Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare
Torna l'allegra ciurma guidata dal Capitano Jack Sparrow, in un film che perde pezzi importanti davanti e dietro la macchina da presa, pedine giocate per una probabile nuova trilogia. Distribuzione Walt Disney Motion Pictures
Il quarto capitolo
Cari gentiluomini, spiegate le vele perchè sono tornati i Pirati dei Caraibi, con una nuova avventura - la quarta - che segue i tre film campioni di incasso La maledizione della prima luna (2003), La maledizione del forziere fantasma (2005) e Ai confini del mondo (2007), con numeri di botteghino che lo storico produttore Jerry Bruckheimer definisce "eccezionali". E vorrei vedere...
Il nuovo film Pirati dei Caraibi - Oltre i confini del mare arriva in Italia a partire dal 18 Maggio su distribuzione Walt Disney Motion Pictures, fresco di passerella al Festival di Cannes in atto, in versione 2D, 3D e con la nuovissima offerta IMAX (UCI Cinemas Pioltello a Milano). Jack Sparrow (Johnny Depp) intraprende la ricerca della Fontana della Giovinezza, alleandosi in qualche modo con la bella Angelica (Penélope Cruz) figlia del famigerato pirata Barbanera (Ian McShane). Sulla sua strada il vecchio Barbossa (Geoffrey Rush) - nel frattempo accasatosi tra le file del re d'Inghilterra - e un gruppo di spagnoli, tutti alla ricerca della fonte per i più disparati motivi.
Il film è sceneggiato, come i precedenti capitoli, dal duo Ted Elliott e Terry Rossio, con una libera ispirazione al romanzo Mari stregati di Tim Powers. Grossa novità invece dietro la macchina da presa. Gore Verbinski lascia infatti il timone a Rob Marshall, con la speranza della produzione di dare inizio ad una nuova trilogia.
Nella recensione del film partiamo proprio da Marshall. Il regista di grandi successi come Chicago, Memorie di una Geisha e Nine era per noi la grande incognita da scoprire. Un ottimo cineasta per la prima volta impegnato in un pesante blockbuster con tanti effetti speciali e il 3D. Marshall per fortuna realizza un ottimo lavoro, dimostrando che quando ci sono le basi un regista si può anche cimentare in generi lontani dalla propria recente cinematografia. La grande abilità visionaria di Marshall viene fuori nei duelli, nelle fughe e in tutti i nodi importanti del film, riuscendo a far scivolare tutto sommato bene i lunghi 137 minuti di durata di questo quarto capitolo.
Ma la fregatura è dietro l'angolo, e arriva proprio da chi non te l'aspetti. E' la sceneggiatura, veramente orribile, che prende poche figure (la fontana della giovinezza, Barbanera, le sirene) e costruisce attorno un film che alla fine non ha niente da dire, schiacciato tra la necessità di realizzare comunque scene d'azione e la scelta - condivisa nell'intento - di creare un breve richiamo ai soliti cambi di casacca dei protagonisti, tanto divertenti quanto essenziali nei capitoli precedenti.
Ecco così che la buona regia viene letteralmente soffocata dallo script. Nulla può il sempre bravo Johnny Depp, nulla può la splendida e brava Penélope Cruz, mentre ci saremmo aspettati qualcosa in più da Ian McShane, che aveva tra le mani uno dei personaggi più cattivi del mondo cine-storico-letterario. Assolutamente inutili sia i nuovi personaggi (la sirena e il sacerdote) che i ritorni (il buon vecchio Gibbs su tutti), mentre Geoffrey Rush si diverte per buona parte del film con parrucca aristocratica e mele verdi servite già tagliate in un piatto con posate d'argento. Anche in questo capitolo torna Keith Richards, il leggendario chitarrista dei Rolling Stones, nei panni del Capitano Teague, padre di Jack Sparrow. Francamente inutile, forzato e fastidioso, efficace solo quando offre a Johnny Depp l'assist per una delle migliori battute del film.