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Pagina 1 - Introduzione e caratteristiche
In questi ultimi giorni, su quasi tutte le testate online, c'è un allarme che sta preoccupando alcuni consumatori. L'allarme si chiama "HDR dinamico" e - secondo alcuni - rischia di far diventare obsoleti numerosi prodotti, che siano player, TV o videoproiettori. Benché si tratti di un argomento che affronterò in un articolo dedicato, posso anticipare che la realtà è decisamente meno drammatica di quanto sia stata dipinta da alcuni colleghi. Anche se, è il caso di dirlo, certi comunicati stampa rischiano soltanto di far solo danni specialmente in un campo - quello dell'HDR - di cui non hanno la benché minima padronanza neanche gli addetti ai lavori, men che meno la maggior parte dei miei colleghi. Resta un fatto: i formati video UHD - sia liquidi che solidi - sono agli inizi e c'è sempre il rischio concreto di qualche "fregatura". Da questo punto di vista c'è bisogno che i produttori facciano chiarezza prima possibile, rassicurando i consumatori con messaggi chiari.
Con questa premessa, ho affrontato il primo test di un TV HDR di nuova, generazione, prodotto da Sony, con particolare attenzione. Esponente della nuova gamma Sony Bravia 2016, il modello KD-65XD9305 è un TV con diagonale da ben 65", pannello LCD da 10 bit per componente, gamut esteso e - probabilmente - con retroilluminazione dotata di tecnologia B-LED + RG phosphors (LED blu e fosfori rossi e verdi), al momento l'unica soluzione di cui io abbia contezza in grado di generare flusso luminosi da oltre 1.000 NIT e di garantire allo stesso tempo un triangolo di gamut più esteso nella componente verde anche rispetto alle soluzioni con Quantum Dots. Il nuovo XD93 porta con sé numerose innovazioni rispetto al corrispondente prodotto dello scorso anno. Il design è splendido: Sony è riuscita a contenere lo spessore del pannello in appena 10 millimetri. La parte con l'elettronica e i diffusori fa "salire" lo spessore a 36 millimetri, così sottile da consigliarne il montaggio a parete con risultati esaltanti.
Per contenere lo spessore l'alimentatore è stato "tolto" dal telaio ed ora è esterno, in forma di parallelepipedo piuttosto ingombrante, con cavo di alimentazione che è lungo circa 3 metri. Assieme al design del TV è stato rinnovato anche il telecomando, con superficie in gomma senza interruzione (i tasti sono di fatto coperti da uno strato di gomma sottile), soluzione che favorisce sicuramente la resistenza ai liquidi e quindi la possibilità di pulirlo con maggiore efficacia. Segnalo però un peggioramento nell'ergonomia, con i tasti che al tatto sono meno riconoscibili rispetto al telecomando della passata generazione. La nuova serie XD93 è disponibile anche con taglio da 55" mentre, con dimensioni da 75" è disponibile il KD-75XD9405 con qualche lieve differenza (Full Array LED) rispetto alla serie XD93. Tra le caratteristiche più interessanti segnaliamo il doppio tuner, il sistema operativo Android TV (con revisione 5.11 installata al momento del test) e la compatibilità con HDR SMPTE 2084 e spazio colore REC.2020. Caratteristiche dichiarate
Pagina 2 - Tecnologia, menu e versatilità
Oltre al pannello a 10 bit con gamut "esteso" (verificheremo presto quanto questo sia vero), la novità più interessante è la nuova unità di retro-illuminazione denominata Slim Backlit Drive e di cui vi ho già anticipato i contenuti in questo articolo, pubblicato lo scorso Marzo. La novità introdotta da Sony risolve uno dei limiti della tecnologia LED "edge" (con LED soltanto nei bordi) ovvero quello di non riuscire a modulare l'illuminamento a zone in maniera efficace. Sony invece, con la nuova tecnologia è riuscita a suddividere lo schermo in circa 32-36 zone. Riuscire a determinare con esattezza il numero di zone non è semplicissimo. Rispetto a soluzioni concorrenti (più di 500 zone per il Panasonic XD900 oppure "8 milioni di zone" per i TV OLED 4K), le 32-36 zone di Sony faranno sicuramente sorridere i più, che penseranno ad aloni evidenti con immagini scure ed elementi piccoli ad elevata luminosità, limiti esasperati soprattutto da contenuti HDR10. La realtà, con alcune precauzioni, è ben diversa e l'analisi verrà affrontata più avanti.
