo coinvolti, la pietà dello spettatore è solo verso i ragazzini che di pietà non ne riscuotono invece da nessuno dei personaggi (Jamal escluso) da cui vogliono essere guidati e di cui si fidano. Nala e Osman, sorella e braccio destro di Ravy, provano a fare qualcosa per evitare loro il peggio, ma quando restano soli e divisi non possono più impedire niente, persi dietro a ciò che non sono in grado di gestire in autonomia.


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Le musiche rap, i marchi di moda e sportivi, le pesanti collane d’oro portate come fossero armi, le auto di lusso, lo sfarzo e la più cupa miseria umana uno accanto all’altra come se niente fosse. Ogni elemento viene mostrato all’infinito per sottolinearne il peso in maniera volutamente ridondante, evidenziando il contrasto tra ciò che appare luminoso, ottenuto al contrario dalle tenebre più profonde. Nell’ultimo episodio ci sono un paio di soluzioni affrettate e incongruenti che minano un po’ la tenuta di una sceneggiatura ancora una volta decisamente buona, ingenuità che sarebbero potute essere risolte diversamente, ma che si possono perdonare a una produzione che si regge su un budget tutt’altro che astronomico ma con una qualità decisamente alta. Tra la scrittura ruvida che non fa sconti e un impianto tecnico di livello, a partire dalla fotografia che enfatizza ogni singola azione, fino al montaggio che taglia di netto ogni possibilità di equilibrio. Passando per una regia esplicita che guida gli attori verso una possibile redenzione, che probabilmente non raggiungeranno mai.


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VALUTAZIONI

dal trailer all’intera serie
Aspettativa 7,5 Potenziale 8,5

soglia d’attenzione
Scorrevolezza MEDIA Impegno MEDIO

visione
Intrattenimento 7,5 Senso 7,5 Qualità 8
Giudizio Complessivo 7,7

Snabba Cash | stagione 2
drammatico, thriller, azione | Svezia | 22 set 2022 | 6 ep / 44 min | Netflix

ideatore Jens Lapidus, Jesper Ganslandt, Oskar Söderlund

personaggi interpreti
Leya Evin Ahmad
Jamal Ardalan Esmaili
Ravy Dada Fungula Bozela
Nala Ayaan Ahmed
Osman Khalil Ghazal
Marko Johan Jonason
Zaki Adam Kais
Tim Ali Alarik
Tomas Storm Olle Sarri
Salim Alexander Abdallah

critica IMDb 7,5 /10 | Rotten Tomatoes nd | Metacritic nd

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