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Pagina 1 - Introduzione La DreamWorks Animation torna alle origini. Dopo aver esordito nel 1998 con Z la formica, eccoli ricatapultati nel piccolo mondo degli insetti con il nuovo Bee Movie, film distribuito in questi giorni nelle sale italiane da Universal. Questa volta i protagonisti sono le piccole api, in particolare il neo laureato Barry B. Benson che si affaccia per la prima volta nel mondo degli adulti dopo aver concluso i propri studi. Ad attenderlo c'è un'inevitabile e monotona carriera nella Honex, la fabbrica di miele che sorge nel suo luogo di nascita New Hive City. Ma Barry ha ben altre aspirazioni.
Riesce così a volare fuori dall'alveare e scopre il mondo esterno, così diverso dalla monotonia di casa e sicuramente più affascinante. Nel suo vagabondare per la città incontra Vanessa, una fioraia di Manhattan che lo salva da morte certa. Tra i due nasce così una profonda amicizia, cementata dal fatto che Barry - infrangendo una delle regole basilari del mondo apesco - parla e comprende l'umana specie. La scoperta di Barry del mondo degli umani arriva all'apice con la visita di un supermercato: in bella mostra l'ape trova del miele venduto liberamente e, secondo il suo avviso, rubato alle api per fini di lucro. Aiutato dall'amica Vanessa, Barry porterà avanti una causa legale contro le maggiori aziende venditrici di miele, per difendere i diritti di tutte le api del pianeta. Il film nasce da un'idea del comico americano Jerry Seinfeld, che
inoltre produce e interpreta il film. Alle sue spalle la DreamWorks Animation
che, come sempre accaduto in questi ultimi anni, cerca di piazzare il colpo
a sorpresa nei confronti della Pixar, lavorando tra uno Shrek e
l'altro (il prossimo Shrek 4: The Royal Engagment è previsto per il
2010). Passiamo ora, come di consueto, all'analisi del film. Pagina 2 - Note di pre-produzione Il produttore e fondatore della DreamWorks Jeffrey Katzenberg tentava da oltre dieci anni di coinvolgere Jerry Seinfeld in un film d'animazione. Per intenderci, da prima che nascesse la filiale DreamWorks Animation. Ma Seinfeld, troppo occupato con i suoi progetti, aveva sempre rifiutato. Occupato a raccogliere enormi consensi di pubblico e critica con la sit-com Seinfeld, nella quale interpretava il ruolo di protagonista (se stesso) e autore. Un successo che ha premiato l'ironia pungente di Seinfeld, che si divertiva a prendere in giro vezzi e caratteristiche della società americana. Ascolti negli anni che hanno portato Seinfeld ad essere uno dei comici di maggior successo, almeno negli Stati Uniti.
Poi una sera, a cena con Steven Spielberg (co-fondatore della DreamWorks), Seinfeld annuncia di avere un'idea per un film d'animazione: un'ape. E annuncia anche il titolo: Bee Movie. Stop. Nient'altro. Spielberg e Katzenberg contenti dell'interesse di Seinfled e fiduciosi delle sue capacità, danno il via libera al comico, che comincia così a lavorare sul soggetto prima - e sulla sceneggiatura poi - del film. Pagina 3 - Jerry Seinfeld: il buono e il cattivo di Bee Movie “Se vuoi raccontare una storia sulle api, di cosa vuoi parlare? E ho pensato che la cosa più clamorosa è che gli umani il miele glielo rubano" spiega Seinfeld. "Loro lavorano così tanto per produrlo e noi lo prendiamo a loro insaputa. Pensano di produrlo per se stesse. E noi glielo prendiamo e lo mettiamo nei barattoli. Noi ci guadagniamo mentre loro lavorano come schiave. Quindi mi sono detto, bisogna parlare di questo. Questo è il mio soggetto”.
