L'alba del pianeta delle scimmie
James Franco e Andy Serkis danno vita al prequel dello storico film del 1968 con Charlton Heston. L'uomo, alla ricerca di una cura per Alzheimer, dona alle scimmie una pericolosa intelligenza che presto si ritorce contro. Distribuzione 20th Century Fox
Togliamoci subito il sasso dalla scarpa: questo L'alba del pianeta delle scimmie, presentato come prequel del capolavoro del 1968 con Charlton Heston, non ha niente da spartire con il suo illustre predecessore. Tolti gli ovvi e scontati richiami/omaggi con nomi dei protagonisti, oggetti di scena e brevi spezzoni di vecchi film intravisti sulle tv presenti sul set, aggiungete con la penna un bel punto, andate a capo e - per sicurezza - tirate anche una bella linea divisoria. Così, giusto per stare tranquilli.
L'alba del pianeta delle scimmie racconta dei rischi dell'accanimento terapeutico, del pericoloso limite nella ricerca scientifica, dell'innaturale potere dell'uomo di sconvolgere le regole e le leggi della natura, con l'irrefrenabile arroganza di una umanità sempre più presuntuosa ed egocentrica.
Will Rodman (James Franco) è un giovane scienziato che dedica la sua vita alla ricerca di una cura definitiva per l'Alzheimer. Una lotta ingigantita anche per motivi personali, dato che il padre di Will (John Lithgow) lotta purtroppo giornalmente con questa devastante malattia, rendendo pesante e commovente il quotidiano rientro a casa del figlio. Il farmaco ideato viene testato sulle scimmie, che mostrano subito un serio aumento del quoziente intellettivo attraverso l'immediata risoluzione di test e prove di laboratorio.
Di pari passo gli animali mostrano anche un aumento della violenza, con un cervello sempre più sviluppato che spinge il gruppo - il singolo è più debole, si impara presto - alla rivolta verso gli uomini e alla conquista della libertà. Leader è Caesar, il pupillo del giovane Will, che dimostra come spesso il cervello è più pericoloso del braccio, con una notevole crescita durante l'arco del film.
Chiarito che il film termina con l'uomo in un bel pasticcio e le scimmie fortemente evolute (non sveliamo troppo per non rovinare la visione ai lettori), dobbiamo ammettere che l'idea di partenza è accattivamente, ma viene sviluppata in maniera troppo rapida, spesso imbarazzante, con pochi dialoghi incisivi e ampiamente prevedibili, pochi colpi di scena e una trama che si trascina troppo rapidamente verso l'annunciata battaglia finale.
L'alba del pianeta delle scimmie, perdente dal punto di vista dello script, è però un film che merita una visione almeno per gli effetti speciali, curati dalla neozelandese Weta Digital sviluppando la grande conoscenza tirata su con produzioni come Il Signore degli Anelli, King Kong e Avatar.
Tralasciando qualche semplificazione di troppo (le foglie autunnali che cadono sono francamente terribili), il team ha sviluppato le scenografie digitali ma soprattutto le tante scimmie che animano la pellicola. Un complesso lavoro di performance capture esasperato al massimo vista la volontà di foto-realismo fissata dalla produzione. Un risultato eccellente, che attraverso la modifica del Volume (vedi la recensione di Avatar per ulteriori chiarimenti) ha permesso di utilizzare le tecnologie di performance capture anche all'esterno dei teatri di posa, in set all'aria aperta non controllati come avveniva in precedenza, abbattendo di fatto l'ultimo tabù di questa rivoluzionaria tecnologia ormai arrivata a livelli incredibili (ormai si catturano i gesti, le espressioni, addirittura i movimenti degli occhi).
Ogni scimmia ha il suo attore nella tuta da performance capture, ma tutta l'attenzione è naturalmente rivolta a lui, Cesare, il protagonista digitale della pellicola, interpretato dall'ormai veterano Andy Serkis. Dopo aver dato vito a Gollum e al simile Kong, Serkis si cala nei panni (pelosi) di questo incredibile Cesare, sottolineando con un'attenta evoluzione anche nel portamento la crescita dell'intelletto dovuta all'iniziale assunzione dell'innovativo ALZ-112.
Lo diciamo sempre che buoni effetti digitali non bastano a risollevare le sorti di un film che ha enormi problemi di trama, una recitazione onestamente ordinaria e una regia (Rupert Wyatt al secondo film dopo The Escapist) che sfruttando con semplicità le enormi possibilità offerte dalle macchine da presa virtuali si dimentica di studiare meglio le inquadrature per trasformare la regia in un punto a favore per film.
Ecco perchè il 7 che decidiamo di assegnare al film, in realtà, ci sta anche un po' largo.