L'impostazione del menu "home" è molto simile a quella della scorsa generazione e non mi dilungherò di nuovo nell'analisi di tutte le voci. Segnalo soltanto un miglioramento nella fluidità non solo nella navigazione tra le voci dei menu ma anche - ad esempio - nel rendering del browser. La CPU non è stata modificata, quindi i miglioramenti devono essere giustificati da una più accurata scrittura del software. Permangono purtroppo alcuni "crash" del sistema anche se - bisogna dirlo - non ho mai avuto la necessità di riavviare il TV staccando la spina, come per i TV del 2015. Il numero di app Android TV a disposizione è nettamente superiore rispetto allo scorso anno e i miglioramenti anche delle app "storiche" sono evidenti. La strada da percorrere però è ancora molto lunga: di fatto il sistema Android TV 5.11 ancora non mi ha convinto del tutto.
Nessun cambiamento neanche nel menu "immagine", con tante (troppe) impostazioni predefinite (alcune assolutamente inutili), la possibilità di calibrare il bilanciamento del bianco su 2 punti oppure su 10 punti (i concorrenti nel frattempo sono già a 20 punti, vedi LG Electronics) e la mancanza di un CMS per calibrare i colori primari e secondari: eddài, Sony: sui proiettori questa possibilità c'è già da parecchi anni; quando arriverà anche sui TV? Parlare di versatilità - al momento - è un terno al lotto. Se guardiamo al numero e alla varietà di ingressi analogici e digitali, la presenza di doppio tuner (DVB-S2 e DVB-T2) e del decoder H.265, il giudizio complessivo sulla versatilità è molto elevato. Invece la mancanza di alcune voci del menu di calibrazione e la compatibilità - per il momento - solo con la curva del gamma SMPTE 2084 (alias HDR10), non consentono il massimo entusiasmo per un TV di fascia alta e dal prezzo comunque elevato.
Pagina 3 - LAB: le prestazioni in REC.709
Il "nuovo" setup di misura prevede l'utilizzo del software Calman 5 e del generatore video AV Lab TPG della DVDO, affiancati per alcune misure ancora da altri due software (HCFR e Spectrasuite di Ocean Optics) e da una scheda Blackmagic Design per generare segnali 4K a 10 bit per componente per le misure in HDR che sono nella pagina successiva. A valle della scheda Blackmagic c'è la "matrice" HD Fury Integral, utilizzata per generare EDID e metadati per abilitare nei TV la EOTF (Electro-Optical Transfer Function - funzione di trasferimento elettro-ottica) SMPTE 2084 da somministrare al TV per l'analisi in modalità HDR e REC.2020. Come sonde di riferimento utilizziamo sempre Minolta LS100 (illuminanza) e Ocean Optics USB2000 VIS-NIR (colore), quest'ultima con risoluzione FWHM di 2 nm, mentre come sonda di acquisizione c'è l'ottima x-rite i1 Display Pro che viene correttamente profilata con i due riferimenti citati prima di ogni sessione di misura. Il TV è inoltre alimentato con tensione di 230V stabilizzata. Benché per le misure sia stato utilizzato Calman 5, per le rappresentazioni grafica del gamut, per il momento continuerò ad utilizzare HCFR. Le impostazioni predefinite migliori sono "Cinema Pro". Le rilevazioni