Come ridurre i costi degli abbonamenti nel 2024

Publiredazionale 07 Novembre 2024, alle 16:30 4K e 8K

A fronte di un aumento degli abbonamenti dei servizi on demand è possibile utilizzare piattaforme di condivisione che facilitano l'accesso alla cultura e alla stampa di qualità e che, nello stesso tempo, hanno l'obiettivo di portare maggiori entrate agli editori di contenuti, riducendo l'abbandono,


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Al giorno di oggi sono molteplici i servizi on demand, ovvero beni o prestazioni che vengono resi disponibili sul mercato su richiesta di un consumatore, di cui gli utenti possono disporre a fronte di un pagamento solitamente mensile. Tra i più famosi servizi on demand, ci sono i VOD, acronimo appunto di Video on Demand, che offrono la visione di contenuti cinematografici ma anche di eventi sportivi, come Netflix, Apple TV, Prime Video o DAZN; abbiamo anche però differenti altre tipologie di sevizio, come fruizione di contenuti fumettistici, giornali e riviste, musica liquida, persino l'utilizzo di strumenti per l'ufficio come Microsoft Office 365.

Negli ultimi tempi si è verificato un aumento delle tariffe piuttosto significativo quasi per tutti i servizi on demand, e di questo fenomeno ne abbiamo parlato ampiamente in diversi articoli come questo o questo. Il costo degli abbonamenti sta aumentando, molto al di sopra dell'inflazione, il che sta spingendo i consumatori di diversi paesi europei a disdire e tutto ciò risulta dallo studio di Bango di recente pubblicazione. 

Sebbene spendano meno rispetto ai loro omologhi negli Stati Uniti (696 € contro 863 €), gli abbonati europei stanno riducendo le spese per risparmiare denaro, e quasi la metà (42%) annulla un abbonamento a causa di un recente aumento dei prezzi (48% in Italia). Quasi due terzi (60%) affermano di non potersi permettere tutti gli abbonamenti che desidererebbero. Dallo stesso studio si evince che circa un terzo (31%) degli abbonati ha effettuato il downgrade a un pacchetto più economico con inserzioni pubblicitarie da quando è stato introdotto. Oltre un quarto (26%) ha aggiornato il proprio abbonamento, mentre circa il 28% lo ha annullato. Oltre tre quarti (76%) ritengono che gli abbonamenti a pagamento non dovrebbero mai visualizzare annunci pubblicitari.

In risposta a questo fenomeno sono nate piattaforme di condivisione delle quote di abbonamento, tra cui annoveriamo Sharesub, una piattaforma dedicata agli abbonamenti condivisi,creata nel 2020 in Francia, che permette di gestire la ripartizione dei costi in gruppo, sia in un ambiente privato (familiari ed amici) sia con terzi conosciuti sulla piattaforma stessa. Assicura la relazione finanziaria svolgendo il ruolo di terzo di fiducia e automatizza i pagamenti. Permette così agli utenti con budget limitati di non essere esclusi dalla stampa di qualità, né dall'accesso alla cultura e al tempo libero.

Da quanto riporta la stessa azienda, a livello legale, si possono condividere solo abbonamenti progettati per più utenti, e se la somma che ricevono coloro che offrono i propri posti disponibili è limitata al rimborso esatto dei loro costi. Possiamo paragonarlo a un abbonamento Blablacar. La piattaforma sembra popolare tra i suoi utenti, ed in molti l'hanno valutata bene su servizi di rating online come Google e Trustpilot.  Il fondatore di Sharesub in persona Jean-Brice de Cazenove, dichiara che:

"Facilitare l'accesso alla cultura e alla stampa di qualità con i budget più ridotti, permettendo allo stesso tempo a coloro che hanno posti disponibili di arrotondare il mese con quasi 50€ in media, è una vera soddisfazione. Siamo fiduciosi di portare maggiori entrate agli editori di contenuti, perché stiamo riducendo l'abbandono, cioè gli utenti che sono abbonati solo per uno o due mesi all'anno. Con Sharesub, gli utenti rimangono abbonati a tutti i servizi tutto l'anno."

Ad onor del vero nonostante le motivazioni sulla legalità del servizio che si possono trovare qui, alcune piattafome, in particolar modo quelle VOD hanno espresso il loro desiderio di bloccare la condivisione degli account come potete leggere sulle nostre pagine per Disney+  o Youtube o anche Netflix.

 

Commenti (2)

Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - Info
  • bradipolpo

    07 Novembre 2024, 19:56

    VOD hanno espresso il loro desiderio di bloccare la condivisione degli account come potete leggere sulle nostre pagine per Disney+ o Youtube o anche Netflix.
    In realtà, mi pare che l'abbiano già vietata, non hanno solo espresso un desiderio di bloccarla
  • uncletoma

    08 Novembre 2024, 00:40

    Io ho usato spliiit per comprare uno slot Tidal

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