Lo script è a tratti fulminante. Scene veramente divertenti sono alternate a curiosi giochi di parole ben riportati nella versione italiana del film, con citazioni (Star Wars, Quei bravi ragazzi) e guest star (Ray Liotta, Sting e Winnie the Pooh) mai troppo invasive. Quello che manca è però un buon collante tra tutte questi momenti positivi. Quel lavoro che fa di un buon soggetto e di un buono spunto un'ottima sceneggiatura. In questo caso riteniamo che Jerry Seinfeld abbia commesso qualche errore di inesperienza nel campo, sicuramente non aiutato dagli altri tre sceneggiatori (Spike Feresten, Barry Marder e Andy Robinson) tutti alla prima esperienza nel settore. A conferma una dichiarazione dello stesso Seinfeld, che rivela di aver
seguito un corso accelerato direttamente da Katzenberg, suo sostenitore
fin dall'inizio per tutto il progetto: “Non sapevo nulla su come venissero
fatti questi film. Ho dovuto imparare tutto. Jeffrey mi ha insegnato tutto…è
stato il mio mentore dall’inizio alla fine. So scrivere cose divertenti, ma
non sapevo come utilizzarle in questo tipo di progetto. Quindi mi ha fatto una
sorta di corso lampo su come si realizza uno di questi film e mi ha spinto
affinché fossi io a realizzarlo". Pagina 4 - La regia In Spider-Man Sam Raimi buttava la "Spidey-cam" giù dai grattacieli per seguire le evoluzioni dell'Uomo Ragno. In un film realizzato totalmente in Computer Grafica tutto questo appare uno scherzo. Lunghi pianisequenza seguono il volo delle api, trascinando lo spettatore in straordinarie evoluzioni tra le strade, i parchi, i fiori, gli aquiloni e il traffico. Niente di più avvincente. A questo aggiungete un divertente slow-motion (quello della palla da tennis, visibile anche nel trailer) e una particolare attenzione alle inquadrature per tutto il resto del lavoro. La coppia di registi Steve Hickner (Il Principe d'Egitto) e Simon J. Smith realizza così un lavoro pulito e soprattutto coinvolgente, donando un importante punto positivo al film.
Bisogna inoltre considerare la scelta coraggiosa effettuata durante la lavorazione di non utilizzare riprese composite, nelle quali i personaggi vengono ripresi separatamente e poi messi insieme in fase di post-produzione. Una scelta quasi obbligatoria ad esempio quando si parla di soggetti con dimensioni diverse (vedi Il Signore degli Anelli di Peter Jackson). In questo caso in particolare l'ape Barry misurava 2,09 centimetri mentre l'amica umana Vanessa era alta circa 1 metro e 50. La scelta di girare tutto con la stessa macchina ha sicuramente limitato il posizionamento e il movimento della macchina stessa nelle scene con umani e api, ma ha semplificato notevolmente i tempi di rendering per ogni singolo fotogramma. Sempre a causa della differenza di dimensioni tra i soggetti è stato
necessario inoltre non far guardare mai direttamente le api ai personaggi umani.
Il risultato era un cattivo effetto strabico sul volto dei soggetti decisamente
da evitare... Pagina 5 - Scelte d'illuminazione Doug Cooper, supervisore degli effetti visivi del film, era d'accordo con i registi. Per concentrare l'attenzione dello spettatore su un singolo personaggio o su una determinata zona dello schermo, non sarebbe stata usata la sola tecnica, di origine fotografica, della poca profondità di campo. Questa sostanzialmente facilita la lavorazione, perché sfoca letteralmente lo sfondo permettendo una costruzione meno precisa di alcune zone del set, ma di fatto limita la visuale dello spettatore. Per indirizzare invece lo sguardo senza forzature i tecnici hanno deciso di utilizzare anche il colore e la luce come evidenziatori non distruttivi.
“Abbiamo utilizzato colore e luce per indirizzare l’attenzione del pubblico nella direzione che volevamo, per aiutarlo ad identificare il personaggio principale nella scena" spiega Cooper. "Abbiamo stabilito il tono emotivo della scena con l’utilizzo del colore e manipolando la direzione verso la quale guarda il pubblico. Aiutiamo a sottolineare quello che è importante e aiutiamo a diminuire quello che non è importante, quello che potrebbe rappresentare una distrazione nella scena.” Questo però ha richiesto un lavoro di rendering non indifferente, supportato
da una scelta hardware di primo livello. Il limite massimo raggiunto, uno dei
record nel settore, ha previsto ben 191 luci piazzate sul set digitale: un
numero impressionante di parametri da regolare considerando le dominanti di
colore, le ombre e le riflessioni dei materiali. Pagina 6 - Realizzazione di un'ape Sono molte le difficoltà che il team di realizzazione ha dovuto affrontare nello sviluppo dei personaggi. Le api sono state prima di tutto spogliate dei loro tratti più particolari, per rimuovere il fattore repulsione da parte del pubblico. I cinque occhi sono diventati semplicemente due; i sei arti (tipici degli insetti) sono diventati quattro, con due braccia e due gambe. Si è cercato quindi di antropomorfizzarle, stando attenti però a non esagerare.
