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Discussione: Giradischi

  1. #1
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    Apr 2003
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    816

    Question Giradischi


    Giradischi.

    Si proprio quelli che sono finiti in soffitta, come il mio fino circa 6 mesi fa, e recuperato più per la voglia di riascoltare qualche titolo degli ZZtop o dei Cure che per combinare qualche cosa di buono con il suo suono.

    E poi una piacevole sorpresa… me lo ricordavo peggio …ma molto peggio!!!

    Perché?

    sarà stata colpa del braccio… che è sempre stato regolato alla rampazzo (tanto suonava male);
    sarà stata colpa del pre phono dell’integrato con il quale lo utilizzavo;
    oppure sarà stata colpa dell’installazione sempre un po’ ballerina.

    Con questo thread vorrei raccolgliere un po’ di consigli da parte di coloro che sono cresciuti o credono fermamente nell’analogico.

    Consigli per:

    consentire ai vecchi giradischi di rendere al meglio: installazione, restauro, vecchie testine ecc. ;

    e quale tipo di gira ritenete che suoni meglio: telaio rigido o flottante, trazione diretta o a cinghia;

    e quali sono fra i nuovi gira, bracci, testine ecc. quelli che ritenete in base alla vostra esperienza che possano rendere al meglio (di tutte le categorie di prezzo).


    Intervenite numerosi!!!!
    Ivan

  2. #2
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    Aug 2002
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    2.516
    Penso che ti aspettavi una mia risposta. Allora una sorgente alto livello come il cdp o sacd basta attaccarli e ascoltare. Il giradischi è un po' più complesso. Oltre alla scelta del pre/gira/braccio/testina anche la taratura è molto importante. Io non amo i giradischi vecchi. Preferisco a cinghia e flottante. Rega, Girodeck, Vpi, Orbe.
    Ciao Mirko

    Impianto

  3. #3
    Data registrazione
    Jan 2002
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    10.620
    Mirko,

    Cosi' scoraggi troppo .............

    Possibile che per esempio un buon vecchio Thorens non possa fare il suo onesto lavoro ?

    Saluti
    Marco

  4. #4
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    Io mi sono ritrovato in casa come "eredità" dei miei un Thorens TD-104 e un sintoampli Harman-Kardon 330C con relativo ingresso phono.

    Ormai avrenno piùdi 20 anni.

    Ho fatto tarare il giradischi da un amico, la testina è quella che vendevano assieme al giradischi.

    Qualcuno conosce questi componenti?

  5. #5
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    Apr 2003
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    Michele Spinolo ha scritto:
    Io mi sono ritrovato in casa come "eredità" dei miei un Thorens TD-104 e un sintoampli Harman-Kardon 330C con relativo ingresso phono.

    Ormai avrenno piùdi 20 anni.

    Ho fatto tarare il giradischi da un amico, la testina è quella che vendevano assieme al giradischi.

    Qualcuno conosce questi componenti?

    Michele quanti dischi hai ???
    Ivan

  6. #6
    Data registrazione
    Apr 2003
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    Michele Spinolo ha scritto:
    Io mi sono ritrovato in casa come "eredità" dei miei un Thorens TD-104 e un sintoampli Harman-Kardon 330C con relativo ingresso phono.

    Ormai avrenno piùdi 20 anni.

    Ho fatto tarare il giradischi da un amico, la testina è quella che vendevano assieme al giradischi.

    Qualcuno conosce questi componenti?


    E' lui ???

    http://www.theanalogdept.com/images/...Data/td104.jpg
    Ivan

  7. #7
    Data registrazione
    Jan 2002
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    6.153
    si!

    proprio lui!

    Ne avrà un 30ina

  8. #8
    Data registrazione
    Apr 2003
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    Michele Spinolo ha scritto:
    si!

    proprio lui!

    Ne avrà un 30ina
    Hai cambiato almeno la cinghia spero!!!
    Ivan

  9. #9
    Data registrazione
    Jan 2002
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    ivan ha scritto:
    Hai cambiato almeno la cinghia spero!!!
    si, la cinghia è nuova.

    Ma come giradischi è valido?

  10. #10
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    Testo preso su internet

    Michele Spinolo ha scritto:
    si, la cinghia è nuova.