Voto finale | ![]() |
7 |
Similar Post You May Like
-
Tutti al cinema: Settembre 2011
Suggerimenti e calendario completo per le uscite nei cinema italiani nel mese di Settembre.... »
Commenti (11)
-
Confido in una storia ben raccontata, che si agganci molto bene al film del 1968. Sicuramente gli effetti in CG saranno notevoli, o almeno lo spero.
Chissà che il comparto audio sia da riferimento. -
Più che altro dovrebbe integrarsi con i sequel/prequel successivi..... e la cosa mi pare molto, ma molto, difficile.
Più che altro credo che faranno un vero e proprio reboot... -
Ho visto il film domenica e lo ritengo ben fatto e con un buon ritmo, e non sono uno che di solito ama i blockbuster di azione all'americana.
Franco e la Pinto mi sono piaciuti cosiccome mi e' piaciuto John Lithgow nei panni del padre con l'alzhaimer...
Il collegamento con gli altri film c'e', anche se molto soft (gli astronauti che partono per marte e si perdono nello spazio, e alcune altre cose che non dico per non fare spoiler....).
Alcuni personaggi troppo caricaturali potevano toglierli, anche qui non svelo i nomi... ma purtroppo gli americani hanno sempre bisogno del cattivo cattivo e una delle cose belle di questo film era proprio che non c'erano buoni e cattivi e sostanzialmente, tolti un paio di personaggi minori, il regista e` riuscito a comunicarlo. -
visto adesso. sono stato convinto dai miei amici e pensavo di vedere una cretinata invece l'ho trovato piacevole. gli altri film che avevo visto sono uno degli anni 80 e quello di tim burton del 2000 quindi la storia bene o male la conoscevo anche se cesare me lo sono ricordato molto tardi
anche secondo me faranno almeno il seguito. -
[editato]
-
Il primo film, quello del 1968 è da brividi. Come dice giustamente l'articolo è un autentico capolavoro della fantascienza.
Anche il film del 2000 fa venire i brividi ma per i motivi opposti. Tim Burton quando scelse gli attori a mio parere ebbe le idee un po' confuse.
Spero che questo renda più giustizia alla saga.
Correte a vedere il primo film con Charlton Heston se ancora non l'avete visto ''Il pianeta delle scimmie''(1968)e dimenticatevi di quel grosso hamburger confezionato da Tim Burton nel 2000. -
Precisazione
Credo che l'autore dell'articolo non abbia visto con attenzione il film, dato che SPOILER.............................all'inizio del film si capisce benissimo che l'aggressivita' dello scimpanze' Bright Eyes, che crea scompiglio nel laboratorio di ricerca, non e' dovuta dalla somministrazione dell'ALZ-112 ma solo dal fatto che ha appena partorito e vuole difendere la propria creatura. Detto questo, ritengo il film meritevole di una visione da parte degli appassionati di fantascienza e non solo, in quanto, tralasciando la scialba recitazione del protagonista James Franco (ottima invece la recitazione del sempre grande John Lithgow), gli effetti speciale di motion capture sono sinceramente sbalorditivi e anche la storia, tralasciando qualche leggerezza narrativa, e' sicuramente interessante e accattivamente. -
Il film l'ho trovato uno Spettacolo, intenso e potente che tira filato fino alla fine senza troppi sentimentalisti ne con un solo minuto di noia.
Gli effetti speciali fanno venire la pelle d'oca, però la fotografia e le musiche sono un pò troppo anonime, c'era bisogno di più stile.
Per il cast, non mi sono piaciuti ne James Franco ne Freida Pinto, troppo freddi e nella seconda parte del film scompaiono, gli altri non mi sono dispiaciuti in particolare Tom Felton e John Lithgow.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta è la totale assenza di violenza, vedere delle scimmie con quei denti e neanche uno sgozzamento o Gorilla che si limitano a lanciare cose anzichè andare in giro a tranciare persone è un vero peccato... Non dico che doveva diventare uno splatter, ma ad esempio nei Jurassic Park ci sono scene in cui i dinosauri sbranano gli umani senza eccedere in violenza ne nascondere troppo.
Comunque gli do un bell'8.5 e lo straconsiglio a fan e non della saga.
-
bhè i dinosauri non hanno molte alternative. e non credo che i rex schiaccassero le prede per vederle spiaccicate
le scimmie hanno modi meno violenti fra i quali scegliere -
Originariamente inviato da: SAT64Confido in una storia ben raccontata, che si agganci molto bene al film del 1968.
Mah, sarò cattivo e ripetitivo ma io continuo a sostenere che certi reboot è meglio che rimangano confinati nelle più oscure e lontane zone desolate dei cervelli di questi registi... Per quanto mi riguarda la saga del Pianeta delle scimmie è composta esclusivamente dai primi 5 film che nell'insieme rappresentano una delle storie più incredibili, complete, intriganti ed originali che il cinema ci abbia mai regalato; quello di Tim Burton e l'attuale invece sono solo delle inutili operazioni commerciali.