che vedete sono state registrate con la retroilluminazione al massimo e dopo aver disattivato il "local dimming" che potrebbe falsare l'acquisizione. In queste condizioni il rapporto di contrasto nativo del pannello è di circa 3.000:1 mentre la massima luminanza è di 387 NIT. Con la retroilluminazione al minimo, la illuminanza scende invece a 104 NIT. Il gamma, sempre in condizioni di default, appare corretto, anche nei primi 10 step della scala dei grigi dove il coefficiente scende inevitabilmente, visto il rapporto di contrasto nativo di 3.000:1. D'altra parte il TV Sony riesce a risolvere correttamente anche il primissimo step (17/255) e l'utilizzo di un pannello a 10bit nativi (e, probabilmente, una LUT con profondità ancora superiore) riproduce le sfumature in maniera impeccabile. Il bilanciamento in condizioni di default è abbastanza vicino al riferimento ma ancora tendente al "freddo". Sulla destra osserviamo invece il gamut e i colori primari e secondari con saturazione crescente. In questo caso registriamo una lieve sotto-saturazione del rosso e un delta di luminanza dei colori che, in casi estremi, registra differenze fino al 10% in più (Blu) o il 10% in meno (Rosso). Per la calibrazione ho agito come al solito, partendo quindi dalle impostazioni predefinite e calibrando prima di tutto luminosità, contrasto e gamma. In seguito ho iniziato la calibrazione del bilanciamento del bianco a 2 punti e poi ho rifinito il tutto con quella a 10 punti. In questo caso segnalo un piccolo baco: per calibrare lo step al 90% del segnale in ingresso, ho dovuto agire in realtà allo step dell'80%; questo probabilmente è legato alla dinamica del segnale HDMI in ingresso component 4:2:2 16-235. Il livello dei colori reagisce di conseguenza e alla fine gli errori nel delta di luminanza sono più contenuti, entro il 6% e con DeltaE uv che supera il valore di 2 solo per la componente gialla. Dopo la calibrazione consiglio di attivare anche il local dimming nella modalità "low": in questo modo il rapporto di contrasto è più che raddoppiato (circa 7.200:1), non c'è alcun tipo di "alone" tra le zone e il gamma sulle basse luci aumenta in maniera considerevole, donando alle immagini una tridimensionalità molto elevata, sempre con la ricchezza di sfumature che soltanto un pannello a 10 bit ben gestito riesce a dare.
Per i feticisti del "copia-e-incolla" delle voci del menu per la calibrazione sia ben chiara una cosa: c'è sempre una certa variabilità nella linearità dei pannelli LCD montati nei vari TV, a cui vanno sommate le differenze introdotte da diverse revisioni del firmware del TV. In pratica sconsiglio vivamente il "copia-e-incolla" dei valori. L'unico modo è calibrare il proprio display da zero, seguendo le indicazioni che trovate in numerose discussioni nella sezione "calibrazione" del nostro forum di discussione. Il senso di queste misure è un altro: il nuovo TV Sony Bravia KD-65XD9305 può essere calibrato con semplicità, le prestazioni finali con materiale HD ottime e il "local dimming" nella modalità meno invasiva funziona benissimo.