    Ma come giradischi è valido?

    Alcuni anni fa, nel 1992, decisi che era giunto il momento di acquistare un giradischi digitale. Era ora! Penserà qualcuno, ma fino a quel momento non avevo sentito la necessità di affiancare alla sorgente analogica in mio possesso (per la cronaca, un THORENS TD-104 con una STANTON 681 EEE) una sorgente digitale. Il materiale in nero vinile si trovava ancora, con difficoltà, ma non era scomparso del tutto in Italia.
    Fin qui è la classica storia di tutti coloro che si sono trovati a cavallo tra l'analogico e il digitale. Qui inizia l'eterna diatriba tra "analogisti" e "digitalisti". Oggi, all'inizio del terzo millennio, il digitale deve ancora fare un po' di strada per arrivare alla pienezza e alla completezza della riproduzione analogica, i presupposti sembra che ci siano ma non convincono tutti.
    Il DVD Audio e il Super Audio CD sono i formati digitali che dovranno affiancare (poi ereditare e sostituire, forse) il CD nel difficile onere di restituire alle nostre orecchie la realtà della Musica in tutta la sua interezza. L'analogico per contro è lungi dall'essere morto; le aziende costruttrici di giradischi, bracci, testine, cavi e tutto quello che ruota intorno al vinile, presentano novità ogni anno. La THORENS, tanto per fare un esempio, dopo un lungo periodo di crisi, si è ripresa e sta tornando agli antichi splendori. Il mercato del vinile comunque è un mercato di nicchia e forse è meglio così. In questa sede, però, il confronto verte non sulle strategie di mercato o sulle politiche commerciali delle aziende del settore, bensì sulla qualità del supporto su cui è incisa la musica, e sulle capacità del lettore (sia esso analogico o digitale) a "tirar fuori" tutto il messaggio musicale.
    La mia personale esperienza mi ha insegnato che, nel mondo della riproduzione musicale, i miracoli non riesce a farli nessuno. In tanti anni ho provato molti lettori digitali, dai più economici a quelli costosissimi oltre ogni misura. Ogni volta che ho potuto, ho confrontato registrazioni digitali (CD) alle equivalenti registrazioni analogiche (LP), ricavandone sempre la medesima impressione: il CD, allo stato attuale delle cose, è musicalmente inferiore all'analogico.
    Per ottenere una resa di qualità elevata da un lettore CD bisogna investire cifre considerevoli. Aziende come ACCUPHASE, WADIA DIGITAL, PROCEED, e poche altre, sono in grado di realizzare macchine allo stato dell'arte, ma il collo di bottiglia risulta poi il supporto: non in grado di immagazzinare una quantità di dati sufficiente tale da soddisfare l'estrema raffinatezza del nostro apparato uditivo.
    Nell'analogico un giradischi ben progettato, accoppiato con un braccio adeguato ed una testina di qualità (a patto che il tutto sia ben regolato e tarato, ma questo è un altro discorso), unito a dischi di pregevole fattura, riesce ad ottenere prestazioni decisamente interessanti e con investimenti inferiori.
    Nella catena che parte dall'evento musicale e arriva alle nostre orecchie il segnale musicale attraversa una serie di fasi, microfoni, registratori, incisori, cavi, e chi più ne ha più ne metta, ogni passaggio provoca un'inevitabile, piccolo degrado del segnale. Alle nostre orecchie arriverà un messaggio musicale che assomiglia a quello d'origine, ma che in realtà è un surrogato dell'evento stesso (anche perché gli strumenti musicali, le voci e gli ambienti in cui si esibiscono gli artisti non sono certo presenti nel nostro salotto, sembra una banalità, ma provate a rifletterci sopra).