Per arrivare ad un concept design accettabile è stato necessario realizzare circa 800 disegni, che cercavano di correggere di volta in volta gli errori concettuali nella creazione del personaggio. Il primo Barry era ad esempio troppo umano. Si è deciso così di eliminare le spalle e realizzare delle braccia più piccole, creare un viso più piacevole con una forma più arrotondata, posizionare delle antenne sulla testa e puntare sull'abbigliamento: vestiti umani dalla vita in su, un corpo peloso dalla vita in giù e scarpe buffe (nel caso di Barry delle scarpe da tennis). Anche il maglione iniziale che metteva in risalto il collo è stato sostituito con un indumento a collo alto, per eliminare completamente una parte del corpo evidentemente troppo umana. Queste modifiche hanno anche riguardato la vera natura dei protagonisti, per
venire incontro alle esigenze della sceneggiatura. Nel film tutte le api hanno
il pungiglione, mentre nella realtà solo le femmine possono pungere mentre i
maschi - noti anche come fuchi - sono sprovvisti di arma. Per lo stesso motivo
si è deciso di rendere maschi i Pollen Jocks, quelle api che nel film volano
alla ricerca di nettare e polline, e che nella realtà sono api femmine. Pagina 7 - Commenti sulla Computer Grafica Da apprezzare la scelta di puntare decisamente su una grafica non realistica. Non possiamo quindi realizzare paragoni tecnici con Alla ricerca di Nemo o Cars - giusto per citarne qualcuno - ma conviene spostarsi più su prodotti come Gli incredibili o L'era glaciale. Anche con questa premessa però Bee Movie esce parzialmente sconfitto nel confronto.
Positiva sicuramente la realizzazione delle api. In particolare è di rilevante importanza la soluzione adottata per creare l'effetto in movimento delle ali delle api (nella realtà la cifra si aggira tra le 180 e 225 volte al secondo). Un problema complesso se pensiamo che in alcune scene - come l'atterraggio finale dell'aereo - sullo schermo erano presenti oltre un milione di api (750.000 per trasportare l’aereo e circa 350.000 per formare un fiore sulla terra). E per cinque sequenze queste api apparivano contemporaneamente sulla scena. Era necessaria quindi una soluzione non pesante dal punto di vista del rendering che consentisse comunque di mantenere i dettagli delle ali e la brillantezza dovuta alla riflessione della luce. Alla DreamWorks Animation si erano già imbattuti in un problema simile con le ali della Fata Turchina in Shrek 2, ma allora il personaggio era solo. In Bee Movie le api erano invece migliaia. Il team si è ispirato alle tecniche di animazione classica 2D, realizzando attraverso un pennello secco un particolare sistema di "offuscamento ali" che, dopo una prima animazione manuale, andava a sostituire le ali per il resto della scena. Non eccellenti le animazioni degli umani, che appaiono spesso macchinosi e
poveri di vitalità. Guardandoli, ci sentiamo di azzardare un commento positivo
solo per quanto riguarda le espressioni facciali, spesso ricche di spunti
interessanti e dinamiche comiche. Una piccola curiosità infine per la
modellazione: la macchina dell'avvocato Montgomery è stata progettata da un
designer della Porsche! Pagina 8 - Appunti sull'hardware La troupe tecnica che ha lavorato a Bee Movie era divisa in due campus della DreamWorks Animation che distano più di 500 chilometri. Per rendere possibile una comunicazione efficace la produzione ha acquistato il sistema di videoconferenza Hp Halo, che ha permesso uno scambio di idee molto più facile rispetto ad un ipotetico utilizzo del telefono o di piccole webcam. In questo modo i tecnici hanno potuto cogliere anche i molti elementi non-verbali delle comunicazioni, come la faccia e la postura dell'interlocutore, sfumature chiave nella costruzione di un personaggio digitale.