Pagina 4 - LAB: le prestazioni in UHD e HDR10
A questo punto il gioco si fa "duro". Quelle che seguono sono le rilevazioni in modalità UHD, REC.2020 e gamma SMPTE-2084 (HDR-10) e posso anticipare che sono ottime: Sony ha bene interpretato le specifiche UHD, REC.2020 e SMPTE 2084 e le prestazioni rilevate mi hanno convinto pienamente. Partiamo dalla luminanza: il nuovo Sony riesce a generare un picco di luminanza di 1.153 NIT con APL (Average Picture Level - livello medio dell'immagine) del 20% e area di misura del 5%. In questo caso, con le impostazioni predefinite HDR, attivando l'ingresso HDMI dal menu "settings/external imputs/HDMI signal formats", con segnali HDR il TV sceglie le impostazioni predefinite HDR Video ma il "local dimming" non può essere disattivato (come molte altre voci) e il rapporto di contrasto supera il valore di 50.000:1. Con HDR10 i livelli di luminanza sono ben definiti, presume un livello di luminanza di picco di 1.000 NIT e l'analisi non è più "relativa" come per il REC.709. Visti i valori in gioco, per rendere più agevole l'interpretazione dei dati, ho suddiviso i valori in due pezzi che si sovrappongono parzialmente, con le curve gialle che identificano i valori del gamma e in verde i riferimenti secondo le specifiche SMPTE 2084. Il primo grafico riguarda una prima metà della scala dei grigi, dal nero e fino al 50% del segnale in ingresso: un punto che - in buona sostanza - si avvicina molto al "bianco" di riferimento che prima avevamo al 100% del segnale in ingresso con le specifiche REC.709. Il livello di luminanza atteso al 50% del segnale in ingresso è di circa 95 NIT mentre per il Sony abbiamo 116 NIT. Nel secondo grafico si riparte dal 35% e ci si ferma invece al 76% del segnale in ingresso: non avrebbe senso andare oltre poiché le specifiche HDR SMPTE 2084 prevedono infatti 10.000 NIT di picco al 100% del segnale in ingresso: di fatto è questo il riferimento per il calcolo del gamma e quasi 1/4 delle informazioni viene sprecato. Per riassumere, la curva del gamma in HDR10 del Sony KD-65XD9305 è molto vicina al riferimento, anche per le basse luci, dove un gamma leggermente più basso finisce in realtà per comprimere un pochino la dinamica, quel tanto che basta per alzare il livello generale di luminosità delle immagini con un'ottima prestazione generale. Il grafico dell'analisi dei colori è provvisorio. In questo caso l'EOTF SMPTE 2084 ha una risoluzione bassa per i livelli di saturazione più bassi e invece elevatissima per quelli a saturazione più elevata. Ho inserito soltanto gli step di saturazione del primario "rosso", con passi del 25%, rimandando di fatto la scelta di un grafico più adeguato alla prossima occasione. Vi basti sapere che il Sony tende leggermente a sotto-saturare la componente rossa in condizioni di default, esattamente come faceva in REC.709. Con la calibrazione del bianco e della saturazione cromatica, le saturazioni intermedie tornano a posto. L'unica perplessità riguarda il livello di luminanza dei colori primari e secondari: in questo caso il delta di luminanza rispetto al riferimento in HDR è molto elevato, con differenze che arrivano anche al 50% (in più per il blu). Con la taratura anche il delta si riduce ma rimane comunque a livelli abbastanza elevati, dell'ordine del 20%. Si tratta però di punti di luminanza così alti che in realtà le differenze rispetto al riferimento sono poco apprezzabili. In futuro cercherò di focalizzare l'attenzione su livelli di luminanza più bassi e più significativi. Non si tratta di una cosa immediata: bisogna creare i segnali test in DPX a 10 bit per componente, verificarne la correttezza (anche quella del segnale HDMI generato dalla scheda Blackmagic Design) e procedere alla misura... A questo punto, ho proseguito con la calibrazione che è possibile soltanto se si escludono le impostazioni predefinite HDR, in luogo di una delle altre a disposizione ma è indispensabile un accessorio come l'Integral di HD Fury (in vendita anche in ITA a 189 Euro) che sia in grado di forzare l'uscita HDR dal lettore Blu-ray 4K. In questo caso è possibile "ripartire" dalla calibrazione che avevo già effettuato per il REC.709, copiando e incollando manualmente i valori dall'altro banco di memoria e cambiando ovviamente anche EOTF per il gamma, selezionando stavolta la curva SMPTE 2084. A questo punto si "sbloccano" alcune voci. Ad esempio è possibile ridurre la potenza dell'unità di retroilluminazione ed è anche possibile selezionare una voce meno "aggressiva" per il local dimming, in modo da ridurre l'effetto "alone" ai minimi termini. Io ho preferito ridurre la potenza della retroilluminazione a un più ragionevole livello di 600 NIT e ho impostato il local dimming in modalità intermedia. Il risultato in questo caso è notevole, con luminosità generale solo lievemente più bassa ma - bisogna dirlo - con dinamica che viene inevitabilmente un pochino compressa. Ed è proprio questa la voce che manca nel menu di questo TV Sony: un controllo che permetta di comprimere la gamma dinamica, per piegare la curva EOTF in modo da alzare le "basse luci". Si tratta di un controllo già presente nel menu "conversione gamma dinamica" del lettore Panasonic UBD-UB900 e anche nei proiettori JVC del 2016 (tonalità immagine). Il risultato consegna un gamma leggermente più basso, bilanciamento del bianco e colori molto più precisi ma soprattutto una notevole riduzione dell'effetto "alone" dato dallo scarso numero di zone del local dimming. Maggiori particolari sono nella pagina delle conclusioni.
