Panasonic PT-AE3000
Il PT-AE3000 di Panasonic, uno dei blockbuster della stagione, viene finalmente analizzato nel laboratorio di AV Magazine con un set di misure particolarmente approfondito per verificarne prestazioni e qualità della riproduzione e per controllare l'efficacia delle soluzioni per la riduzione del motion blur
Installazione, funzioni e menu
Aspetto, dimensioni e caratteristiche dell'obiettivo consentono una versatilità d'installazione senza pari, specialmente in ambienti dove lo spazio a disposizione è inversamente proporzionale alle dimensioni dello schermo che si vogliono ottenere. Come indicato nelle caratteristiche tecniche, il rapporto di tiro dell'obiettivo è compreso tra 1,34:1 e 2,67:1. Ricordiamo che il rapporto di tiro è il rapporto matematico che c'è tra la base dell'immagine e la distanza tra la lente e l'immagine stessa. In questo caso, il PT-AE3000 è in grado di proiettare un'immagine da 2 metri di base (90") ad una distanza compresa tra i 2,7 metri e i 5,3 metri: in pratica è possibile scegliere se posizionare il proiettore davanti, magari su un tavolino, oppure alle spalle, magari al di sopra di una mensola oppure su una staffa a soffitto. Come potrete osservare più avanti, nelle misure del flusso luminoso, a parità di diagonale, l'obiettivo in posizione tele (quindi con il proiettore lontano dallo schermo) si può perdere fino al 40% dei lumen rispetto alla posizione wide. Lo straordinario rapporto di tiro si accompagna ad un offset sia orizzontale che verticale, di tipo manuale.
I due menu per la gestione dei parametri per la taratura delle immagini
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Con queste premesse è evidente che il PT-AE3000 si propone come un videoproiettore dalla grande versatilità. Versatilità che ritroviamo anche nel menù di configurazione che mantiene inalterata l'impostazione di base che hanno decretato il successo dei modelli 1000 e 2000 negli ultimi anni. In particolare, apprezziamo l'ampio margine di regolazioni assicurato dal "menù avanzato" delle impostazioni delle immagini che consente di regolare finemente il bilanciamento del bianco per ogni componente RGB sia alle alte che alle basse luci e di memorizzare diversi "profili colore" all'interno del menù "color management" grazie alla possibilità di operare puntualmente su determinate porzioni dell'immagine proiettata (sono chiaramente necessarie immagini test di riferimento). Immancabile anche in quest'ultimo modello è la presenza del "waveform monitor" che analizza e mostra le forme d'onda delle singole componenti RGB e della luminanza consentendo così di visualizzare strumentalmente le correzioni che vengono apportate. Le modalità di scansione del segnale sono sensibilmente aumentate rispetto ai modelli precedenti ed è stata introdotta anche la modalità "Auto Adjust" che però all'atto pratico non si è rivelata di grande aiuto nella taratura.
Il menu per la taratura dei tre parametri per il colore: saturazione, tinta e
livello
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Oltre alla ottima versatilità per la taratura del gamma e del bilanciamento del bianco, segnaliamo anche la possibilità di tarare i colori attraverso un CMS (color management system) un po' particolare e già utilizzato in altri proiettori della serie PT-AE. Invece che selezionare un colore (primario o secondario) dal menu, bisogna selezionarlo da un'immagine, attraverso un cursore. In questo senso diventa molto utile una schermata con le barre colore. Il CMS permette di intervenire fino ad 8 colori. La modulazione dei controlli è piuttosto ampia anche se non è sempre garantita una risposta adeguata per quei colori distanti dal punto d'intervento.
Assolute novità del PT-AE3000 sono invece la possibilità di memorizzare su due diverse posizioni l'ottica motorizzata (che interviene su zoom ottico e messa a fuoco) in modo da passare velocemente e soprattutto otticamente dal formato 16/9 a quello 2.35:1 (per coloro che hanno uno schermo con questo rapporto d'aspetto, ovviamente) e la modalità "100Hz" chiamata "Frame Creation" e che può intervenire secondo due modalità più o meno invasive. Dobbiamo dire che il sistema messo a punto dai tecnici giapponesi è davvero molto efficace e riesce effettivamente a ridurre gli eventuali micro-scatti senza apparire mai troppo invasivo e soprattutto mantenendo quasi integro l'effetto di profondità cinematografica (niente stile "soap opera" per intenderci). Inoltre, sotto la voce "Opzioni" è possibile settare il "Frame Response" tra "normale" e "veloce", riducendo così il difetto di "Motion Blur" che può apparire in particolare durante le sessioni videoludiche.