    Nella riproduzione digitale il messaggio viene convertito in uno stream di dati numerico per essere inciso sul supporto, e poi riconvertito in segnale analogico per essere amplificato e inviato ai diffusori. Questa conversione, e successiva riconversione, opera una scrematura sia della risposta in frequenza che delle armoniche di ordine più elevato (quelle che il convertitore non riesce a riconoscere e quindi a tradurre), tutto ciò si traduce in un appiattimento del messaggio musicale e nella sensazione di una freddezza che è propria della riproduzione digitale.
    La riproduzione analogica invece, non prevede alcuna codifica in altro formato. La qualità finale dipende solo dall'accuratezza con la quale vengono effettuati i vari passaggi. Il messaggio musicale, con tutte le limitazioni del sistema, arriva ai diffusori più ricco di armoniche, più corposo e più caldo. In altre parole, più naturale.
    Sono poche le macchine digitali che mi hanno impressionato in termini di dettaglio, trasparenza, calore e dinamica, una di queste è l'ACCUPHASE DP-55, una sberla da quasi dieci milioni (non tanti, confrontati con altri mostri presenti sul mercato), difficile chiedere di più nel campo del digitale. Un campione per coinvolgimento emozionale, dotato di una capacità di ricreare la scena sonora proprio davanti all'ascoltatore, perfettamente identificabile nello spazio, con tutti gli strumenti al loro posto. Un esempio per tutti di come debba suonare un giraCD.
    Ho confrontato poi questo gioiello con un giradischi VPI HW-19 Junior (due milioni e mezzo) con un braccio AUDIOQUEST AQ PT-5 con qualche annetto alle spalle (un milione e mezzo, circa) e testina BENZ MC H2O (due milioni e mezzo), il duello è stato chiarificatore: il suono che il giradischi è capace di esprimere è più trasparente, caldo, godibile e dettagliato. L'evento è li, di fronte a te, riesci a riconoscere dove sono gli strumenti, a vedere i movimenti delle labbra e sentire le pressioni sulle corde dei pianoforti.
    Ho ritrovato queste differenze anche in macchine più umili; nel mio impianto, per esempio, convivono un giraCD TEAC VRDS-7 e un giradischi PRO-JECT 6.1 con una BENZ MC-SILVER. Sono entrambe macchine ai vertici della loro categoria e di prezzo molto simile. Il TEAC ha un'ottima meccanica e una impostazione timbrica volta alla trasparenza e all'equilibrio tonale; il PRO-JECT e un giradischi dell'ultima generazione, molto dinamico e con un buon braccio, ben assecondato dalla BENZ (una moving coil ad alta uscita). Anche qui ho rilevato le stesse differenze di impostazione e di comportamento: dettagliato e dinamico il giraCD, altrettanto valido ma meno stancante all'ascolto e perciò più godibile il giradischi.
    Quali allora le conclusioni?
    Chiaramente non si può certo ignorare il problema della reperibilità del software analogico, in quest'ottica il confronto è impietoso. Rimane solo la delusione sull'abbandono dell'analogico da parte delle grandi etichette, un supporto che ha ancora molto da dire, se gli dessero la possibilità di parlare.
    Ciao Mirko