Pagina 5 - Visione, conclusioni e pagella
L'ultimo capitolo di questa mia prima recensione di un TV compatibile HDR e REC.2020 è forse il più difficile poiché arriva senza che abbia avuto modo di pubblicare una guida su quali siano oggi - per me - i nuovi riferimenti per quanto riguarda il software a disposizione e quali siano le differenze tra Blu-ray Disc e UHD Blu-ray. Riferimenti e differenze che invece sono ben noti ad ormai centinaia di persone che in questi ultimi due mesi hanno frequentato i numerosi eventi dedicati a 4K e HDR lungo tutto lo stivale e che continueranno fino alla fine di giugno. Ebbene, per il test con immagini in UHD 4K, con HDR e REC.2020, il mio nuovo riferimento è il film Sicario, distribuito in UHD Blu-ray purtroppo soltanto negli Stati Uniti e acquistabile al momento su amazon.com (circa 34 Euro spedizione inclusa in 4-5 settimane) e su pochi altri canali. Sicario è stato girato con camere Arri Alexa XT, dotate di una gamma dinamica che sfiora i 15 stop. Si tratta di camere che non hanno segreti per Roger Deakins, lo stesso direttore della fotografia di Skyfall. Grazie anche ad un'ottima post-produzione, la quantità imbarazzante di informazioni in più, che sono all'interno della versione UHD Blu-ray 4K, ne fanno uno strumento indispensabile per le dimostrazioni e l'analisi di TV e proiettori HDR e REC.2020.
Prima di iniziare accenno al fatto che ho testato il TV sia con lettore Blu-ray Samsung UBD-K8500 che con Panasonic DMP-UB900. Nel secondo caso il Panasonic non ha "riconosciuto" il Sony come compatibile HDR e ho divuto "forzare" la riproduzione grazie al modulo HD Fury Integral. Per attivare il "riconoscimento" dei segnali HDR, bisogna comunque attivare manualmente gli ingressi connessi a sorgenti HDR nel menu settings/external imputs/HDMI signal formats. Dal l'UHD Blu-ray di Sicario, la scena dell'agguato alla dogana è perfetta per analizzare la ricchezza di informazioni sulle alte luci e la rinnovata saturazione, fermo restando un incarnato perfetto. Il Sony esegue il suo compito in maniera egregia: la solidità delle carrozzerie delle autovetture illuminate dal sole è esaltante, con riflessi e tridimensionalità che nella versione Blu-ray erano assenti.
In questo caso quello che più appaga lo sguardo non è l'aumento di risoluzione, peraltro sensibile (Sicario è uno dei pochi film a risoluzione nativa 4K) ma la ricchezza di sfumature, ben riprodtte dal pannello 10 bit utilizzato da Sony e probabilmente di produzione AUO. Il viso di Emily Blunt all'interno del SUV, circondato da riflessi attraverso i finestrini è esemplare per verificare il delta di luminanza offerto dall'HDR. L'incarnato è perfetto mentre il livello di luminanza generale è appena superiore al riferimento, come certificato dalle misure nella pagina precedente. Questo però è alla fine un vantaggio, poiché non c'è il rischio di affogare qualche particolare di troppo nelle basse luci.
