Il ventaglio segreto
Wayne Wang porta nelle sale il best seller di Lisa Lee e tratta con incredibile delicatezza temi delicatissimi e fuori moda. Il grande regista, però, spesso incorre nel vizietto di strafare rubando la scena alla storia
Due ragazzine della Cina del XIX secolo, unite dal destino per aver ricevuto la fasciatura dei piedi (un rito tradizionale) nello stesso giorno, si giurano eterna amicizia. Nonostante la condizione di estrema solitudine in cui le donne si troveranno a vivere nei rispettivi matrimoni, le donne riusciranno a mantenere saldo il fortissimo legame grazie ad un ventaglio, sulle pieghe del quale riescono a comunicare attraverso il nu shu, un linguaggio segreto che gli uomini non conoscono. In una Shangai moderna, Nina e Sophia si trovano a vivere una situazione parallela, e anche in questo caso la loro unione sarà salvata dalla riscoperta dell'antica tradizione.
Affascinato dal bestseller di Lisa See , Fiore di neve e il ventaglio segreto, Wayne Wang scrive un dramma tradizionale tanto quanto la storia che racconta. Il ventaglio segreto è un tuffo nel passato per parlare di temi che sembrano ormai relegati al tempo che fu ma, in realtà, fortemente attuali, vista la condizione di tremenda solitudine in cui si trovano gli uomini e le donne di oggi. Il regista cinese riflette su argomenti delicatissimi e poco commerciali con straordinario senso umano, realizzando un film piccolo piccolo buttato nel mercato cinematografico estivo da un sistema che preferisce i blockbuster al cinema puro.
Del resto, parlare sul grandeschermo di 'laotong', un legame antico e fortissimo, è una scelta azzardata e lo stesso Wayne Wang fatica molto a farne capire il senso più vero e profondo ai suoi spettatori. La qualità, però, è un marchio di fabbrica del regista che non si smentisce nemmeno in questo caso grazie ad una fotografia di gran classe, capace di separare, con raffinati cambi di luce e colore, il passato dal presente. Come tutti i grandi maestri della settima arte, però, a volte si lascia prendere la mano finendo per compiere un mero esercizio di stile poco funzionale alla storia.
Bisogna ammettere, comunque, che è fortissima la sensazione di un coinvolgimento emotivo di Wang nella vicenda, tanto da rimanere lui stesso spiazzato a lavori in corso. La sua anima artistica ad un certo punto non sa quale direzione prendere creando nello spettatore un involontario senso di confusione. Stavolta, che strano, lo sbandamento non genera negli astanti fastidio ma, difficile a spiegarsi, una commozione impossibile da trattenere. La guida incerta di chi è dietro la macchina da presa riesce a comunicare la solitudine delle due coppie di protagoniste (ri)unite dalla forza di un amore antichissimo e rarissimo da trovare al giorno d'oggi.
Genuino.
Voto finale | ![]() |
7 |
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