Anche nella stesura degli storyboards si è deciso di effettuare qualche modifica. Al posto delle comuni fotocopie o della ripresa di carta da disegno, il team ha utilizzo The Cintiqs, una tavola digitale che consente di disegnare direttamente in digitale, nel computer, con la possibilità quindi di cambiare diversi dati istantaneamente e senza aspettare l'animazione o le riprese con l'illuminazione. In questo modo si è potuto cambiare quindi rapidamente gli sfondi o le posizioni dei personaggi, cambiando direttamente sulla tavola i parametri senza essere costretti a ridisegnare fogli per poi filmarli nuovamente. Per far fronte ai complicati calcoli di rendering la produzione ha utilizzato
invece server HP ProLiant DL145, le lame server BL465c e le postazioni
lavoro xw9300, potenziate da processori AMD Multi-Core Opteron con
tecnologia AMD64. Questa potenza di calcolo ha permesso al team di effettuare i
rendering per tutta la durata del film. Tra le prestazioni rilevanti citiamo una
scena con oltre 60 milioni di particelle; 39 location principali ricostruite, più
150 palazzi per la sola città di New York; 103 differenti acconciature per gli
umani e le api; più di 300 piante, fiori e alberi unici. Pagina 9 - Studio sulla scenografia Per un buon risultato sullo schermo era necessario riportare la stessa attenzione messa nella creazione dei personaggi anche nell'ideazione degli ambienti. La maggior parte delle scene del film si svolge in due mondi completamente diversi tra loro: quello degli umani e l'alveare delle api. Era necessario quindi uno stacco netto nella creazione delle strutture scenografiche. Un lavoro che è stato portate a termine in maniera egregia da Alex McDowell, uno scenografo con una ampia lista di riconoscimenti per la realizzazione di film come Minority Report, Charlie e la fabbrica di cioccolato e La sposa cadavere.
Il regista Simon Smith, a questo proposito, racconta: “Alex è stata la persona che oltre al suo talento ha trovato la soluzione a come sarebbe stato il mondo delle api. Il mondo umano sarebbe stato caratterizzato da linee dritte ed angoli retti, vetro e acciaio, forme rettangolari — quello sarebbe stato il nostro linguaggio visivo. Le api sono rotonde, carine, grassottelle e a strisce, e il loro mondo rispecchia queste caratteristiche; è tondeggiante. Una volta stabilite queste linee, è diventato più semplice lavorare. Separando visivamente in maniera netta i due mondi , non si poteva più confondere l’uno con l’altro. Con un contrasto così forte, è diventato semplice creare delle differenze." La fabbrica di miele Honex e il mondo delle api sono stati in parte ispirati
dall'affascinante look di metà secolo del Terminal TWA dell'aeroporto JFK di
New York. Un leggero sistema di forme rotonde che richiama il modernismo degli
anni '50, tutto realizzato naturalmente con il miele. Niente tecnologia estrema
quindi, ma centrifughe e macchine che creano bollicine che fanno somigliare la
fabbrica di miele ad una divertente e gustosa fabbrica di caramelle. Pagina 10 - Conclusione Eccoci alle riflessioni finali su Bee Movie, che gode di una buona qualità video (colori ben saturi riportati fedelmente, come di consueto per pellicole con matrice digitale) ma di un audio veramente povero e deficitario anche nella qualità tecnica di registrazione del doppiaggio. Il film - realizzato in quasi tutti gli aspetti secondo le direttive di Jerry Seinfeld - è stato un importante banco di prova per lo stesso attore comico, che ha seguito perfino tutte le sessioni di registrazione voci nella versione originale. Un vero interesse e una vera fatica durata ben quattro anni. Il film ha richiesto un milione di ore lavorative per l'animazione e ben 25 milioni di ore lavorative di produzione complessiva, un numero impressionante cinque volte superiore a quello del primo Shrek, sempre targato DreamWorks Animation.
La pecca maggiore del film - se non si considera tale una grafica senza
troppe pretese sulle texture - è senza dubbio la sceneggiatura, che non riesce
a colpire lo spettatore nemmeno con la morale finale. Aspettiamo con ansia
quindi un eventuale nuovo lavoro curato da Jerry Seinfeld, che comunque
ha dimostrato di avere buone capacità per divertenti spunti comici. Bee
Movie resta alla fine un film piacevole, da vedere in famiglia per passare
una serata in allegria e per risvegliare la voglia di miele, un rimedio naturale
sempre valido per diverse circostanze. Chiedere alle nonne per conferma... Pagina 11 - La scheda del film
Titolo: Bee Movie |
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