Nelle fasi finali del film ci sono le sequenze più problematiche, utili per aguzzare la vista nei primissimi step di luminanza. In questa fase del film ci sono molti dialoghi in lingua spagnola, sottotitolati in inglese. I sottotitoli in questo caso sono diversi da quelli che possono essere richiamati dal menu e sono di tipo "hard coded", quindi non possono essere eliminati. Inoltre, sicuramente per errore, il livello di luminanza dei caratteri di questi titoli non è il bianco di riferimento a 100 NIT ma è quello a 1.000 NIT: un livello così elevato da risultare non soltanto fastidioso ma anche problematco per la gestione del local dimming. Nell'immagine qui in alto lo sfondo è portato "a nero", senza rumore o altre informazioni al di fuori dei visi dei due attori, dei sottotitoli e poco altro. In questo caso, con le impostazioni di default in HDR, la prestazione è pessima, con evidenti aloni non solo intorno ai sottotitoli ma anche attorno ai personaggi. Con la calibrazione invece, riducendo la luminanza e scegliendo impostazioni del local dimming meno aggressive, la prestazione è pienamente sufficiente, con aloni appena presenti ma non invadenti. In questo caso soltanto un OLED - con 10 bit reali per componente - oppure un proiettore con un notevole rapporto di contrasto nativo, potranno superare la prova a pieni voti.
Passare al materiale full HD dopo aver osservato la contro-parte in HDR e in REC.2020, è molto difficile poiché non si fa fatica a realizzare cosa ci siamo persi in tutti questi anni. Il nuovo Sony è talmente analitico che l'analisi delle differenze tra l'edizione in Blu-ray e quella UHD Blu-ray di Sicario è ancora più evidente. In ogni modo, le prestazioni con materiale HD di qualità, in REC.709, sono eccellenti ma soltanto dopo la calibrazione (descritta a pagina 3). In questo caso le scene finali di cui vi ho appena parlato in HDR, nel formato Blu-ray sono più interessanti e piacevoli, merito soprattutto del gamma più basso e della compressione dinamica che viene operata in fase di post-produzione per il formato home video ad alta definizione. Con altri contenuti, il nuovo XD93 di Sony mantiene le promesse fatte dopo le misure ed è capace di restituire un'immagine che alla fine ho preferito anche rispetto al mio riferimento (Panasonic ZT60), non certo per dinamica e rapporto di contrasto ma per ricchezza di sfumature e qualità generale. In conclusione, devo scusarmi per essermi concentrato molto più nell'analisi della qualità d'immagine in HD e in HDR, tralasciando di fatto le analisi con segnali video "SD" a scansione interlacciata da TV digitale terrestre, oltre che le funzioni "smart", l'interpolazione del frame e molto altro ancora. D'altra parte l'occasione era davvero troppo ghiotta per non approfittare di ogni minuto a disposizione per analizzare il TV secondo le nuove specifiche UHD. In questo caso, con qualche opportuna modifica possibile grazie alla calibrazione, le poche zone del local dimming sembrano più che sufficienti, a patto di accontentarsi di un livello di luminanza inferiore ma - secondo me - più adeguato alle condizioni di visione in ambiente oscurato. Il prezzo, anche se elevato, appare più che adeguato sia alla qualità offerta che alla versatilità. Resta da capire cosa succederà nei prossimi mesi alla popolarità delle quattro possibili codifiche HDR e sul "se" questo TV sia aggiornabile o meno via software alle codifiche Dolby Vision e BBC HDR. La pagella secondo Emidio Frattaroli: voto finale 7,83
Per maggiori informazioni sul Sony BRavia KD-65XD9305: www.sony.it/electronics/televisori/xd9405-xd9305-series
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