    Impianto

  11. #11
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    Apr 2003
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    Michele Spinolo ha scritto:
    si, la cinghia è nuova.

    Ma come giradischi è valido?

    In realtà non me ne intendo molto ma dalle foto mi sembra meglio del mio 166 MKII.

    CMQ tieni conto da quanto ho visto in questi 6 mesi la messa a punto è determinante.

    Per prima cosa ho cambiato la cinghia (come te) non andava più!!

    Ho comprato il pre fono per farlo fuzionare il Musical Fid. X-LPS (360€) e già dopo una regolazione del braccio puntina ecc. il risultato era decoroso.

    In seguito ho comprato i cavi tra pre fono ad ampli (quelli fra gira e pre fono escono direttamente dal gira e fanno pena) , ho provato VBT Monster C. Kimber e VDH The Second, VDH (usato 140€) l'ha spuntata;

    Poi ho sostituito la testina da Stanton 681 EE a Benz Micro Glider (nuova 570€), è stato il salto di qualità;

    Oggi ho installato la se in marmo da 20Kg (40€).

    Devo dire che tutti gli interventi hanno fornito buoni miglioramenti, ma come è intuibile il salto lo ha fornito la testina.

    Devo dire che sono molto soddisfatto, ma con questo non voglio dire che mi fermo...
    Ivan

  12. #12
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    816

    Re: Testo preso su internet

    Mirko

    Sull’Accuphase sono d’accordo, è pazzesco dirlo per il prezzo ma è una macchina oltremodo competitiva.
    Quando ho comprato il mio Copland di quelli che ho ascoltato in vari negozi è stato l’unico che ha dimostrato di essere veramente superiore al Copland in tutti i parametri (ma dico proprio tutti e lo sappiamo quanto c’è da discutere fra una macchina e l’altra).

    Ma torniamo ai giradischi, non possiedo veri e propri dischi test ma su tutti i vinili stampati decentemente l’impressione netta è quella di superiore presenza degli strumenti e della trama musicale.

    L’unico confronto che ho fatto decentemente fra vinile e CD, che poi rifarò fra qualche tempo poichè il CD ha almento 250 ore di utilizzo e la testina 10, è stato con il disco Commin’ From a Good Place di Harry James Sheffield Lab.

    Il CD in realtà non è proprio lo stesso disco è una raccolta della stessa Sheffield che raggruppa un po’ di pezzi di due dischi (che ho ordinato su CD da Audiomarketing allo scopo di ripetere il confronto su tutti i pezzi) rimasterizzata in 20 bit nel 1995.

    Il pezzo esaminato è The Footstomper, il Copland garantisce un impatto superiore in gamma bassissima ma il Thorens riproduce i fiati e la batteria (piatti ecc.) in modo impeccabile ed offre la netta sensazione (l’ha sentita anche mia moglie figurati) di maggiore dettaglio.

    I fiati del disco sembrano molto più matrici in poche parole sembra di averli li.

    E la mia configurazione analogica è ben lungi da poter essere considerata di eccellenza…quindi.

    Il vero problema oltre alla reperibilità dei vinili è un po’ il costo di quelli stampati bene, per gli altri si trovano in ottimo stato (non ovunque) con prezzi che vanno da 6€ a 15€.

    Ciao.
    Ivan

  13. #13
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    Ivan

    Se ti può essere di aiuto ti dico che tutti i giradischi che ho avuto in passato avevano un basso un po' asciutto e poco esteso, con il vpi invece il basso ha un estensione migliore del cd e con miglior tenuta di potenza.
    Ciao Mirko

    Impianto

  14. #14
    Data registrazione
    Apr 2003
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    816

    Re: Ivan

    Mirko ha scritto:
    Se ti può essere di aiuto ti dico che tutti i giradischi che ho avuto in passato avevano un basso un po' asciutto e poco esteso, con il vpi invece il basso ha un estensione migliore del cd e con miglior tenuta di potenza.

    Perchè me lo hai detto.........
    Ivan

  15. #15
    Data registrazione
    Jan 2002
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    84

    Re: Testo preso su internet


    Mirko ha scritto:
    Alcuni anni fa, ...
    Appena ho visto tutto quel testo, mi sono detto Mirko
    e' impazzito, poi mi sono accorto che era un omaggio della rete.

    Circa l'argomento, condivisibile per molti versi,
    posso tranquillamente dire che le cose non stanno cosi',
    o meglio non stanno sempre cosi'.

    Io ho sempre avuto entrambe le tecnologie e ho sempre
    riconosciuto i meriti e i demeriti di entrambe,
    ma non me la sono mai sentita di adottarne
    in modo assoluto una sola.

    Negli anni ottanta avevo anch'io una Stanton 681 EEE e come giradischi
    un Ariston 40, forse leggermente superiore al vecchio Thorens 104.
    ... ma ancora nel '92 ritenerlo superiore a qualsiasi cosa
    in CD mi sembra alquanto eccessivo.
    Quello che c'e' di vero e' che negli anni '80 che registrava
    pensava ancora all'LP come supporto finale, la cultura di registrare
    per il digitale ancora non c'era e questo penalizzava molto il CD.

    Oggi le cose sono abbastanza cambiate, sono nate molte
    etichette che hanno fatto della qualita' il loro obbiettivo,
    e sia il CD - SACD (inteso come pochi CD, ma questo vale anche per pochi LP)
    che l'LP riescono ad essere sostanzialmente alla pari
    nell'esprimere il massimo della musicalita'.

    Poi ci sono le preferenze per l'uno e per l'altro,
    ma questo e' un altro discorso!
    linomatz

    Su AVMagazine dal 12.01.2002


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